Com’era Cleopatra, com’era davvero?
Nel tempo, ognuna di noi si è fatta un’idea ben lontana dai libri di storia. C’è chi ha letto Antonio e Cleopatra di William Shakespeare, chi ha visto i film interpretati da tantissime attrici iconiche, tra cui Elizabeth Taylor, Vivien Leigh, Sophia Loren o Monica Bellucci. Per farsi un quadro preciso c’è però un libro recente che vale la pena di leggere. Si tratta di Cleopatra – La regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità di Alberto Angela.
Cleopatra. La regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità
Chi ha dimestichezza con i volumi di quest’autore saprà che, benché scientificamente ineccepibili, sono scritti in modo tale da essere compresi da tutti, magari con dei parallelismi con la contemporaneità – tanto che Cleopatra viene paragonata da Angela a Lady Gaga. E in effetti, la regina d’Egitto finì al centro di una Bad Romance e il suo destino di donna forte fu determinato comunque dall’incontro con tre uomini romani: Giulio Cesare, da cui ebbe Cesarione, Marco Antonio, con cui fece altri tre figli, e Ottaviano Augusto, che è un po’ un’ombra nera di questa vicenda storica.
I conoscitori della storia romana lo sanno bene: anche nell’Antica Roma esisteva la propaganda e anche le fake news (per esempio la storia della nascita di Roma affonda le sue radici nell’epoca imperiale e Cesare cercò di fare apologia di se stesso ri-scrivendo le vicende De Bello Civili). Secondo Alberto Angela anche Cleopatra fu colpita dalla macchina del fango, per cui l’immagine della regina fu utilizzata per screditare i personaggi politici romani con cui veniva a contatto. Non essendoci la stampa si ricorreva al passaparola.
Nel tempo, comunque, il fascino di Cleopatra ha portato anche ad amplificare e a modificare la sua figura nell’immaginario collettivo, aggiungendo dettagli alla sua storia, che però non hanno fondamento storico-scientifico. Così, su molti argomenti ci ha pensato Alberto Angela a ricostruire la verità, con quel poco che aveva per le mani – ricordiamo che esistono pochissimi documenti scritti dell’epoca, a causa dello smarrimento dei manoscritti che prende il nome di «naufragio del IX secolo d.C».
Sfogliamo insieme quindi la gallery per sfatare alcuni miti sulla regina Cleopatra.
Non era bellissima
Cleopatra è stata dipinta sempre come una donna bellissima – tanto che al cinema una delle dive che le hanno prestato il volto è stata Elizabeth Taylor. Secondo quanto trovato da Alberto Angela, era in realtà bassina (circa 1 metro e 50), minuta anche se dalle forme sinuose, non colpiva per l’aspetto, ma con le parole e il suo carattere. Il suo aspetto è stato ricostruito dai Ris a partire da statue e monete.
Effettivamente – spiega Angela in una videointervista a Repubblica – aveva un naso pronunciato che le dava carattere, non un naso eccessivamente grande. Ma erano i suoi occhi la parte più potente del volto, lei colpiva per il suo sguardo.
Sessualmente audace
Angela descrive Cleopatra come sessualmente audace. Questo è un incontro con Marco Antonio:
Lo raggiunge in barca seminuda, eccentrica e provocatoria come Lady Gaga, lo porta in luna di miele, lo rende padre, lo aiuta a conquistare l’Oriente. Lei guida, unica donna tra migliaia di uomini, eserciti e navi. Non solo: usa la propaganda, investendo se stessa e Antonio di ascendenze divine.
La bufala dell'aspide
Plutarco racconta che la morte della regina nel 30 a.C avvenne per suicidio con il morso di un aspide. Studi più recenti, come quello di Christoph Schäfer, affermano che Cleopatra forse si suicidò ma ricorrendo al veleno – l’aspide non le avrebbe mai dato una morte lenta e indolore. Se non si suicidò, potrebbe essere stato Ottaviano Augusto a ucciderla col veleno, perché elemento destabilizzante per la presa del proprio potere.
Una donna indipendente
Nella Storia, le donne colpite da retaggi e destinate al focolare risalgono all’epoca della Riforma e della Controriforma. Nel Medioevo molte donne erano imprenditrici – soprattutto nel campo dell’artigianato – e libere. Così anche nell’Antica Roma, come lo stesso Angela scrive in un volume precedente, I tre giorni di Pompei. Ma cosa dice Angela su Cleopatra?
Alla base del suo successo c’è una mentalità indipendente, inconcepibile per le contemporanee. Si è detto che Cleopatra abbia conquistato Roma seducendone i condottieri. Invece è stata sconfitta come regina, ma ha vinto come donna. Chi le assomiglia oggi? Come lei, non c’è nessuna.
Qui in foto Vivien Leigh, che secondo Angela è stata l’attrice che meglio ha centrato l’aspetto e il personaggio di Cleopatra.
Una donna colta
Cleopatra era anche una donna colta, come racconta Angela:
I migliori intellettuali le insegnano le lingue e la retorica. Impara anche i segreti di astri, medicine e veleni, tanto che pare scrivesse libri su questi argomenti.
Niente Colosseo
Siamo soliti pensare che la Roma che Cleopatra vide sia molto simile a quella che conosciamo oggi. Eppure negli anni 40 a.C. non erano “pronti” Colosseo, Pantheon, Terme di Caracalla, Fori Imperiali, Foro Romano, Catacombe, Domus Aurea. E soprattutto mancavano gli obelischi vari, all’epoca ancora in Egitto.
La prima volta
Cleopatra visse una storia d’amore molto chiacchierata con una donna, Licoride, un’attrice di mimo. Le due donne si facevano addirittura trasportare insieme in lettiga. La sua prima volta con un uomo fu però con Giulio Cesare:
Essendo vergine o con poca esperienza… è verosimile che nella sua prima notte d’amore si sia rivelata un po’ timida e impacciata… Cesare è forse stato il primo a guidarla alla scoperta dei piaceri del sesso.
La pelle chiara
Spesso attribuiamo a Cleopatra la pelle scura. È invece vero che si truccava e, come era ritenuto raffinato per le donne dell’epoca, stendeva sul volto fondotinta e creta per far apparire la sua pelle bianchissima. I cosmetici che usava erano invece a base di grassi e pigmenti naturali, mentre laccava le unghie con l’henné.
Niente caschetto
Nell’iconografia cinematografica, Cleopatra ha un caschetto di capelli neri. In realtà, la regina d’Egitto indossava una parrucca. I capelli di questa parrucca erano erano neri sì, ma divisi in tre grandi ciocche, una centrale che scendeva sulla nuca e due laterali che si fermavano all’altezza dei seni.
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