Tutte almeno una volta nella vita ci siamo guardate allo specchio dicendo: “Ah, quanto vorrei essere nata più alta, più bassa, con i capelli ricci, lisci, con gli occhi chiari, scuri, con più seno o meno…” e così via.
La chirurgia estetica ha offerto alla nostra società la possibilità per “plasmarci” così come volevamo fin dall’inizio, certo… Ma se si tratta solo di curiosità come la mettiamo? Partendo dal presupposto che la chirurgia estetica, purtroppo, costa parecchio e non tutti vogliono sottoporsi a interventi così importanti, il fotografo Scott Chasserot ha voluto dare vita agli “io” ideali di alcuni suoi soggetti attraverso il progetto fotografico dal titolo Original Ideal.
Si tratta di semplici fotografie che mostrano normalissime persone, affiancate poi a immagini sempre di loro stessi ma modificate attraverso un programma di editing.
Ma su cosa si è basato Scott Chasserot per la realizzazione di questo suo singolare progetto? Alla base di ogni cosa, ha spiegato l’uomo attraverso il sito internet ufficiale dell’idea, ci sono quelli che definiamo “canoni scientificamente affermati di bellezza“, ovvero tutte quelle norme – se così le possiamo definire – sociali e silenziose che ci fanno dire: “Questa persona è proprio bella!” (dal viso scolpito e magro, gli occhi grandi alle labbra carnose e armoniose).
Fatto ciò, il fotografo ha sottoposto tutti i suoi modelli a una scansione cerebrale tramite uno speciale scanner apposito per registrare le loro reazioni emotive alle immagini, attraverso le onde cerebrali.
Il risultato? Ognuno di loro si è preferito nella fotografia che mostrata una realtà “distorta” del loro aspetto, ovvero quella modificata dall’uomo. In sintesi, nessuno di loro si preferiva nella versione originale di se stesso. Indubbiamente quello di Scott Chasserot è stato un esperimento, quasi più che un progetto, che ci fa davvero riflettere sulla visione di noi stessi.
Ecco quindi una gallery con le 12 immagini originali messe a confronto con quelle modificate. Voi quale versione preferite?
Cosa ne pensi?