“Il 1987 mi ha dato tanti regali. Il 1988 non deve essere migliore, andrà benissimo anche continuare così”. Così Chet Baker parlò della sua vita nella sua ultima intervista, registrata il 31 ottobre del 1987 ad Amsterdam e ancora visibile su Youtube. Solo pochi mesi dopo morì in circostanze mai del tutto chiarite, cadendo dalla finestra del terzo piano del Prins Hendrik Hotel della capitale olandese, probabilmente sotto l’effetto di droghe.
Bello come un divo di Hollywood, tanto da essere soprannominato il James Dean del jazz, dal giorno alla notte divenne una leggenda. Trombettista e cantante, aveva un talento pari solo alla sua inquietudine. Vero eroe romantico della scena musicale, si perse nella selva della dipendenza, cedendo la sua giovinezza e una carriera di successo all’eroina. In una vecchia intervista in italiano per la RAI, raccontò la lotta contro i suoi demoni.
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Chet Baker con i genitori
Chesney Henry Baker Jr., detto Chet, nacque a Yale (Oklahoma) il 23 dicembre 1929. Suo padre era un noto chitarrista e gli trasmise da subito la passione per la musica, spingendolo a cantare nel coro della chiesa e più avanti regalandogli una tromba. Dopo il trasferimento in California con la famiglia, a sedici anni lasciò la scuola per arruolarsi e venne spedito in Germania, dove suonò nella banda militare. Tornato in California dopo la guerra, tentò di studiare musica, ma lasciò nuovamente per suonare nei club di San Francisco.
Chet Baker all'inizio della carriera
Nel 1950 tornò alla vita militare, suonando nella Banda della Sesta Armata dell’Esercito a San Francisco. Ritenuto inadatto alla vita militare per motivi psichiatrici, si dedicò solo alla carriera da musicista. Dopo il grande successo in gruppo con altri musicisti jazz, nel 1952 ottenne un contratto con il Gerry Mulligan Quartet e si fece notare per la sua splendida interpretazione di My Funny Valentine.
Chet Baker con la moglie
In Europa Chet Baker conobbe la modella inglese Carol Jackson, che diventò sua moglie e con cui ebbe tre figli.
Chet Baker in Italia con Dalida
Il gruppo si sciolse e Chet Baker decise di fondarne uno tutto suo, con cui sul finire degli Anni Sessanta partì in tour per suonare anche in Italia. Qui conobbe molti musicisti, con cui collaborò proficuamente, ma fu proprio nel nostro Paese che iniziarono i guai.
Chet Baker durante il processo a Lucca
Dipendente dall’eroina, durante il periodo italiano Chet Baker venne infatti arrestato e rimase per un anno nel carcere di Lucca. Per lo stesso motivo, negli anni seguenti venne anche espulso dalla Germania Ovest e dall’Inghilterra. Nel 1966 si ritirò dalla scena musicale momentaneamente a causa di problemi ai denti, forse causati da una rissa dopo un concerto o forse proprio dall’uso dell’eroina. Fu un altro musicista, Dizzy Gillespie, ad aiutarlo: dopo averlo riconosciuto mentre lavorava a un distributore di benzina, gli diede la possibilità di tornare a lavorare, anche grazie a una dentiera.
Chet Baker
Dopo un periodo a New York, negli Anni Settanta, dove ricominciò a registrare con altri musicisti jazz, nel decennio successivo preferì tornare in Europa, dove aveva molti amici. In particolare, soggiornava spesso in Olanda, Paese in cui era più facile acquistare narcotici.
Chet Baker
Negli Anni Ottanta Chet Baker passò molto tempo in Italia, collaborando soprattutto con il flautista Nicola Stilo, che gli rimase accanto fino alla fine.
Chet Baker
Chet Baker morì il 13 maggio 1988 dopo una caduta dalla finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam. Le circostanze non vennero mai del tutto chiarite, ma molto probabilmente era sotto effetto della droga. Venne poi sepolto a Inglewood, in California.
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