***Aggiornamento del 12 giugno***

Francesco Nuti è morto all’età di 68 anni a Roma. Lo ha comunicato la figlia e la famiglia chiedendo rispetto e riserbo. Nuti era ricoverato da qualche anno a Villa Verde di Roma.

***Articolo originale***

Molto spesso abbiamo assistito alla parabola discendente di un personaggio pubblico, talvolta dipendenti da alcune scelte sbagliate, altre da attribuirsi a ragioni indipendenti dalla sua volontà. Ma, nel caso di Francesco Nuti, non si può non pensare alla sfortuna, al caso, a quell’incomprensibile quanto ineluttabile gioco di coincidenze e destini che costringe improvvisamente una persona a sparire di scena, per finire nel dimenticatoio o quasi, ricordato da pochi, scordato da tanti.

Nella vita di Francesco Nuti c’è stato di tutto, lo Zenit e il Nadir, i poli opposti di quello che il frutto del suo lavoro poteva dare: il successo incommensurabile che ne ha fatto uno dei volti più noti delle commedie all’italiana degli anni Ottanta, e i fiaschi al botteghino, che l’hanno precipitato, come spesso accade alle anime fragile, in un baratro fatto di depressione e dipendenza dall’alcolismo.

Ma la vera tragedia dell’attore e regista pratese non è stata la lenta discesa che lo ha portato dall’essere uno dei nuovi geni della comicità toscana a vestire i panni di “quello che una volta faceva i film belli”; destino troppo spesso comune a chi di celebrità vive, ma della cui improvvisa assenza inevitabilmente risente.

La vita di Cecco cambia radicalmente il 3 settembre 2006, dopo che un incidente domestico, sulle cui cause ancora permangono dubbi e punti non troppo chiari, lo porta al coma, poi alla disabilità. Non la depressione, né la passione forse un po’ troppo smodata per l’alcol, in cui gli sembrava di poter affogare i dispiacere degli insuccessi cinematografici, furono il punto di svolta, il momento in cui la sua parabola precipitò lentamente, silenziosa e inesorabile, verso l’inferno, ma fu invece una banale caduta casalinga. Davvero incredibile, forse troppo da credere e da affrontare per chi, per tutta una vita ha agito, fatto, programmato e realizzato.

Il 20 settembre del 2016 l’attore ebbe una nuova caduta, in seguito alla quale smise di scrivere e disegnare.

Prima papà con la sinistra riusciva anche a scrivere e disegnare, ora non più, ma ci parliamo con gli occhi.

Disse all’epoca la figlia Ginevra.

Nel 2016 uscì inoltre la notizia che, da circa un anno, Nuti sarebbe stato maltrattato, umiliato e picchiato dal suo badante georgiano, come riporta un articolo di intelligonews. La procura di Prato aprì un fascicolo per maltrattamenti in seguito alla denuncia fatta da un altro assistente domestico di Nuti, un ragazzo africano che avrebbe sostituito temporaneamente l’altro.

L’anima fragile di Nuti ha  sopportato e lottato con forza e caparbietà questa nuova condizione, supportato dall’amore incondizionato della figlia Ginevra e di Annamaria Malipiero, compagna sempre presente anche se “ex” (troppo riduttivo chiamare così una donna che, dopo l’incidente, è sempre rimasta al suo fianco). Ed evidentemente ha saputo esprimersi attraverso la poesia, visto che il fratello Giovanni ha dichiarato alla trasmissione radiofonica Due in trasferta di aver ritrovato una serie di quaderni e diari scritti dall’attore pratese.

Spero possa uscire una pubblicazione con le sue composizioni, ci stiamo lavorando; anche se è un lavoro che dobbiamo ancora portare avanti, siamo a buon punto.

La sua comicità si coniugava sempre con un sentire poetico – ha aggiunto Giovanni, che per Francesco ha composto diverse colonne sonore – faceva ridere ma c’era sempre un confine con la malinconia. È il destino del comico in fondo, lui forse ha patito una specie di discriminazione in questo senso: il comico viene visto come una persona non intellettualmente elevata, lui in realtà leggeva e scriveva molto. Dovremmo riscoprire anche questo lato.

La  depressione, dicevamo: negli anni in cui ne ha sofferto Nuti e le persone a lui vicine non hanno mai osato pronunciare quella parola. Se ancora oggi c’è un fortissimo stigma che investe l’argomento, al tempo era talmente demonizzata da non nominarla praticamente mai. Eppure, in quegli anni, negli anni delle débâcle professionali, Francesco ha tentato persino il suicidio, ma dopo l’incidente ha capito quanto la vita sia importante e preziosa, e non intende rinunciarci. Soprattutto per lei, per quella che lui ha definito il suo “piccolo pezzetto di donna”, Ginevra, che tanto sta facendo per il suo papà.

La figlia Ginevra, oggi maggiorenne, avuta con l’ex compagna Annamaria Malipiero, si è infatti  presa la responsabilità di fare da tutore al padre, come ha spiegato in un’intervista rilasciata a Chi. Ginevra è convinta che su padre avrebbe potuto evitare il dolore passato dopo l’incidente se fosse stato curato immediatamente in un luogo specializzato, come quello dove oggi si trova. Questo è uno dei motivi che ha spinto la ragazza a fare domanda per ottenere la sua custodia.

Penso che nessuno meglio di me possa prendersi cura di lui.

Ha detto. Francesco, dal canto suo, nel suo libro Sono un bravo ragazzo, pubblicato nel 2011, ha detto di aver risposto alla domanda “Chi è Francesco?” dicendosi:

Ho una sola certezza; il padre di Ginevra.

Ginevra, nel settembre del 2018, intervistata dal Corriere della Sera ha confessato:

Dopo l’incidente di papà, ho sempre evitato di guardare tutti i suoi film.

Tranne uno, di cui ricorda la prima volta in cui lo ha guardato:

Ricordo quel momento come se fosse ieri: avevo 15 anni, ero col mio ragazzo a casa, cercavamo qualcosa da guardare, abbiamo scelto Caruso Pascoski. Siamo letteralmente morti dalle risate.

Su di lui, invece ha detto:

Sta meglio, e grazie alla riabilitazione ogni giorno fa piccoli ma importanti miglioramenti. Adesso fortunatamente abitiamo vicini. Ci parliamo attraverso sguardi, sorrisi e piccoli gesti. Io gli faccio vedere come sto crescendo, con foto e video, lui mi risponde con un grande sorriso.

Mi ha insegnato e mi insegna ad amare la musica e gli animali: a casa di papà c’era un grande pianoforte nero dove ho imparato a suonare qualche nota. E poi c’erano le chitarre, davanti a un grande acquario: passavo ore intere di fronte a quegli strumenti. Ancora oggi papà mi insegna ogni giorno a capirci, a conoscerci, anche se più lentamente delle altre persone.

Annamaria Malipiero è stata la compagna di Francesco per otto anni, e il loro rapporto si concluse poco prima della caduta che cambiò la vita di Nuti. Ma dal giorno dell’incidente la Malipiero non ha mai lasciato il capezzale dell’ex compagno, tanto che fu proprio lei a dare le prime informazioni sulla sua salute.

Mia madre mi preparò – ha detto ancora Ginevra a Chi a proposito dell’incidente del padre, dato che all’epoca lei aveva appena sei anni – Mi disse che papà aveva battuto la testa e che era un po’ cambiato. Ma quando lo rividi per me era sempre papà. Grazie a mia mamma il nostro rapporto non si è mai interrotto, sono solo cambiato gli approcci, i modi di comunicare.

Nel 2014, per il cinquantanovesimo compleanno dell’attore, Carlo Conti, insieme a Panariello e Pieraccioni,  organizzarono una grande festa al Mandela Forum di Firenze, davanti a settemila persone. In quell’occasione cantarono per lui e cantò pure Ginevra.

I settemila del Mandela e i quattro amici Moschettieri mi hanno molto emozionato – ha raccontato Nuti all’Avvenire in un’intervista dell’anno successivo – ma è mia figlia Ginevra, che ha cantato per me sul palco, che mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.

Ginevra, però, a Chi ha dichiarato di essere piuttosto delusa dall’atteggiamento degli amici toscani di suo padre.

Non vanno mai a trovarlo, a parte Giovanni Veronesi. In parte li capisco, non è facile relazionarsi con lui, ma se ce l’hanno fatta tanti vecchi amici non famosi ce la dovrebbero fare tutti.

Nella gallery ripercorriamo la sua carriera.

Addio a Francesco Nuti: quando il "male oscuro" si prende una vita intera
Fonte: web
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