Chi ha detto che le faccende di casa sono “roba da donne”? Un tempo forse, anzi sicuramente sì, era la donna la sola deputata a occuparsi di tutto ciò che riguardava l’ambiente domestico, ma oggi – e per fortuna – le cose sono cambiate, e per gli uomini avere a che fare con pulizie, cucina e lavatrici non è più “un’onta” insopportabile.
Certo, l’idea dell’uomo casalingo ancora oggi, per cultura e mentalità, probabilmente stranisce la maggior parte di noi, ed è proprio per questo motivo che vale la pena conoscere l’associazione “Uomini Casalinghi”, fondata dal signor Fiorenzo Bresciani, lucchese di 66 anni che con lo stereotipo dell’angelo del focolare non è mai stato d’accordo.
Nata nel 2003 a Pietrasanta, nella provincia di Lucca, oggi l’associazione raccoglie quasi 7 mila iscritti in tutta Italia, che periodicamente si riuniscono in un congresso nazionale: l’ultimo, nel 2019, si è svolto a Sanremo, per il prossimo si cercano sponsor.
“La prima regione che ci ha aperto le braccia è la Sicilia, soprattutto Catania – ha spiegato Bresciani al Fatto Quotidiano – Inizialmente ero stupito, si pensa che ci siano più stereotipi sui ruoli tradizionali. Ma è anche vero che al Sud si vive di più la dimensione della casa e della famiglia, mentre al Nord si tende più a fare una vita fuori casa, sono generalmente più restii“.
Se pensate che del gruppo facciano parte solo signori alla soglia della pensione, vi sbagliate: molti, infatti, sono gli uomini tra i 25 e i 38 anni. Questo perché non tutti fanno i casalinghi a tempo pieno, ma si occupano della casa appena tornano dal lavoro, e soprattutto, spiega Bresciani “condividono la filosofia dell’associazione“.
Ma qual è, allora, questa filosofia? Anzitutto il supporto reciproco, poi un grande rispetto per l’ambiente, infine la condivisione:
Io non aiuto mia moglie a cucinare, perché anch’io mangio; io non sono un aiuto in casa, sono parte della casa.
Insomma, mentre ci sono paesi nel mondo in cui le donne si offendono se le si chiama casalinghe, in Italia sempre più uomini si stanno finalmente liberando dello stigma sociale che vuole le donne a casa e loro nel ruolo di capofamiglia, per capire che la divisione dei compiti e l’aiuto reciproco sono alla base di un rapporto equilibrato e davvero paritario. E che non c’è nulla di male nel sapere come si usano aceto e bicarbonato per smacchiare o pulire.
“A me hanno detto di tutto e di più – confessa Bresciani – se sono omosessuale, se ho avuto un passato burrascoso”. Quasi che l’idea di un uomo che rassetta o cucina abbatta il cliché di maschio alfa e di virilità che ci si aspetta dal cosiddetto “sesso forte”. “Io rabbrividisco quando sento dire ancora oggi che sono lavori ‘prettamente femminili’. Non si può pensare, nel 2020, che esistano lavori femminili e maschili, eppure mi son trovato tante volte di fronte a prese in giro e battute. Ma io sono un toscanaccio, volto pagina e vado avanti“.
Mi davano del ‘mantenuto’, ma non lo sono: volevo semplicemente permettere alla mia signora di realizzarsi pienamente nel lavoro.
Le prime sostenitrici di questi uomini? Le casalinghe, che con loro collaborano e con cui condividono una missione comune, di cui vi parliamo in gallery, dove conosciamo meglio quest’associazione.
Le origini
Nata nel 2003, l’Associazione Casalinghi oggi conta circa 7mila iscritti in tutta la penisola.
“Quando abbiamo iniziato la situazione era molto difficile, adesso i ragazzi sono diversi, crescono con altre idee e meno pregiudizi. Prima, per esempio, non si vedevano mai gli uomini nelle pubblicità di prodotti per la casa, ora ce ne sono tantissimi, ed è una buona cosa, perché la tv entra nelle case della gente, il messaggio arriva” spiega Fiorenzo Bresciani, fondatore dell’associazione.
Lui ha cominciato dopo aver venduto la sua attività commerciale: “La mia signora si era appena laureata in Medicina e cominciava a lavorare, quindi era fuori tutto il giorno. Io ero a casa e ho dovuto iniziare a spolverare, a preparare da mangiare. Insomma, a mandare avanti la casa in sua assenza“.
Ha quasi 7 mila iscritti
Capito che quel mestiere gli piaceva, ha deciso di fondare l’associazione, con tanto di statuto, anche se inizialmente non sapeva come raccogliere altri iscritti. Ha quindi deciso di invitare gli amici in un casale in Toscana, a condizione che ognuno si impegnasse a fare qualcosa: chi cucinava, chi spazzava, chi lavava i piatti.
“Alla fine della giornata ho parlato loro del mio progetto e ho detto che mi avrebbe fatto piacere se i miei amici più cari mi avessero sostenuto in questa avventura. Il gelo totale. Ho pensato: vabbé, ci ho provato“.
Invece, nonostante le iniziali perplessità, gli amici aderiscono, e il vero boom arriva quando Maurizio Costanzo li invita in trasmissione. Oggi, sul sito dell’associazione, oltre a consigli su come curare le piante e lavare le tende, ci sono notizie su variazioni dei prezzi e delle bollette, sui prodotti ritirati dal mercato e su come ridurre lo spreco alimentare.
Non tutti sono casalinghi a tempo pieno
Molti non vogliono iscriversi perché sono medici o professori. Ma dal momento in cui si torna a casa è un lavoro che dobbiamo far tutti, dovremmo esser tutti un po’ casalinghi.
Le faccende di casa sono una cosa normale, necessaria, un lavoro prezioso: perché se le fa una donna va bene e se lo fa un uomo no?
Le prime alleate? Le casalinghe
Un alleato prezioso per l’associazione è rappresentato dal Moica, il Movimento Italiano Casalinghe. “Sono state le prime a credere in noi – spiega Bresciani –ci invitano ai convegni e noi le invitiamo ai nostri, c’è un bellissimo rapporto“.
Con loro, inoltre, Bresciani e gli altri condividono un obiettivo comune: il riconoscimento del lavoro domestico. “Dell’attività casalinga non si occupa nessuno, perché non è retribuita e non porta reddito, e invece è importantissima“.
Per partecipare occorre prendere parte alle “masterclass”, in cui si insegnano le basi dell’economia domestica, dallo stirare all'”epistemiologia del bucato”, materie che insegna proprio Bresciani. I corsi organizzati dall’Associazione durano due giorni e sono aperti a tutti, donne e uomini. Molti sono padri separati che devono imparare a gestire la casa e i figli da soli, ma anche ragazzi che stanno per andare a convivere.
Hanno anche pubblicato un libro
Dalla loro esperienza è nato anche il libro Pulire al naturale, edito dalla Terra Nuova Edizioni.
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