Joaquin Phoenix, l'omaggio al fratello River nel nome di suo figlio
Con la nascita del suo primo figlio, nel 2020, Joaquin Phoenix ha reso omaggio al fratello River, tragicamente scomparso nel 1993.
Con la nascita del suo primo figlio, nel 2020, Joaquin Phoenix ha reso omaggio al fratello River, tragicamente scomparso nel 1993.
Joaquin Phoenix porta dentro di sé un grande dolore per la morte del fratello River, ed era naturale che avrebbe chiamato il suo primo figlio, avuto dalla compagna Rooney Mara, proprio come lui, morto per un mix di droghe e alcol nel 1993.
Per anni Joaquin Phoenix è rimasto sempre all’ombra, quasi volontariamente. Tanti ruoli intensi, tanti film impegnati, eppure per molti lui era sempre e solo il fratello minore di River Phoenix.
Gli ci è voluta una lunga gavetta, tanti film e la consacrazione definitiva con Joker, con cui ha trionfato ai Golden Globe, ai BAFTA e agli Oscar, affinché il mondo si accorgesse del suo talento e di quanto sia bravo nella recitazione.
Eppure, a Joaquin Phoenix “l’ombra” del fratello non è mai pesata, anzi; quello della sua morte è un dolore che l’attore ha sempre affrontato privatamente, con una piccola eccezione, sul palco dei TIFF Tribute Actor Award a Toronto, nel settembe del 2019, dove ha ricordato River, promettente attore con alle spalle pellicole come Stand by me e Belli e Dannati, morto per overdose la notte tra il 30 e il 31 ottobre del 1993.
Quando avevo quindici o sedici anni, mio fratello River venne a casa dal lavoro. Aveva il VHS di un film chiamato Toro scatenato. Lo vedemmo insieme. Il mattino dopo me lo fece rivedere. ‘Devi ricominciare a recitare, devi fare così’. Non me lo chiese, me lo disse. Sono in debito con lui perché questo mestiere mi ha regalato una vita meravigliosa.
Phoenix è nato in una famiglia di hippie, appartenenti alla setta dei Bambini di Dio, con il nome di Joaquin Rafael Bottom. Terzo di cinque figli, i fratelli e le sorelle hanno tutti nomi legati alla natura: River, Rain, Liberty e Summer. Per non sentirsi “escluso”, fino a 15 anni si fa chiamare Leaf (in inglese “foglia”).
Quando i suoi genitori perdono fiducia nella setta, decidono di tornare negli Stati Uniti dall’America Latina, dove Joaquin è cresciuto, e di cambiare cognome, per rinascere proprio come la fenice (“Phoenix” in inglese).
Nel 1982 Joaquin Phoenix esordisce nella serie tv Sette spose per sette fratelli, accanto al fratello River. Mentre il fratello e la sorella maggiore Rain cominciano già a farsi conoscere a Hollywood, lui decide di seguire le loro orme e debutta al cinema nel 1986 in Space Camp. Tuttavia, la recitazione non sembra fare per lui, e tre anni dopo segue il padre in Messico, in seguito al divorzio dei genitori. È solo dopo la morte che decide di tornare alla recitazione, e lo fa nel 1993 in Da morire, acclamato film di Gus Van Sant.
Quella drammatica sera c’era lui, mentre River moriva tra le sue braccia al party di Halloween organizzato al celebre Viper Room di Los Angeles. E poi c’erano la sorella Rain Phoenix, la fidanzata di River Samantha Mathis e molti altri amici, tra cui anche Leonardo DiCaprio.
River avrebbe dovuto suonare sul palco con Flea e John Frusciante dei Red Hot Chili Peppers e Johnny Depp, ma dopo aver assunto alcol, marijuana, cocaina ed eroina, iniziò a stare male. Joaquin e Rain provarono a rianimarlo, ma quando l’ambulanza finalmente giunse al club, non c’era più nulla da fare.
Joaquin Phoenix non ha ovviamente mai dimenticato quella sera né gli insegnamenti e gli stimoli dati da suo fratello, e adesso, con la nascita del suo primo bambino, nel settembre del 2020, è come se un cerchio si fosse chiuso, nella maniera più toccante possibile.
L’anno prossimo lo rivedremo nel sequel di Joker, con al fianco Lady Gaga, ma nel 2023 presterà il volto anche all’imperatore Napoleone Bonaparte nel film omonimo di Ridley Scott, con cui torna a recitare dopo aver vestito i panni di Commodo nel cult Il Gladiatore, film del 2000 che lo ha consacrato come stella del cinema internazionale. Anche se il mondo ci ha messo davvero tanto – forse troppo – per accorgersi del suo talento.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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