Abbiamo voluto mutuare il titolo da un articolo del New York Times, per raccontare una situazione di cui le donne sono vittime incolpevoli, e a cui si deve porre rimedio il prima possibile.
Oggi, per fortuna, a una donna non serve più necessariamente la compagnia di un uomo, né per sentirsi completa e realizzata, né per perseguire i suoi sogni e fare ciò che la fa sentire libera.
Ivi compreso, naturalmente, il viaggiare; i dati più recenti forniscono interessanti informazioni su questo aspetto, ad esempio: un’analisi condotta dalla British Airways, “Global solo travel study”, condotta nel 2018, ha intervistato 9.000 persone, uomini e donne tra i 18 e i 64 anni, in Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, India, Germania, Cina, Brasile e Italia, scoprendo che ben il 63% delle donne ha fatto almeno un viaggio da sola nella propria vita, e che il 73% ha intenzione di farne uno in futuro. Parallelamente a questa, una ricerca più datata – 2017 – di Jfc, “Io viaggio sola“, concentratasi esclusivamente sul panorama italiano, ha evidenziato che le viaggiatrici solitarie sono il 62,6%, e che – per sfatare un altro falso mito – per il 47,8% hanno un compagno ma non sono sposate.
Ancora, Hostelworld, una piattaforma di prenotazione online di ostelli, in uno studio del 2018 ha rilevato che le prenotazioni di viaggiatrici sole sono aumentate del 45% dal 2015 al 2017, rispetto a un aumento del 40% per gli uomini.
Se questi dati sono confortanti, perché raccontano di una femminilità assolutamente indipendente e libera, c’è però un contraltare davvero terribile, ed è una realtà che non si può ignorare.
Molte, purtroppo, sono infatti le donne che dai loro viaggi in solitaria non ritornano, che vengono uccise, stuprate, brutalizzate nei paesi in cui si recano. Non sono episodi rari, tanto che ancora oggi, per le viaggiatrici, esistono vere e proprie guide che forniscono suggerimenti sui paesi considerati “a rischio” e sulle zone che, in ciascuno Stato, è preferibile evitare.
Solo negli ultimi mesi, tutti ricorderanno la terribile fine di Louisa Vesterager Jespersen e Maren Ueland, due ragazze scandinave orribilmente assassinate in Marocco, in quello che poi è stato rivendicato come atto terroristico da parte dell’Isis.
Scorrendo invece con gli anni, tornando a un decennio fa, è impossibile non citare Pippa Bacca, partita per il mondo per portare un messaggio di pace e amore universale, e stuprata e lasciata agonizzante durante il suo viaggio in autostop.
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In realtà, stabilire con chiarezza quanto le donne si espongano al pericolo quando viaggiano da sole è tutt’altro che semplice, dato che non esiste un quadro globale della violenza nei confronti delle viaggiatrici, e il motivo è presto spiegato: la maggior parte dei paesi non tiene traccia in modo completo della violenza nei confronti delle donne che viaggiano.
Infatti, anche gli enti globali più importanti, come l’ONU, tengono conto dei dati sulla violenza di genere nel suo complesso, senza particolari riferimenti a quella compiuta sulle donne che viaggiano sole.
In un quadro del genere, dove la violenza è il maggior rischio a cui si espongono le viaggiatrici, ma monitarla non è semplice, è chiaro che siano le donne stesse a dover “autotutelarsi”: il che non significa affatto rinunciare a viaggiare – il che vorrebbe dire rinunciare a un diritto sacrosanto – quanto piuttosto imparare a mettersi al riparo da sole, in maniera intelligente e coscienziosa. Per questo c’è chi, come Jessica Nabongo, in missione per diventare la prima donna di colore a visitare tutti i paesi del mondo (finora è a quota 158, di cui 54 in solitaria) fornisce preziosi consigli alle donne per evitare i pericoli durante le loro avventure in solitaria.
Diciamo alle donne cosa non fare per evitare di essere attaccate invece di dire agli uomini di non attaccare le donne.
Ammette lei, riconoscendo che il punto di partenza è sbagliato, ma necessario finché rimarrà un’impronta così fortemente maschilista nella società. La sua road map per la sicurezza personale, ad esempio, include il soggiorno in hotel che abbiano il servizio di sicurezza 24 ore al giorno. Se rimane in un Airbnb, l’host deve aver ricevuto costantemente recensioni eccellenti e aver ottenuto lo stato di “superhost”. Si serve del servizio Ubers in modo che la sua posizione sia costantemente tracciata, e dichiara che finché non riesce a valutare quanto sia importante l’abbigliamento nel posto che sta visitando, si veste in modo dimesso .
È chiaro che preferirei un mondo in cui le donne possano semplicemente fare le valigie e viaggiare senza doversi preoccupare di cose di cui i viaggiatori solitari di sesso maschile non devono, ma è utopistico.
“In molte città europee in cui sono stata, come Barcellona, Madrid, Roma, Milano – ha detto – le donne di colore sono più in pericolo perché molte persone pensano che siamo prostitute. La mia paura è sempre che, se dovesse succedermi qualcosa in una città europea, a nessuno importerebbe. Potrei correre giù per la strada urlando in Italia e gli spettatori non se ne preoccuperebbero, perché sono nera“.
Dianelle Rivers-Mitchell ha invece fondato Black Girls Travel Too, sulla cui pagina Facebook permette a migliaia di donne di condividere consigli su dove alloggiare, mangiare e visitare, ponendo al centro i problemi di sicurezza.
Esistono poi anche app create appositamente per le donne che viaggiano da sole: su tutte, quelle gratuite come Chirpey, RedZone, MayDay, Tripwhistle e Noonlight, che consentono di segnalare incidenti e aree di pericolo e di contattare le forze dell’ordine locali.
Sì, purtroppo siamo ancora al punto in cui devono essere le donne a difendere se stesse e non gli uomini a essere educati al rispetto delle libertà altrui; situazione paradossale, ma che a quanto pare è necessaria, almeno per garantire a ciascuna di noi il diritto di non rinunciare ai nostri sogni.
Insomma, se nessuno pensa a difenderci, è giusto fare gruppo e imparare a condividere esperienze, suggerimenti e idee per farlo da sole.
In gallery abbiamo ricordato alcune delle donne rimaste uccise durante i loro viaggi in solitaria, e fornito alcuni preziosi consigli per chi vuole avventurarsi in una simile esperienza.
Pippa Bacca, uccisa
L’artista era partita con la collega Silvia Moro per il progetto Brides on tour, l’8 marzo 2008 da Milano, con direzione Gerusalemme.
Le due donne volevano attraversare in autostop undici luoghi scenario di conflitti in abito da sposa, come emblema di pace e di fratellanza, la stessa che Pippa e Silvia volevano portare in quei luoghi.
Dopo aver attraversato Slovenia, Croazia, Bosnia e Bulgaria, Pippa e la sua compagna arrivarono in Turchia il 20 marzo, da dove avrebbero dovuto proseguire per Siria, Libano, Giordania, Cisgiordania e Israele, preventivando di arrivare a Gerusalemme per la metà di aprile.
A Instabul Pippa e Silvia si separano, promettendosi di incontrarsi nuovamente pochi giorni dopo a Beirut, ma il 31 marzo 2008 Pippa viene violentata e uccisa a Gebze, dall’uomo che le aveva dato il passaggio.
Verrà trovata giorni dopo, nascosta sotto un mucchietto di terra.
Maren e Louisa, uccise per terrorismo
Louisa Vesterager Jespersen, 24 anni, della Danimarca, e Maren Ueland, 28 anni, della Norvegia, sono state stuprate e sgozzate sulle montagne dell’Alto Atlante del Marocco.
Volevano scalare il monte Toubkal nella regione turistica più alta del Nordafrica. Il loro viaggio si è interrotto nei pressi del villaggio di Imlil, in un sito, quello di Chamharouche, utilizzato come base di partenza.
La loro morte atroce è stata rivendicata dall’Isis come atto di terrorismo.
Carla Stefaniak, uccisa in Costa Rica.
L’amica Jamie mostra al New York Times la foto di Carla, uccisa mentre si trovava nel paese centroamericano, giudicato uno dei più sicuri al mondo.
La sera prima di tornare a casa, Carla ha contattato la sua migliore amica, Laura Jaime, sull’app FaceTime. Ha mostrato gli orecchini all’uncinetto che aveva comprato in un mercato locale e ha fatto un video tour della sua villa Airbnb. Proprio Jaime avrebbe dovuto andare a prenderla all’aeroporto internazionale di Fort Lauderdale-Hollywood.
Ma la signora Stefaniak non è mai salita sul volo di ritorno, il 28 novembre. Durante la loro telefonata, Carla aveva parlato di una situazione “strana”.
Una settimana dopo, il suo corpo brutalizzato è stato trovato avvolto nella plastica e semisepolto in una zona di foresta in pendenza, vicino alla casa in affitto Airbnb. La polizia costaricana ha arrestato la guardia di sicurezza della proprietà per l’omicidio.
La signora Stefaniak è stata la terza donna straniera uccisa in Costa Rica in tre mesi. Ma il paese è anche alle prese con un problema più profondo e più sistemico di brutalità contro le donne locali: almeno 14 donne sono state uccise da gennaio ad agosto 2018. E Jaime pensa che anche Carla sia rimasta vittima di uno sbaglio, dato che, essendo madrelingua spagnola, probabilmente è stata scambiata per una donna del luogo.
La famiglia di Carla sta combattendo per avere giustizia nei tribunali del Costa Rica, e ha intentato una causa accusando Airbnb di negligenza.
La famiglia di Carla afferma non solo che, dopo la sua scomparsa, la casa sia stata tranquillamente riaffittata, ma anche che la compagnia non ha fatto alcun controllo alla guardia che è stata poi accusata dell’omicidio.
Airbnb, in una nota, ha detto di aver rimosso la villa dove la signora Stefaniak era rimasta dalla sua piattaforma e di essere in contatto con le autorità. Ha inoltre affermato di lavorare alacremente per fornire la maggiore sicurezza possibile alle sue ospiti, includendo anche una clausola nella sua politica di non discriminazione che consente alle hostess donne di accettare solo ospiti di sesso femminile.
Grace Millane, uccisa ad Auckland
La britannica Grace Millane è scomparsa ad Auckland, in Nuova Zelanda, la notte prima del suo 22° compleanno; è stata trovata uccisa giorni dopo.
Grace, che era di Wickford, contea inglese dell’Essex, aveva programmato di trascorrere un anno viaggiando, dopo la laurea a settembre presso l’Università di Lincoln. Dopo un tour di sei settimane in Perù, è arrivata in Nuova Zelanda da sola il 20 novembre, programmando un soggiorno di due settimane prima di partire per l’Australia.
L’ultima volta è stata vista il 1° dicembre, mentre entrava al CityLife Hotel nel centro di Auckland con un uomo di 26 anni, con cui aveva passato tutta la serata. I familiari si sono allarmati quando, il giorno seguente, Grace non li ha contattati.
Un’auto a noleggio sequestrata dagli ufficiali sabato si è rivelata fondamentale per la loro indagine; dopo aver esaminato il veicolo e una stanza al CityLife Hotel, la polizia ha concluso che Grace era morta.
Il suo corpo è stato ritrovato a circa 16 miglia da dove era stata vista l’ultima volta.
Karen e Birgit
Nel 2008, Karen Aim, una turista di circa 20 anni, scozzese, è stata uccisa nella città di Taupo, in Nuova Zelanda, da un adolescente del posto. E nel 2005, Birgit Brauer, 28 anni, è stata trovata morta in un parco nazionale vicino alla città di New Plymouth. È stata uccisa da un uomo, Michael Scott Wallace, che l’ha rapita mentre faceva l’autostop. Wallace è stato condannato per oltre 65 reati a sfondo sessuale commessi nell’arco di 30 anni.
Hannah Gavios, è viva, ma non può dimenticare l'orrore subito
Hannah Gavios, 26 anni, del Queens, dopo il college ha viaggiato nel Sud-Est asiatico da sola, visitando la Tailandia nel 2016 durante una pausa dall’insegnamento dell’inglese in Vietnam. Una sera, stava camminando da sola dopo cena a Krabi, conosciuta per le sue spiagge e come luogo di ritrovo per i giovani turisti, quando un uomo del luogo si è offerto di accompagnarla nel suo albergo.
L’uomo l’ha aggredita e, mentre cercava di scappare, Hannah è caduta da una scogliera e si è fratturata la spina dorsale. L’uomo l’ha violentata mentre giaceva impotente per 11 ore.
La signora Gavios è stata ricoverata in ospedale per mesi, prima in Thailandia e poi a New York, e ha dovuto imparare a camminare di nuovo usando le stampelle. Il suo aggressore è stato arrestato e condannato a cinque anni di carcere.
Vasilisa e la sua lotta per la giustizia
Nata e cresciuta a Mosca, Vasilisa Komarova è cresciuta negli anni ’80 dietro la cortina di ferro sovietica. Ha studiato legge, si è trasferita a Londra, ha imparato l’inglese ed è diventata cittadina britannica. Ha visitato Cuba e trascorso del tempo nel deserto di Atacama e nella Patagonia cilena.
Ma poi, mentre si trovava in campeggio nel nord della Bolivia il 4 giugno 2017, in un’area che le persone avevano dichiarato sicura, tre uomini con machete l’hanno trascinata fuori dalla sua tenda. L’hanno picchiata, fratturandole il braccio in tre punti. Mentre due la tenevano giù, uno la violentava. Poi hanno rotto la sua moto, rubato le sue cose. Per paure che potessero tornare, Vasilisa è rimasta immobile tutta la notte. Solo all’alba ha usato il suo laptop, non perso dagli assalitori, per chiamare aiuto.
Ma quello che ha vissuto è stato un clima di impunità, ha raccontato al NYT. Le autorità non volevano portarla da un dottore; il dottore non voleva vederla perché non poteva pagare.
“Solo dopo l’intervento dell’ambasciata russa, la polizia ha ascoltato“, ha detto.
Ma l’ambasciata si è ritirata dopo averla messa in collegamento con le autorità locali, dicendo che non era in pericolo immediato. Sentiva di essere da sola. Le autorità boliviane e russe non hanno risposto a diverse richieste di commento.
Solo con l’aiuto dell’ambasciata britannica, Vasilisa ha preso contatto con un avvocato che l’ha aiutata a sporgere denuncia penale e iniziare la lotta legale contro i suoi aggressori.
Alcuni consigli: preparati un fermaporta
Alcune viaggiatrici hanno condiviso i loro consigli in un articolo del New York Times.
Porta un fermaporta di gomma e usalo per infilarlo sotto la porta del tuo hotel /alloggio mentre sei nella tua stanza. È quasi impossibile aprire una porta mentre è sigillata in questo modo.
Allison Lane, 38, San Francisco. Ha viaggiato in Sierra Leone, Ghana, Kenya, Uganda, Egitto, India, Nepal, Giamaica e Russia.
Imparate a difendervi
Molte donne hanno affermato di aver iniziato a praticare tattiche di autodifesa come le arti marziali. Ma hanno anche detto di usare spray al peperoncino, un coltellino, un laptop o qualsiasi cosa che possa essere usata come arma o per chiedere aiuto.
Fate visite di gruppo
Non c’è nulla di male nell’andare in tour o nel partecipare a escursioni guidate. Non camminate da sole al buio, non prendete mai un drink che non avete visto versare, insomma usate le stesse precauzioni che usereste a casa.
Dividete
Alcune donne hanno suggerito di portare due telefoni nel caso ne venga rubato uno. Altre hanno detto di dividere le cose e i soldi nel caso di rapina, così da non perdere tutto.
Usate le app
Applicazioni gratuite come Chirpey, RedZone, MayDay, Tripwhistle e Noonlight consentono alle donne di segnalare incidenti e aree di pericolo e di contattare le forze dell’ordine locali.
Provate a confondervi tra la folla
Molte hanno sottolineato che vestirsi secondo le usanze locali, incluso indossare abiti non appariscenti, è un modo per evitare di attirare l’attenzione in quanto turiste. Sì, purtroppo siamo sempre noi a doverci censurare, ma ne va della nostra vita.
Fate amicizia con persone del posto
Quando viaggio in solitaria nel sud-est asiatico, cerco di aumentare la mia visibilità e sottolineare la mia umanità facendo amicizia con la gente del posto. Chiacchiero con i vecchi venditori ambulanti, guardie e venditori di cibo , compro una cosa o due e fagli sapere per quanto tempo starò in giro. In molte culture, gli anziani sono rispettati e quando ti connetti con loro ti prendono sotto la loro ala. Imparare alcune parole di conversazione, saluti, ringraziamenti e le richieste di aiuto possono aiutare molto.
Martha Mukaiwa, 33, Windhoek, Namibia. Ha viaggiato in Tailandia, Malesia, Ghana, Indonesia, Germania, Francia e Italia.
Cercate su Internet
Molti governi pubblicano consigli di viaggio per i loro cittadini. Il Dipartimento di Stato, ad esempio, pubblica un elenco di livelli di sicurezza per paese, attraverso il sito web, Travel.State.Gov, che contiene informazioni su ogni paese e informazioni di contatto per l’Ambasciata o il Consolato americano più vicino. Il Dipartimento di Stato ha anche una sezione specifica per le donne e altri gruppi. Anche l”Unicef fornisce dati sugli indicatori di violenza che potrebbero essere utili per chi viaggia, tra cui la violenza domestica, le mutilazioni genitali femminili e l’omicidio femminile. La Banca Mondiale ha un portale di dati di genere che fornisce statistiche che possono segnalare alle donne se il paese ha una posizione sicura su tutto.
Soggiorna solo dove ci sono altre persone e puoi chiudere la porta
Cerca di rimanere in posti dove soggiornano altri viaggiatori, cioè cerca di non rimanere in un posto dove sei l’unica ospite. Cerca di essere sicura di poter chiudere la porta quando vai a dormire. Per quanto inutile possa sembrare, ho persino chiuso a chiave le cerniere della mia tenda e ho dormito con la chiave in mano. Usa la tua voce: urla e urla quando ti senti minacciata. Ho persino corso in una strada isolata in cui ero circondata e minacciata da un gruppo di uomini dritta tra le braccia di una coppia di sconosciuti che camminavano insieme su una strada più affollata, urlando quanto fossi felice di rivederli.
-Elena Steigman, 41, Valencia, Spagna. Si è recato in Israele, Palestina, Egitto, Giordania, Grecia, una base militare in Libano al confine con il Libano-Israele, Messico, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Perù, Vietnam, Cambogia, Laos , Myanmar, Filippine, Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Croazia, Spagna, Paesi Bassi, Scozia, Danimarca, Italia, Francia, Polonia e Portogallo.
Pagate per la vostra sicurezza
Pianifica il più possibile. Per quanto improvvisare possa esser bello in un viaggio, ci sono alcune cose che è meglio non lasciare al caso, come i trasferimenti aeroportuali e altri mezzi di trasporto. Soprattutto, non vale la pena risparmiare un po’ di denaro per mettere a rischio la vostra sicurezza. Ritengo che la mancanza di trasporti affidabili e sicuri in molti paesi rappresenti il maggior rischio per la sicurezza dei viaggiatori.
Juliet DeMasi, 25 anni, Providence, R .I. Ha viaggiato in Canada, Washington, DC, New York, Islanda, Londra, Francia. Italia, Grecia, Tailandia e Australia.
Non aver paura di gridare
Non aver paura di svergognare pubblicamente qualcuno che ti sta molestando. Se ti trovi improvvisamente in un quartiere pericoloso o in una situazione pericolosa, sii incostante, ridi ad alta voce, fatti sentire. Quando su un treno in Italia un uomo cercava di molestarmi, dopo aver cercato di essere gentile per un po’ e averlo respinto fisicamente, ho urlato più forte che potevo in italiano, e lui è corso verso un’altra parte del treno. È stao inquietante perché sapevo che era da qualche parte sul treno. Non sono andata a dormire. “
Amanda Franzoni, 49 anni, Portland, Oregon. Ho viaggiato da sola in tutto il mondo negli ultimi 35 anni. Giappone, Cina, Italia, Inghilterra, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Panama, Canada, Messico e Stati Uniti, incluso Porto Rico.
Non soccombere alla paura
Soprattutto, non soccombere alla paura. Nella mia esperienza, il mondo contiene molta più gentilezza e bontà che cattiva. Prenota il volo e fissalo su quello zaino: l’assolo itinerante è la decisione migliore che una donna possa mai prendere per se stessa. “
Heather-Rose Cahill, 36, Londra. Ho viaggiato da sola in 16 paesi in tre continenti: Vietnam, Cuba, Montenegro, Malta, Bosnia-Erzegovina, Italia, Spagna, Croazia, Portogallo, Germania, Irlanda, Israele, Messico, Cambogia, Paesi Bassi e Scozia.
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