Björk, la cantante che inviò fiori alla famiglia dell'uomo che tentò di ucciderla
Bjork è una grandissima artista ma anche una grandissima persona: ecco la storia di quando ebbe pietà per il suo stalker e la famiglia di questi.
Bjork è una grandissima artista ma anche una grandissima persona: ecco la storia di quando ebbe pietà per il suo stalker e la famiglia di questi.
Nella loro vita, le celebrità trascorrono dei momenti bui, di paura, di angoscia. È successo, per esempio, a Bjork, cantante islandese dalla voce celestiale cui fu inviato un pacco bomba da un fan ossessionato. Ma la storia prese poi una piega molto diversa: l’uomo si suicidò e la cantante inviò fiori e condoglianze alla famiglia, come riporta Repubblica.
Un gesto importante, di pace quello di Bjork, a fronte di una grande paura che si è portata addosso per molto tempo.
Ma cosa accadde? È il 1996, Ricardo Lopez è un giovane fan di Bjork, solitario, scollato dal mondo, con una famiglia che l’ha cresciuto con amore. Vive in un appartamento per conto suo. Nonostante la sua grande intelligenza, Ricardo non ha proseguito gli studi e lavora nella ditta di disinfestazione del fratello.
Nel momento in cui si trasferì nella sua nuova casa, la sua ossessione per Bjork crebbe all’inverosimile. Ricardo teneva un diario, in cui annotava i suoi pensieri, tra cui dei riferimenti diretti e indiretti a suicidio e omicidio. E in cui il nome della cantante veniva menzionato 400 volte.
Quando Bjork iniziò la sua relazione con il dj Goldie, Ricardo iniziò a sviluppare dei sentimenti contrastanti verso la cantante tanto amata. Pensò quindi di realizzare una bomba che, esplodendo, avrebbe lanciato addosso all’artista aghi con sangue infetto da Hiv. Nell’impossibilità di realizzarla, l’uomo creò una bomba con materiali più comuni e la inviò alla casa discografica. Naturalmente, non sarebbe stato possibile per Bjork ricevere il pacco, che viene filtrato come tutta la sua corrispondenza.
Dopo averlo spedito, Ricardo si suicidò, girando anche un video – che fu trovato insieme ad altri alla sua morte, dagli inquirenti. Quando la bolla mediatica sull’argomento cessò, Bjork inviò dei fiori alla famiglia. Secondo RollingStone, che riporta una serie di curiosità sull’artista, il gesto di Lopez presenta una certa somiglianza con quello che avviene nel video di Army of Me girato da Michel Gondry: in esso, Bjork fa esplodere una bomba in un museo per risvegliare l’uomo che ama.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire le altre curiosità sulla cantante Bjork.
Il nome di Bjork si pronuncia, come dice RollingStone, «be-jerk» e significa «betulla». La testata fa un parallelismo con il titolo del suo quinto album Medúlla, che in latino vuol dire «midollo».
Prima ancora di Debut, Bjork realizzò, giovanissima, un disco che portava il suo nome. Nel 1977, quando aveva circa 13 anni, i suoi maestri della Barnamusikskoli di Reykjavík inviarono a una radio locale un demo che conteneva delle cover di famosi cantanti o gruppi, come i Beatles e Stevie Wonder. Ne fu realizzato un disco, le cui royalty permisero alla cantante di comprarsi il primo pianoforte.
In ogni album – ha detto Bjork in relazione al suo lavoro – c’è un personaggio che ha colori, elementi, simbolismi, umori e viaggi emotivi.
In Islanda non esistono gerarchie e chiedere un autografo è sciocco – ha detto Bjork – Se vuoi un autografo, fattelo da solo.
La creatività – ha spiegato Bjork – vive in ognuno di noi ma la sua natura è scivolosa e ogni volta che la afferri per la coda si nasconde. Il trucco non è trasformarla in un animale da circo ma inseguirla con dolcezza.
Una parte della registrazione di Cover Me è avvenuta in una grotta infestata da pipistrelli a Nassau.
Nel 1988, Bjork ha detto di aver paura delle influenze della tv sulla propria mente: con il passare degli anni però si è appassionata grandemente alla RuPaul’s Drag Race.
Ha un tatuaggio sul braccio, il cosiddetto «Vegvísir», che indica, in islandese, un incantesimo usato per non perdere la rotta durante i temporali.
Il governo islandese le ha dedicato, contro il suo volere (per una questione di modestia), l’isola di Elliðaey, che oggi si chiama Björk Island.
Tra le sue pochissime apparizioni al cinema, si annovera Dancer in the Dark di Lars von Trier, di cui è stata anche compositrice della colonna sonora. Tra i ruoli rifiutati ci sono quello in Tank Girl e quello in L’arte del sogno di Michel Gondry (con cui ha però girato più di alcuni video).
A Bjork, come riporta Capital tra le curiosità sulla cantante, è stato chiesto quale fosse il cibo più assurdo mai mangiato: lei ha risposto il puffin, un uccello che assomiglia a un pinguino:
Si mette di tutto in salamoia in Islanda – ha raccontato – e abbiamo usi tutti nostri: fanno pipì sugli squali pescati e poi li depongono sottoterra per alcuni mesi, infine li tolgono e l’ammoniaca li ha conservati perfettamente.
Una volta ha rubato una piscina per bambini con un amico poeta:
Ho attraversato una fase anti-establishment – ha spiegato – in cui credevo che tutto ci spettasse gratis… L’ho fatto perché il mio ragazzo e io non avevamo la vasca da bagno.
Bjork è autrice di dieci album in studio: Bjork (1977), Debut (1993), Post (1995), Homogenic (1997), Vespertine (2001), Medúlla (2004), Volta (2007), Biophilia (2011), Vulnicultura (2015) e Utopia (2017) – in foto.
Bjork ha vinto cinque Brit Awards, quattro Mtv Video Music Awards, ha ricevuto quindici nomination ai Grammy, una nomination agli Oscar, due ai Golden Globe. Al Festival di Cannes del 2000 ha vinto il Prix d’Interpretatione Feminine per Dancer in the Dark.
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