I bambini umiliati e infilzati con un gancio di ferro per il rito del Kuthiyottam

I bambini umiliati e infilzati con un gancio di ferro per il rito del Kuthiyottam
R. Sreelekha
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Molti rituali e pratiche religiose, pur andando avanti da tempo immemorabile, sono di difficile comprensione per la quantità di dolore, sofferenza e abnegazione fisica e mentale che richiedono, soprattutto laddove coinvolgano i bambini.

Se la festa del Sacrificio praticata ancora in molti paesi musulmani sconvolge per la quantità di sangue che riempie le strade dei villaggi in cui avviene il rito, le Kumari, dee viventi degli Hindu, sono scelte fra bambine anche molto piccole cui viene negato il diritto di vedere genitori, famiglia e amici, e persino quello di poggiare i piedi per terra.

L’India, oltre a quello delle dee-bambine vergini che restano nel ruolo di Kumari fino alla comparsa del ciclo mestruale, ha un altro rituale che coinvolge i bambini: quello di Kuthiyottam, che si svolge ogni anno il 2 marzo durante il festival di Pongala, nel tempio di Attukal Bhagavathy, a Trivandrum, in India. La cerimonia riguarda le donne devote alla dea Attukal Amma, divinità amata dal popolo, ma a essere protagonisti del rito sono bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni, che vengono letteralmente infilzati con piercing di ferro sul costato sinistro come pegno per richiedere alla dea Attukal Amma bellezza interiore ed esteriore, salute, ricchezza e felicità.

Nel 2018, però, la direttrice generale della polizia del Kerala, R. Sreelekha, si è impegnata per fermare tale rituale, definendolo una crudeltà, e descrivendone il funzionamento dettagliato nel suo blog.

Sreelekha ha parlato del Kuthiyottam come di una vera e propria attività criminale, in cui i bambini non sono neppure in grado di rendersi conto che si sta commettendo un crimine su di loro.

La direttrice generale ha anche ricordato che, nel paese indiano, una simile crudeltà verso i bambini è punibile ai sensi degli articoli 89, 319, 320, 349, 350, 351 del codice penale, della Juvenile Justice Act, ma anche per la Child Welfare Commission Act.

Sreelekha ha ovviamente parlato anche di connivenze, più o meno volontarie, dei genitori rispetto agli abusi perpetrati ai danni dei figli nei giorno della cerimonia.

Chi si lamenterà? – ha scritto la donna, come riporta TPII genitori non lo faranno, quelli che assisteranno non lo faranno perché non hanno alcun diritto di agire. Sarà un bambino a lamentarsi? E come farà a sapere che un crimine è stato commesso su di lui? Tutte le persone con cui ho parlato, e che sapevano di questa tortura sui bambini, non stavano pianificando di fare nulla!

Ma essere infilzati con i ganci di ferro è solo l’ultimo supplizio a cui questi poveri bambini devono sottoporsi; come vedrete nella gallery, il Kuthiyottam mette davvero a dura prova la pazienza, il dolore e talvolta la vita stessa delle vittime sacrificali.