Ci sono campioni che non sono tali solo sul campo, ma che lo sono anche nella vita. Uno di questi è Claudio Marchisio – che è stato un grande calciatore per la Juventus e, dopo una breve parentesi nel campionato russo, allo Zenit San Pietroburgo, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo.
Marchisio viene soprannominato “il Principino”, per via del suo modo di vestire quando smette le scarpe coi tacchetti ma anche per il suo fair play in campo. E per l’esempio di civiltà che rappresenta tutti i giorni.
In più di un’occasione infatti Claudio Marchisio ha preso posizione nei riguardi delle cosiddette “minoranze” come donne e migranti – le donne in effetti non costituiscono una minoranza dal punto di vista numerico ma rappresentano una fascia della società molto colpita dalle varie forme di maschilismo. Il calciatore ha preso parte a iniziative in favore di queste categorie di persone ma ha anche reso delle dichiarazioni per motivare il suo punto di vista – e sensibilizzare di conseguenza gli altri.
Nel 2018 l’atleta e la moglie Roberta hanno aderito all’iniziativa di WeWorld Onlus Un rosso alla violenza, contro la violenza sulle donne. Claudio Marchisio, per l’occasione, ha anche pubblicato su Instagram uno scatto che lo ritrae con lo stesso segno rosso in compagnia della moglie, che ha tinto le labbra con un rossetto di colore identico. Ma l’ex calciatore ha anche manifestato sui social la propria solidarietà nei confronti di Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya:
Silvia Romano è libera
Silvia Romano è libera. Dopo 18 mesi di paure, dubbi e speranze oggi la giovane volontaria rapita in Kenya nel 2018 torna in Italia.
Perché ci sono valori che non potranno mai essere sconfitti – ha scritto Marchisio su Twitter e Instagram – L’esempio di #SilviaRomano vola alto sopra la tristezza dei pidocchi che la criticano. La nostra meglio gioventù che ci riempie di orgoglio. Ti aspettiamo presto Silvia.
A giugno 2018, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, Claudio Marchisio ha rivolto parole altrettanto eloquenti in favore dei migranti, come è accaduto a molti altri suoi colleghi ed ex colleghi – ha destato molta eco l’esempio di Francesco Totti. Il giocatore è apparso su Instagram con uno scatto in cui teneva in mano un cartello con la scritta «#WithRefugees» e nella didascalia ha scritto:
Guerre e violenza costringono ogni giorno migliaia di famiglie ad abbandonare le proprie case e ad affrontare pericolosi viaggi alla ricerca di protezione, dignità e un futuro per i propri figli. Io credo che sia il momento di chiedere ai leader mondiali delle soluzioni concrete e di stare dalla parte dei più deboli. E tu da che parte stai?
Mentre ha già dato la propria disponibilità per partecipare a un incontro benefico in favore dei vigili del fuoco australiani, intenti a domare i terribili incendi che hanno sconvolto il Paese.
Ma Marchisio si occupa di molto altro, come vi raccontiamo in gallery.
In campo per l'Australia
Tornerà in campo, ma solo per una partita speciale: ha accettato di partecipare a Football For Fires, l’iniziativa che raccoglierà fondi a favore dei vigili del fuoco australiani, dopo gli incendi gravissimi che hanno devastato il Paese. Il principino è stato il primo giocatore a dare la propria conferma,
Con i rifugiati
Ecco lo scatto di Marchisio in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.
Il segno rosso
Claudio e Roberta contro la violenza sulle donne.
Testimonial AIRC
A novembre del 2019, in occasione del Vanity Fair Stories, Marchisio ha parlato del suo impegno per l’AIRC, contro il cancro.
Ho perso il mio migliore amico a 17 anni per un tumore al ginocchio, un episodio che mi ha segnato e ora cerco di dare il mio contributo alla lotta contro la malattia.
Il pensiero sui social
Marchisio porta avanti alcune delle sue battaglie anche sui social, su cui però ha un suo pensiero:
Pensare che queste piattaforme erano nate con l’obiettivo di condividere e sono diventate uno strumento dove tutti sparano giudizi. Sta a noi adulti, che siamo cresciuti senza, spiegare ai più giovani che la realtà è un’altra.
Dai social ai conflitti:
Ho detto la mia anche sulle tensioni in Siria e per questo a Malta, prima di un evento, mi hanno recapitato minacce di morte.
La vita privata
Claudio e Roberta Sinopoli si sono sposati nel 2008 e hanno due figli, Davide e Leonardo, che sono nati nel 2009 e nel 2012.
I figli
Anche i figli di Marchisio giocano a calcio, magari sperando di seguire le orme del padre. Su Instagram, oltre agli scatti dei momenti di relax in famiglia come questi, non sono rari quelli che ritraggono i giovanissimi con delle maglie da calcio.
Azioni di solidarietà
Nel 2018 Marchisio ha scritto anche in favore delle persone con disabilità motoria:
Era il 3 giugno 2017, c’era la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid anche se il calcio questa volta non c’entra. Marisa insieme al marito stava passeggiando nei pressi di piazza San Carlo, quando all’improvviso una folla in preda al panico, in fuga dalla piazza, li ha investiti.
A causa dei traumi subiti oggi Marisa è paralizzata. Credo che da un gioco del destino così crudele possano nascere sentimenti di rabbia, sfiducia e frustrazione, invece Marisa non solo non si è arresa ma ha deciso di fondare I Sogni di Marisa Onlus con l’obbiettivo di aiutare persone che soffrono di disabilità motoria.
In questo Natale, Marisa e la sua storia mi hanno regalato la miglior definizione di generosità che potessi aspettarmi.
Gli esordi
Classe 1986, Marchisio è entrato nella Juventus a 7 anni, quando è stato preso nel vivaio della squadra del cuore. È stato ovviamente nelle giovanili della formazione originaria di Torino, diventandone anche capitano e vincendo numerosi trofei.
La retrocessione
I tifosi juventini, benché non abbiano mai accettato davvero la retrocessione in serie B, comprendono che per i calciatori si trattò di una prova di fedeltà alla squadra. Non tutti rimasero, altri se ne andarono per altri lidi, e questo aprì la possibilità agli Under 21 di entrare in prima squadra. È così che Marchisio ha realizzato il suo sogno.
Icona della Juventus
Come riporta CalcioMercato, Marchisio ha dichiarato lo scorso anno:
Nessuna altra maglia all’infuori di quella bianconera in Italia.
La ragione è naturalmente affascinante. In un’intervista del 2013, il calciatore aveva detto a RivistaStudio che il suo sogno era diventare una bandiera della Juventus, dove in effetti è stato tale dal 2006 al 2018 – con una piccola parentesi/prestito all’Empoli. Un punto di vista molto romantico a nostro avviso restare legati a una squadra per la vita, come in fondo è accaduto ad altri grandi campioni italiani. Tanto che, invece che andare alla Fiorentina, come tanti hanno auspicato, Marchisio è volato in Russia.
Dall’Italia alla Russia
Dopo l’esperienza in Russia Marchisio ha deciso di smettere, a 33 anni.
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