#Elfontheshelf: perché questo Natale ha bisogno di un elfo e come farlo apparire
Trovarsi la casa invasa da un piccolo elfo di Babbo Natale che compare e scompare ogni giorno potrebbe essere un modo davvero originale per festeggiare il Natale.
Trovarsi la casa invasa da un piccolo elfo di Babbo Natale che compare e scompare ogni giorno potrebbe essere un modo davvero originale per festeggiare il Natale.
La leggenda ha nuovamente preso vita negli ultimi anni, grazie alla pubblicazione nel 2004 di un libro per bambini dal titolo The Elf on the Shelf: A Christmas Tradition, scritto da Carol Aebersold e dalla figlia Chanda Bell e illustrato da Coë Steinwart. Il libro è diventato un caso editoriale negli anni successivi, aggiudicandosi molti premi e riconoscimenti, e ha contribuito a riportare in auge una vecchia tradizione ormai dimenticata legata al periodo delle feste e del Natale.
Chanda Bell e la sorella, Christa Pitts, sono cresciute fin dagli anni ’70 con questa tradizione: “Abbiamo avuto un elfo che cresceva da quando possiamo ricordare – ha detto Pitts in un’intervista per l’Huffington Post – Il nostro elfo si chiamava Fisbee, e Fisbee, ovviamente, si presentava a Babbo Natale di notte e tornava in una posizione diversa nella nostra casa il giorno dopo”.
Ma vediamo nel dettaglio cosa narra la leggenda, in cosa consiste questo fenomeno e perché, soprattutto in questo anno così complesso, un semplice pupazzo vestito da elfo potrebbe proprio essere quello di cui abbiamo bisogno.
Come anticipato, la leggenda viene narrata in rima nel libro del 2004, che comprende anche un piccolo elfo giocattolo, protagonista del gioco magico a cui sono chiamati grandi e piccini e che prevede regole precise, come vedremo di seguito.
La storia racconta che gli elfi nel periodo compreso tra il giorno del Ringraziamento e la vigilia di Natale si nascondono nelle case dei bambini per vigilarne la condotta e poi darne notizia al loro capo, Santa Claus. Ma i piccoli vedono per la prima volta l’elfo solo il 1° dicembre.
Secondo la leggenda, l’elfo durante il giorno resta immobile e in ascolto di ciò che succede nella casa, per poi volare di notte al Polo Nord per riferire quanto visto e ritornare al mattino successivo. La storia, a cui le due scrittrici hanno ridato nuova vita, è diventata negli ultimi anni una tradizione amatissima nella cultura americana e non solo.
Grazie anche alla viralità dei social network, questo rituale si è diffuso infatti in molti altri Paesi, tra cui il nostro.
Ci sono delle semplici regole che governano quello che è a tutti gli effetti un gioco divertente, nato per accompagnare i più piccoli al giorno del Natale. Il piccolo elfo dovrà innanzitutto ricevere un nome, e solo in quel momento potrà iniziare a godere dei poteri magici che gli permetteranno di tornare ogni sera al Polo Nord, attraverso una speciale porta che i bambini dovranno costruire per lui.
Inoltre, affinché i suoi poteri si conservino intatti, non deve mai essere toccato. È però possibile per i più piccoli parlargli e rivolgergli richieste che il piccolo aiutante di Santa Claus potrà riferire ogni sera al suo capo. Il gioco prevede anche che ogni mattina l’elfo venga ritrovato dai bambini al loro risveglio in posto differente rispetto al giorno precedente, dopo la sua traversata al Nord.
In un recente adattamento italiano del libro del 2004, dal titolo Che la magia abbia inizio:… Attenzione elfo in arrivo!, scritto da Martina Caterino e Monica Pezzoli, le autrici hanno pensato di inserire una piccola modifica, che prevede la possibilità per i bambini di toccare e coccolare il loro ospite.
Con il libro The Elf on the Shelf: A Christmas Tradition si riceve in dotazione anche l’elfo giocattolo, oppure si può scegliere di acquistarlo singolarmente online. Ciò non toglie che si possa realizzare una versione fai da te dell’elfo, magari personalizzata, purché rispetti le tradizioni e non venga svelata ai più piccoli prima del giorno del Ringraziamento, giorno di inizio del gioco, che in Italia coincide con il 1 dicembre.
Servirà anche una piccola porta rossa, da posizionare in un posto a scelta della casa, attraverso la quale il pupazzo potrà fare i suoi viaggi notturni al Polo Nord, e sarà necessario anche scrivere una lettera di presentazione dell’elfo, che i bimbi troveranno il primo giorno, insieme al giocattolo.
L’allestimento della casa dell’elfo e la costruzione della porta possono anche rappresentare un modo divertente per coinvolgere i bambini in giochi pratici e lavoretti fai da te e stimolarne la creatività.
Non solo, anche i genitori potranno trovare in questa tradizione un’opportunità per tornare bambini e riscoprire quelle antiche gioie del periodo del Natale: ogni notte infatti, gli adulti più creativi potranno sbizzarrirsi per creare scenette divertenti con l’elfo e regalare un risveglio pieno di magia e stupore ai più piccoli.
Secondo la tradizione infatti, l’elfo di ritorno dal suo viaggio, si diverte spesso a fare scherzi in casa, combinando qualche guaio o siparietto simpatico. Ed è proprio questo, forse, l’aspetto più interessante di questo rituale: la possibilità di costruire storie, creare dal niente una piccola magia da regalare ai più piccoli per far vivere loro momenti di stupore e meraviglia in una realtà come quella attuale che poco spazio concede all’ingenuità e al candore dell’infanzia.
La tradizione dell’Elf on the shelf ha però ricevuto anche aspre critiche per via del valore diseducativo che si nasconde, secondo alcuni, dietro al suo messaggio. L’idea che i bambini vengano spiati e sorvegliati non è del resto un messaggio edificante, inoltre, con questa narrazione che prevede l’elargizione di doni solo a seguito di comportamenti impeccabili, si promuove un sistema che rischia di semplificare eccessivamente il discorso ben più complesso dell’educazione.
Non solo, il fatto di non poter interagire con il pupazzo è stato visto come un limite e un impedimento per i più piccoli di sviluppare creatività e dedicarsi a momenti ludici importanti per la loro crescita e formazione.
Eppure, mai come oggi, in un periodo così complicato e fragile, a seguito dell’anno difficile che ci ha visto convivere e combattere ogni giorno con le difficoltà imposte dal Coronavirus, immergersi in una dimensione di evasione diventa un modo per riscoprire un po’ di magia e regalare, ad adulti e bambini, quella leggerezza per tornare a guardare le cose con più fiducia e uno sguardo di speranza.
Accanto alle critiche, la tradizione dell’Elf on the shelf ha però anche il merito di aver contribuito a promuovere una cultura della diversità e di averla diffusa a partire dai più piccoli. Da tempo infatti, sono presenti in commercio delle versioni differenti del libro delle due scrittrici americane, con degli elfi donna e di colore.
Un gesto decisamente importante nell’ottica di una società più inclusiva, il cui messaggio possa essere insegnato e compreso sin dalla più tenera età.
E senza dubbio il merito di una così ampia diffusione di questa tradizione è da attribuire anche alla viralità dei social network, che, negli ultimi anni hanno contribuito a far conoscere in tutto il mondo questa simpatica usanza americana.
Nel periodo che anticipa il Natale, infatti, i social sono ormai inondati di simpatiche foto che ritraggono elfi maschi e femmine e di differenti etnie, immortalati nelle più divertenti pose e allestimenti, tutti raccolti sotto l’hashtag #Elfontheshelf.
Ecco una gallery con alcune tra le scenette social più originali da cui prendere spunto, che hanno per protagonista il simpatico aiutante di Babbo Natale.
E sono tante le attività a cui potrebbe dedicarsi il nostro elfo durante le sue giornate nelle case dei suoi ospiti. Con un po’ di fantasia, possiamo coinvolgere i nostri figli a trovare per lui delle occupazioni divertenti con cui “intrattenerlo”. Ecco delle idee originali da cui prendere spunto per rendere questa tradizione ancora più magica e stimolante, soprattutto per i più piccoli.
Ad esempio, una gara di giochi con gli altri personaggi dell’albero di Natale.
Oppure divertirsi con un po’ di neve in cucina.
E perché non divertirsi con delle versioni un po’ meno convenzionali e più ironiche di questo personaggio venuto dal Polo Nord?
Non solo elfi maschi! Ci sono anche diverse versioni femminili di questo amato personaggio natalizio.
Oltre ai pupazzi acquistabili, sono molte le persone che scelgono di creare una versione personalizzata dell’elfo, con delle soluzioni fai da te, come questa realizzata all’uncinetto.
E i più appassionati e creativi potranno dilettarsi a creare una piccola casa per accogliere il nostro ospite che viene dal Nord.
Cosa ne pensi?