Per Claudette Colvin, che a 15 anni ci insegnò il coraggio
Nove mesi prima di Rosa Parks, nel 1955 la quindicenne Claudette Calvin venne arrestata perché non aveva ceduto il posto sull'autobus a una donna bianca
Nove mesi prima di Rosa Parks, nel 1955 la quindicenne Claudette Calvin venne arrestata perché non aveva ceduto il posto sull'autobus a una donna bianca
L’arresto di Rosa Parks, il primo dicembre del 1955, fu il casus belli che portò all’abolizione della segregazione razziale sugli autobus in Alabama. Ma forse non tutti sanno che, prima di lei, un’altra persona decise di ribellarsi e non cedere il suo posto a una persona bianca: il suo nome è Claudette Colvin e a lungo la sua storia non è stata raccontata come avrebbe dovuto. Per anni restia a parlarne, si è aperta in una lunga intervista con la BBC.
Nata il 5 settembre 1939 a Montgomery, adottata da una coppia che viveva in un quartiere povero della città, fin da piccola si appassionò alla storia afroamericana. Lesse la storia dell’ex schiava Sojourner Truth e della cantante d’opera Marian Anderson, a cui non venne permesso di esibirsi alla Constitutional Hall di Washington solo perché nera. Intelligente e vivace, Claudette diceva che un giorno sarebbe diventata presidente.
Il 2 marzo del 1955 prese l’autobus per tornare a casa dopo la scuola, come ogni giorno. “I bianchi erano sempre seduti davanti e i neri in fondo”, ha spiegato alla BBC. “L’autista poteva assegnare i posti, così quando salivano più bianchi sull’autobus, chiedeva di alzarsi”. Il problema, ovviamente, si presentava quando tutti i posti erano occupati, come accadde quel giorno. A Claudette Colvin e alle amiche che viaggiavano con lei venne dunque ordinato di alzarsi.
Voleva che cedessi il mio posto a una persona bianca e l’avrei fatto, se si fosse trattato di un’anziana, ma era una giovane bianca. Tre studenti si alzarono riluttanti, ma io rimasi seduta vicino al finestrino.
Claudette disse quindi all’autista che aveva pagato il biglietto e che non si sarebbe alzata. In quel momento non ebbe paura, perché sentiva il sostegno di quelle donne che prima di lei avevano lottato per far valere i loro diritti. Per tutta risposta, l’uomo guidò fino a una stazione di polizia e si fermò per chiamare gli agenti.
Li ho sfidati, poi mi hanno strappato i libri dal grembo e uno di loro mi ha preso per il braccio. Non so come scesi dall’autobus, ma gli altri studenti raccontarono che mi avevano preso di peso e messa nella loro macchina. Ma quello che ricordo bene è che mi chiesero di appoggiare le mani al vetro e fu in quel momento che mi arrestarono.
Spaventata, Claudette Colvin attese per tre ore nella stazione di polizia, fino a quando arrivò il pastore del suo quartiere a farla liberare. Sua madre non si arrabbiò, anzi, le disse “Beh, Claudette, finalmente l’hai fatto”. Per diversi mesi, però, la sua famiglia visse nel terrore di essere presa di mira dal Ku Klux Klan.
Il motivo per cui non fu presa simbolo della lotta contro la segregazione razziale sugli autobus, come accadde pochi mesi dopo con Rosa Parks, è dovuto al fatto che poco dopo l’arresto aveva scoperto di aspettare un figlio. “Mi dissero che non volevano un’adolescente incinta perché sarebbe stata una cosa troppo controversa e che la gente avrebbe parlato più della mia gravidanza, invece che boicottare gli autobus”.
In gallery la storia di Rosa Parks e della lotta che portò all’abolizione della segregazioni sugli autobus.
Il primo dicembre 1955, nove mesi dopo l’arresto di Claudette, Rosa Parks stava tornando a casa in autobus dopo una giornata di lavoro come sarta, a Montgomery. Occupò il primo posto dietro alla fila riservata ai soli bianchi, nel settore dei posti comuni.
Dopo tre fermate, l’autista chiese a Rosa Parks di alzarsi per cedere il posto a un passeggero bianco appena salito. Lei si rifiutò, mostrando grande calma.
Il conducente fermò il veicolo e chiamò due agenti di polizia, che arrestarono Rosa Parks per condotta impropria.
La notte dopo l’arresto di Rosa Parks, cinquanta leader della comunità afroamericana, guidati da Martin Luther King, si riunirono per decidere come reagire. Il giorno successivo incominciò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery.
La protesta durò per 381 giorni, finché non venne rimossa la legge che legalizzava la segregazione. Nel 1956 il caso di Rosa Parks arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che decretò incostituzionale la segregazione sui pullman pubblici dell’Alabama.
Rosa Parks divenne così l’icona del movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Più volte minacciata di morte e senza lavoro, perché nessuno voleva assumerla, decise di trasferirsi a Detroit. Dal 1965 al 1988 fu assunta come segretaria per il membro del Congresso John Conyers. Nel 1999 ottenne la Medaglia d’oro del Congresso, durante la presidenza di Bill Clinton.
Rosa Parks è morta a Detroit il 24 ottobre 2005, all’età di 92 anni, ma ancora oggi è il simbolo di come una sola persona possa rappresentare la scintilla del cambiamento.
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