La bellissima normalità di Anna Foglietta, prossima madrina alla Mostra di Venezia
Anna Foglietta sarà la madrina di una 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia in cui ci sarà finalmente tanto spazio per le donne.
Anna Foglietta sarà la madrina di una 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia in cui ci sarà finalmente tanto spazio per le donne.
Sarà una Mostra del Cinema di Venezia con una forte impronta femminile, quella che si aprirà al Lido il 2 settembre, per terminare dieci giorni più tardi.
A cominciare dalla madrina, la brava Anna Foglietta, che raccoglierà così l’eredità di Alessandra Mastronardi, scelta nell’edizione 2019.
In generale quella del 2020 sarà un’edizione importante per la kermesse, che non è stata cancellata in maniera preventiva, come accaduto ad altre manifestazioni, durante la pandemia da Covid-19 e che, anzi, può rappresentare davvero un segnale forte di ripresa dopo i mesi di blocco totale e di timori per il futuro, come sottolineato dal direttore, Alberto Barbera: “Sarà un momento importante per tutti, il primo grande festival internazionale che può aver luogo dopo questi lunghi mesi di chiusura totale e fruizione attraverso lo streaming”.
L’impronta femminile, dicevamo: oltre a Foglietta, ci sarà una nutrita rappresentanza di donne soprattutto per quanto riguarda la selezione di pellicole scelte per prendere parte all’evento (55 in totale), come ha spiegato ancora Barbera, intervistato da Variety:
Sarete tutti sorpresi quest’anno. Abbiamo davvero molti film diretti da donne. Non perché abbiamo cambiato i nostri criteri di selezione… Ma perché abbiamo ricevuto molti film diretti da donne di grande qualità, migliori dei film dei loro colleghi maschi. Quindi la presenza femminile sarà estremamente importante e, in una certa misura, questo porrà fine alle polemiche degli anni passati
A “guidare” idealmente le tante donne di questa settantasettesima edizione dell’evento la protagonista di La mafia uccide solo d’estate, che aprirà la Mostra il 2 settembre, con il tradizionale discorso inaugurale sul palco della Sala Grande, al Palazzo del Cinema al Lido, e la chiuderà il 12 con gli annunci dei Leoni e degli altri premi. Se non conoscete Anna Foglietta, ecco qualche informazione su di lei:
Romana, classe 1979, Anna Foglietta esordisce sul piccolo schermo nel 2005, interpretando l’agente scelto Anna De Luca nella serie di Rai3 La squadra, dove rimarrà fino al 2007. Da lì passa a un altro “distretto”, il Decimo Tuscolano di Distretto di polizia, dove ha il ruolo dell’ispettore Elena Argenti.
Il passo successivo è nel mondo del cinema, dove ottiene i maggiori successi.
Fra le esperienze cinematografiche Anna vanta la partecipazione ai film 4-4-2 – Il gioco più bello del mondo, Se chiudi gli occhi e Solo un padre, ma anche Nessuno mi può giudicare, con Paola Cortellesi, per cui ha ricevuto una candidatura al David di Donatello e al Nastro d’argento.
Un’altra candidatura arriverà per Colpi di fulmine, ma fra i suoi successi Anna vanta anche Mai Stati Uniti e Tutta Colpa di Freud, Noi e la Giulia, Perfetti sconosciuti (per cui riceve, rispettivamente, seconda e terza nomination ai David). Nel 2016 è Nilde Iotti in una serie tv, mentre prossimamente sarà di nuovo al cinema, al fianco di Sergio Castellitto, ne Il talento del calabrone.
Se volete scoprire qualcosa in più sulla vita privata di Anna Foglietta e alcune curiosità su di lei non vi resta che sfogliare la nostra gallery.
Anna è anche un’ottima interprete teatrale; in La pazza della porta accanto, messo in scena da Alessandro Gassmann, ha interpretato la poetessa Alda Merini.
Sono arrivata a fare Alda Merini – ha raccontato a Vanity Fair nel 2017 – togliendomi dalla testa l’idea di Alda Merini, l’idea che lei dovesse essere prepotente anche con me. Lei è sempre stata un personaggio molto massmediatico, uno di quelli che una volta che lo vedevi ti rimaneva impresso. Io avevo paura che questa sua forza avrebbe preso il sopravvento facendomi vivere una sorta di soggezione per cui io mi sono tolta dalla mente quell’idea di Alda e ho cercato di pensare a lei come a una donna simile a me, a 36 anni, alla quale vengono tolte le sue figlie e il calore della propria casa che ti dà una certa sicurezza.
Facendo questo lavoro molto semplice di destrutturazione è come se mi si fosse presentata una persona normale che entra in un luogo estremo di dolore. Poi quel dolore lei è riuscita a trasformarlo in poesia ed è proprio attraverso questa grande epifania che è diventata l’Alda che tutti noi conosciamo.
Per quanto nel passato abbia letto le sue poesie non ho mai approfondito più di tanto. Quando ero ragazzina Alda Merini non era così facile da capire se penso a quella ostentazione. Crescendo poi onestamente ho fatto un altro tipo di percorso. È solo grazie a questo spettacolo che ho potuto cogliere la sua grandezza, la sua immensità e capisco perché oggi sia così popolare e amata.
È veramente immediata. In Italia è amatissima. Anche se io non l’ho mai conosciuta personalmente, la sento molto vicina a me, molto presente e sento che in qualche maniera mi ha modificato perché ogni sera c’è qualcosa di diverso che si presenta su quel palco. Penso che lei in qualche maniera mi sia realmente vicina.
Significa porsi in una mentalità multitasking. Una volta un’attrice era il prodotto della creazione di un regista o di un produttore, penso a Monica Vitti con Michelangelo Antonioni o a Sofia Loren con Carlo Ponti. Oggi dev’essere produttrice e ideatrice di se stessa. Protagonista delle sue scelte. Per esempio appoggiandosi ai social, che assicurano trasversalità e freschezza.
Ha dichiarato in un’intervista.
Dal 2010 Anna è sposata con il consulente finanziario Paolo Sopranzetti, da cui ha avuto tre figli: Lorenzo (2011), Nora (2013) e Giulio (2014).
Detesto pormi limiti. Amo il mio lavoro ma adoro l’amore che scorre nella nostra famiglia, tra noi cinque, è una meravigliosa fonte di energia quotidiana. Mi sostengono nei miei impegni, non mi ostacolano. In Italia una madre è sempre colei che, se lavora, si dibatte tra i sensi di colpa. Non è il mio caso. E non dovrebbe esserlo per tante altre donne.
Viviamo nell’epoca del body shaming, uno dei messaggi peggiori da trasmettere a un figlio – ha affermato – Demonizzare la diversità significa inculcare l’idea che l’apparenza e l’omologazione siano un valore. Io uso i social anche per mostrarmi nella ‘normalità’, mentre porto i miei figli a scuola o mi faccio una maschera di bellezza. Non voglio passi il messaggio che sono sempre perfetta.
Una curiosità: Anna conosce il suo attuale marito fin dai tempi del liceo, ma non avevano mai approfondito la conoscenza. Solo da adulti, attraverso i social, i due si sono ritrovati… E innamorati.
Anna ha vinto nel 2016 un Nastro d’argento speciale per Perfetti sconosciuti, mentre nel 2019 ha vinto un David di Donatello e un Nastro d’argento come Miglior attrice protagonista per il film Un giorno all’improvviso.
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