Si chiamava Doria Manfredi e la sua storia potrebbe essere raccontata in una tragedia. Proprio come in una delle opere che scriveva Giacomo Puccini, grandissimo compositore italiano e protagonista della stessa trama nera. Nemmeno lui avrebbe osato immaginare tanto.
Lei, giovanissima cameriera a Torre del Lago, nella villa toscana dell’autore della Tosca e della Turandot, aveva solo sedici anni quando Elvira Puccini, moglie dell’operista, la accusò di avere una storia con suo marito. Finì male, anzi, malissimo: nel 1909 Doria si uccise con del veleno e l’autopsia stabilì che era ancora illibata, come racconta un articolo di Repubblica.
L’operista, la moglie gelosa, la cameriera: tanti personaggi, eppure il quadro della tragedia non è completo. A complicare tutto c’era anche la cugina di Doria, Giulia Manfredi, che secondo alcune testimonianze potrebbe essere stata la vera amante di Puccini, oltre che madre di un figlio illegittimo.
Sfogliate la gallery per leggere la storia di Doria Manfredi…
Giacomo Puccini
Giacomo Puccini nacque a Lucca il 22 dicembre 1858, ultimo di una dinastia di compositori. Dal 1880 al 1883 Puccini frequentò il Conservatorio di Milano e subito dopo l’esame finale al conservatorio compose la sua prima opera lirica, Le Villi, con cui si fece notare da Giulio Ricordi, il più importante editore musicale italiano. Fu il primo passo verso tanti successi.
Giacomo Puccini con la moglie Elvira
Nel frattempo Puccini si era innamorato di una donna sposata, Elvira Bonturi, che nel 1886 abbandonò il marito per lui. Solamente nel 1904, dopo la morte del primo marito di Elvira, i due poterono legalizzare la loro convivenza.
Giacomo Puccini
Il grande successo arrivò nel 1896 con La bohème: grazie ai guadagni Puccini acquistò due ville a Torre del Lago e a Chiatri, a pochi chilometri da Lucca. Fu proprio nella villa di Torre del Lago che venne assunta la giovane cameriera Doria Manfredi, di soli 14 anni.
Doria Manfredi
Doria era una ragazza semplice e timida. Figlia di un amico di Puccini, era stata presa a servizio in seguito alla morte del padre. Non stupisce quindi che provasse grande riconoscenza verso il Maestro, che voleva aiutare economicamente la famiglia Manfredi. Elvira Puccini, invece, iniziò a pensare che tra i due ci fosse una storia. Fu per questo che cacciò Doria, insultandola, senza che lei potesse fare nulla. Continuò a perseguitarla per un mese, gridandole ogni tipo di ingiuria quando la incontrava per strada, fino a quando Doria decise di inghiottire tra pastiglie di una sostanza corrosiva che usava in casa Puccini per pulire i bagni. Era il gennaio del 1909. Doria morì dopo cinque giorni di agonia, ma l’autopsia stabilì che la ragazza era illibata.
Giacomo Puccini
La morte di Doria sconvolse tutta Torre del Lago, tanto da costringere Elvira a fuggire a Milano. La famiglia di Doria intentò una causa contro di lei, per diffamazione e istigazione al suicidio. Nonostante Puccini fosse arrabbiato con la moglie, convinse i Manfredi a ritirare la causa, pagando una somma ingente. La realtà, tuttavia, forse era un’altra…
Giacomo Puccini
“L’ipotesi è che la povera ragazza fungesse da messaggera d’amore tra sua cugina Giulia e Giacomo. Il che spiegherebbe perché mai, pur essendo innocente, non si fosse difesa dalle accuse di Elvira”, ha raccontato a Repubblica qualche anno fa il regista toscano Paolo Benvenuti, che dalla vicenda ha tratto la storia per il suo film La fanciulla del lago. Era stato proprio lui a rintracciare una valigia piena di documenti preziosi, a casa di Nadia Manfredi, figlia del presunto figlio illegittimo di Puccini, Antonio Manfredi. Tra le tante lettere, anche una cartolina con una dedica a Giulia Manfredi, cugina di Doria, e un filmato inedito in cui Puccini suonava al pianoforte.
Giulia Manfredi
“Da questi scritti emergono inoltre la strategia difensiva di Puccini rispetto all’episodio di Doria, la sua disperazione e le sue pulsioni suicide, attraverso la corrispondenza con amici come Alfredo Caselli, proprietario del bar Caselli di via Fillungo a Lucca, ritrovo di artisti e intellettuali. Puccini pativa un tremendo senso di colpa per la morte di Doria. Un nipote scrive addirittura che Giacomo, malato di diabete, voleva uccidersi mangiando una montagna di dolci”, ha raccontato Benvenuti.
Giacomo Puccini
Nonostante i dissapori e l’iniziale allontanamento della moglie, alla fine Puccini restò dalla parte della moglie, non senza rimorsi. Così scriveva alla moglie Elvira, come riportato dal sito Rodoni: “Se vuoi tornare con me, dopo il processo, fai pure, sarò sempre pronto a riprenderti, e se vuoi difenderti come tu dici, fallo pure, io non ho nulla da temere. Nulla! 1.000.000 di persone sono lì ad attestare l’onestà e la probità e la sincerità della mia vita d’uomo e d’artista.”
Antonio Manfredi
Giulia, cugina di Doria Manfredi, ebbe un figlio ufficialmente “di padre ignoto” e che chiamò Antonio. Secondo alcuni sarebbe stato proprio figlio di Puccini. La relazione tra i due sembra essere durata dal 1908 fino alla morte di lui, nel 1924. Pare che Puccini si sia ispirato proprio a Giulia Manfredi per comporre La fanciulla del West. Avrebbe pensato a Doria, invece, per il personaggio di Liù nella Turandot.
- Storie di Donne
Cosa ne pensi?