In un mondo in cui Samantha Cristoforetti è ancora l’eccezione e non la regola, non possiamo certo stupirci nel rivangare dal passato una storia di discriminazione, che vede protagonista una delle astrofisiche più brillanti del secolo scorso. È di Cecilia Payne-Gaposchkin che oggi vogliamo parlarvi, una donna che ha avuto il coraggio di tuffarsi in un mondo all’epoca totalmente declinato al maschile – e ancora oggi dominato dalle quote blu.
Cecilia, nata il 10 maggio 1900 a Wendover, in Inghilterra, sin dalla più tenera età si dimostrò molto portata per gli studi scientifici. Dopo aver deciso di dedicare la sua vita all’astronomia e all’astrofisica, la donna si mise a studiare la composizione delle stelle, ribaltando completamente le teorie allora vigenti. Con la sua rivoluzionaria tesi intitolata Stellar Atmospheres, Cecilia Payne mise in discussione le conoscenze della comunità scientifica dell’epoca.
La scienziata inglese studiò a lungo numerosi spettri stellari, comparandoli tra loro e giungendo a una conclusione che avrebbe potuto spazzare via una delle tesi più in voga nei primi decenni del ‘900. È infatti a Cecilia che dobbiamo l’importantissima scoperta dei materiali di cui è composto il Sole. Nel 1925, quando la donna scrisse la sua tesi, gli scienziati ritenevano che le stelle fossero costituite degli stessi minerali che si trovano nel nucleo della Terra – principalmente il ferro.
Cecilia Payne scoprì invece che il Sole è composto principalmente da idrogeno ed elio, che insieme costituiscono circa il 98% della sua massa e poco meno del 100% del suo volume. “La più brillante tesi di dottorato in astronomia mai scritta” – ebbe a dire l’astronomo Otto Struve negli anni ’60, a proposito del lavoro della scienziata inglese. Ma il mondo dell’astrofisica non era pronto, all’epoca, ad accettare una tesi così rivoluzionaria, soprattutto perché arrivava da una donna.
Henry Norris Russell, astrofisico di fama internazionale, convinse Cecilia Payne a rivedere il suo lavoro e a decurtare la sua tesi di diverse decine di pagine. La sua scoperta venne così declassata come “probabilmente non reale”, e l’intera comunità scientifica non la prese sul serio. Ma, 5 anni più tardi, lo stesso Russell approfondì gli studi sulla composizione del Sole e giunse alla stessa conclusione della Payne. Ne pubblicò i risultati, prendendosene il merito e citandola a margine di quella che l’astronomo dichiarò essere una delle più importanti scoperte scientifiche di sempre.
La comunità astronomica internazionale accettò i suoi studi rivoluzionari, che cambiarono per sempre alcune delle teorie fino a quel momento accreditate. Ma il nome di Cecilia Payne si perse nel nulla, rimanendo nella storia soltanto quello di Henry Norris Russell. Solo dopo molti anni la donna, oggi una delle astronome più importanti di sempre, ottenne il giusto riconoscimento. Nel 2002 Jeremy Knowles, preside della facoltà di Arti e Scienze presso l’Università di Harvard, commentò:
“Il più importante contributo scientifico di Payne-Gaposchkin è stata la scoperta che l’idrogeno è milioni di volte più abbondante che qualsiasi altro elemento nell’universo. Ogni studente sa che Newton ha scoperto la gravità, che Darwin ha scoperto l’evoluzione, che Einstein ha scoperto la relatività. Ma quando si parla della composizione del nostro universo, i testi di scuola dicono semplicemente che l’elemento prevalente è l’idrogeno. E nessuno si domanda come facciamo a saperlo… Dopo l’assegnazione del suo dottorato, Cecilia tenne delle lezioni al dipartimento di astronomia, ma non vennero mai inserite nell’elenco dei corsi. Ha diretto la ricerca universitaria senza che fosse fatto il suo nome, non aveva alcun titolo per effettuare le sue ricerche, e il suo misero stipendio era classificato dal dipartimento sotto la voce “attrezzature”. Ma nonostante tutto sopravvisse e prosperò”.
Scopriamo insieme l’intera storia di Cecilia Payne.
Chi è Cecilia Payne-Gaposchkin
Cecilia Helena Payne nacque nel 1900 a Wendover, in Inghilterra. Frequentò la St. Paul’s Girls’ School con ottimi risultati, tanto da ottenere una borsa di studio per l’Università di Cambridge, dove si iscrisse all’istituto femminile Newnham College.
I suoi primi passi nel mondo dell'astrofisica
Da sempre appassionata di scienze naturali, Cecilia studiò biologia, fisica, chimica e botanica. Ma nel 1919 ebbe un vero e proprio colpo di fulmine: assistendo a una conferenza dell’astrofisico sir Arthur Eddington, la giovane capì quale fosse la sua strada.
La borsa di studio ad Harvard
All’epoca, una donna non poteva ottenere una laurea. Cecilia, decisa a diventare un’astrofisica, completò così i suoi studi a Cambridge e riportò il suo primo, grande successo. Il direttore dell’Osservatorio dell’Università di Harvard, Harlow Shapley, la mise infatti a conoscenza di una borsa di studio aperta alle donne presso il Radcliffe College di Harvard, borsa che la Payne riuscì ad ottenere.
Il dottorato in astronomia
Trasferitasi negli Stati Uniti, la scienziata inglese approfondì i suoi studi in astrofisica e, nel 1925, scrisse la sua rivoluzionaria tesi Stellar Atmospheres, con la quale ottenne il dottorato in astronomia. Fu la prima donna a raggiungere questo risultato ad Harvard.
Gli studi successivi
Dopo la rivoluzionaria scoperta dell’idrogeno quale maggior componente del Sole e delle altre stelle, osteggiata dalla comunità scientifica, Cecilia si dedicò ad approfondire gli studi sulla struttura della Via Lattea e sulle stelle ad alta luminosità. Tuttavia la maggior parte delle sue scoperte non venne mai pubblicata, perché i suoi mentori si dimostrarono scettici e la convinsero a ritrattare le sue conclusioni.
I viaggi in Europa
Nel 1933 Cecilia tornò in Europa e incontrò l’astronomo russo Sergej Gaposchkin, che l’anno seguente diventò suo marito. La coppia ebbe tre figli e girò in lungo e in largo per tutto il mondo.
Gli studi condotti con il marito
Grazie all’aiuto di Cecilia, Sergej Gaposchkin ottenne il visto per gli Stati Uniti e si trasferì assieme a sua moglie. Insieme, i due coniugi compirono la maggior parte degli studi che ancora oggi ricordiamo: in particolare, le loro ricerche si concentrarono sulle stelle variabili e scrissero un’importante Introduzione all’astronomia.
I riconoscimenti
Dopo anni di fatiche, Cecilia Payne-Gaposchkin ottenne i primi riconoscimenti. Nel 1938 divenne astronoma presso l’Osservatorio dell’Università di Harvard, e nel 1956 si guadagnò il titolo di professore di astronomia e presidente del dipartimento presso il celebre istituto. Fu la prima donna ad ottenere questo incarico così prestigioso.
Il ritiro dalla carriera universitaria
Nel 1965, Cecilia Payne-Gaposchkin decise di ritirarsi e venne nominata professore emerito all’Università di Harvard. Ma non smise mai di dedicarsi alla sua grande passione: fino alla sua morte, continuò a lavorare allo Smithsonian Astrophysical Observatory.
Gli ultimi anni di Cecilia
Cecilia Payne-Gaposchkin e suo marito viaggiarono molto, negli anni ’70. Poco dopo un lungo percorso che li portò dall’Europa all’Australia, passando per l’Asia, i medici diagnosticarono a Cecilia un tumore ai polmoni, che la condusse alla morte il 7 dicembre 1979.
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