Alla 58esima edizione della Biennale di Venezia, anche Bansky ha deciso di esporre. Lo ha fatto in maniera non ufficiale, dal momento che non ha mai ricevuto un invito. Ed è proprio questo, probabilmente, che lo ha spinto al suo gesto.
L’artista, come si può vedere da un filmato che egli stesso ha pubblicato sul proprio profilo Instagram, si è semplicemente presentato a Venezia e ha iniziato a installare un banchetto per strada, sotto l’occhio attento dei passanti. Bansky ha accostato alcune delle sue tele per dare vita a uno dei suoi ultimi capolavori.
“Venice in oil”, si legge sotto l’opera che rappresenta una nave da crociera svettante nella laguna veneziana. Non solo la descrizione di una tecnica pittorica, ma probabilmente anche una critica all’inquinamento dilagante che è causato proprio dall’attracco di navi da crociera nella Serenissima. Già l’Unesco, in passato, aveva mostrato preoccupazione per questa situazione, chiedendo al Governo di limitare l’accesso ai giganti del mare. Ma le navi continuano ad arrivare a Venezia.
Il video di Bansky si interrompe quando alcuni poliziotti si avvicinano al suo banchetto, invitandolo ad andarsene a causa della mancanza di autorizzazione per occupare il suolo pubblico. E così lo street artist raccoglie le sue cose e si allontana, mentre alle sue spalle l’ennesima nave da crociera entra nella laguna. Quella di Bansky è palesemente una critica alla manifestazione della Biennale, alla quale non è stato invitato. Proprio a didascalia del video, pubblicato sui social, l’artista scrive:
“Sto preparando il mio stand per la Biennale di Venezia. Malgrado si tratti del più grande e prestigioso evento d’arte al mondo, per qualche ragione io non sono mai stato invitato”.
Ma chi è davvero Bansky, e cosa rappresentano le sue splendide opere d’arte? Non si sa chi sia, eppure è sulla bocca di tutti. E soprattutto sui muri. Banksy è la rockstar della street art (non a caso qualcuno ha pensato si trattasse di Robert Del Naja dei Massive Attack): irriverente e sconcertante, non si conosce però la sua vera identità.
Perché l’idea non deve essere legata a un volto preciso, ma nel caso dello street artist ai tanti volti delle persone ritratte sui suoi graffiti – ma figurano anche animali e oggetti inanimati. Banksy è in tutto il mondo con la sua creatività con il suo dissacrante umorismo – sì, proprio nel senso pirandelliano del termine – come «sentimento del contrario» – a farci riflettere su vari argomenti e sul ruolo stesso dell’arte.
Come quella sua stampa della bambina con il palloncino che è stata distrutta appena battuta a un’asta milionaria da Sotheby (e che, paradossalmente, ha guadagnato ancor più valore). Banksy è riflessione sull’arte, una riflessione più immediata e mai mediata, qualcosa che tutti possono comprendere e ammirare, non importa l’età, il proprio retroterra culturale e neppure il livello di istruzione.
La bellezza dissacrante delle opere di Banksy può essere conosciuta girando il mondo. Oppure andando alle mostre rigorosamente non autorizzate, come quella che è partita da qualche giorno al Mudec di Milano e sarà visitabile fino al 14 aprile 2019 – e che si intitola The visual protest, the art of Banksy, curata da Gianni Mercurio. Come spiega Vanity Fair, è la prima mostra che un museo pubblico dedica allo street artist. Secondo alcuni fan, lui si potrebbe perfino fare vivo.
Si potrebbe pensare che la street art in un museo sia fuori contesto. In effetti queste opere nascono per avere un senso preciso nel luogo in cui sono state realizzate, ma nel museo sono presenti delle copie numerate dallo stesso artista, che vanno a costituire un excursus sulla sua filosofia. Gran parte delle sue opere sono politiche, ma hanno anche a che fare con la musica – anche collateralmente, ispirandosi ai punk britannici.
Abbiamo scelto alcune delle opere più interessanti di Banksy, scopriamole insieme in questa gallery.
Nave da crociera a Venezia
Per la Biennale, Bansky ha esposto una serie di tele che, l’una di fianco all’altra, danno vita a una scena quotidiana di Venezia: l’attracco di una nave da crociera nella laguna.
La bellezza ci salverà
Una bambina copre un’orribile svastica nera.
Bataclan
È particolarmente suggestivo e commovente il graffito sull’uscita di sicurezza del Bataclan, in memoria dell’attentato che qui ebbe luogo nel 2015.
La ragazza e il palloncino
È la stampa che si è autodistrutta da Sotheby di recente.
Il cane e il suo osso
Fuori contesto è difficile dire a cosa si riferisca. Un uomo ben vestito ha tagliato la zampa al cane e ora gli offre il suo stesso osso. Potrebbe essere il capitalismo-consumismo, che taglia le gambe ai lavoratori per rivender loro le cose che hanno realizzato sottopagati.
Il topo e il tempo
Un topo corre all’interno di un orologio, simboleggiando il modo in cui il tempo sia intrappolante.
Ponti
Un bimbo in assetto di guerra con la scritta «Disegna il ponte sollevato».
Fiori
Un uomo ha in mano un mazzo di fiori, ma tutti i petali sono caduti.
L'idrante
Un bimbo colpisce un idrante con un grosso martello.
Le torri gemelle
All’interno delle torri spunta un fiore a ricordare sia le vittime sia il modo in cui accadde la strage dell’11 settembre.
Confessionale nel cemento
Un sacerdote ascolta in un confessionale di strada.
Street art e proibizione
Due bimbi si prendono gioco del divieto di graffiti.
La foca e il globo
Una foca tiene in equilibrio sulla punta del naso un globo rosso.
Il topo di campagna
Due topini in visita alla Tour Eiffel.
Puttini di guerra
Due puttini che simboleggiano il conflitto arabo-israeliano.
Gli anziani e i giovani
Un cartello stradale che mostra degli anziani aggrappati alle spalle dei giovani.
La pace
Un nazista osserva la pace e la bellezza di un paesaggio montano.
Brexit
Quest’opera si trova a Dover e simboleggia l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Le minoranze
Profitto e minoranze non vanno d’accordo: per questa ragione, queste ultime fuggono da un uomo in giacca e cravatta che mostra un grafico.
Zehra Dogan
È il murale dedicato a Zehra Dogan, incarcerata per un disegno.
Bambini e conflitto
Una torretta militare e dei bambini che giocano intorno come fosse una giostra.
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