Tra depressione e fiori: perché Georgia O'Keeffe è l'artista dei record
Diventata celebre per i suoi colorati e muliebri close-up botanici, la pittrice americana ha dato forma a una nuova idea di donna
Diventata celebre per i suoi colorati e muliebri close-up botanici, la pittrice americana ha dato forma a una nuova idea di donna
Nel 1946 Georgia O’Keeffe fu la prima artista donna a “conquistare” una retrospettiva al Museum of Modern Art di New York. Artefice del suo successo era stata trent’anni prima un’altra donna, la sua migliore amica Anita Pollitzer: aveva segretamente inviato alcuni disegni alla galleria 291 di Alfred Stieglitz, fotografo e commerciante d’arte.
“Sono le cose più pure, belle e sincere entrate qui dentro da tanto tempo”, disse lui, come ricordato in un articolo di Brainpickings. Iniziò così la carriera di una delle pittrici più quotate del Novecento e anche una complicata storia d’amore, quella tra Stieglitz e O’Keeffe.
Dal 1916 alla fine degli anni Settanta, il suo lungo periodo di attività artistica, Georgia O’Keeffe si trovò costantemente a navigare controvento nel mondo dell’arte. Gli uomini erano ancora considerati artisti migliori, oltre che più proficui. Potrebbe essere questo il motivo per cui presto iniziò a vestirsi da uomo, adottando uno stile androgino. Le scarpe basse, i completi neri dal taglio maschile e il cappello a bombetta negli anni Venti del secolo scorso non erano solo una moda, ma una dichiarazione d’intenti.
Il cambiamento in Georgia O’Keeffe appare evidente riguardando gli scatti del compagno. Dai nudi eleganti e sensuali dei primi anni, nel 1924 qualcosa sembra già mutare nell’anima dell’artista. “Quando guardo le foto che lui mi ha scattato, alcune hanno più di sessant’anni, mi domando chi sia quella persona. Mi sembra di aver vissuto tante vite in una”, raccontò molto più avanti.
Nell’anno del matrimonio, l’artista apparve in una sola foto del marito, vestita con una sorta di tonaca monacale e con un’espressione nubilosa sul volto. Il matrimonio era stato suggerito dai medici che avevano in cura la figlia di Stieglitz, nata dalla precedente relazione e ricoverata per depressione dopo l’inizio della convivenza tra il padre e la nuova compagna.
Georgia aveva assecondato suo malgrado la richiesta, pensando che potesse aiutare la giovane, ma non era servito a nulla. Dichiarata schizofrenica, Katherine Stieglitz non uscì mai più dall’istituto in cui era stata rinchiusa, come racconta il New York Times.
Nel 1928, quando il marito iniziò a fotografare una donna più giovane, fu Georgia O’Keeffe a essere ricoverata per la prima volta per un grave esaurimento nervoso. “Mi sentii un assassino”, disse poi Stieglitz in un’intervista. “Era successo a Kitty e ora stava succedendo anche a Georgia”.
O’Keeffe trovò la forza per rinascere nella pittura. Dopo alcune gravi crisi, agli inizi degli anni Trenta, decise di passare diversi mesi all’anno in New Mexico, lontana dal marito, dal mondo e vicino ai paesaggi e ai fiori diventati poi il simbolo della sua pittura.
Non mi piace l’idea della felicità, è troppo momentanea, direi piuttosto che sono sempre stata impegnata e interessata a qualcosa e per me l’interesse è più importante dell’idea della felicità.
Sfogliate la gallery per ripercorrere la vita e la carriera di Georgia O’Keeffe…
Georgia Totto O’Keeffe nacque il 15 novembre del 1887 in una fattoria del Wisconsin. Figlia di una coppia di agricoltori, crebbe in un ambiente molto freddo e severo, badando fin da piccola ai fratelli minori. A undici anni l’improvvisa epifania: diventerà pittrice.
Ammessa all’Art Institute of Chicago a 17 anni, fu subito una delle più brillanti della sua classe. A causa di una febbre tifoide, nel 1907 lasciò per un anno gli studi, per riprendere poi a New York. Nella metropoli ebbe modo di entrare in contatto con altri artisti e nuove tendenze: capì così di non desiderare una carriera come pittrice tradizionale.
Dopo aver insegnato arte per diversi anni, nel 1916 fu lanciata dal Alfred Stieglitz, fotografo già conosciuto in tutto il mondo e gallerista, che divenne poi suo amante: lui aveva ventiquattro anni più di lei ed era già sposato.
A colpire l’attenzione di Stieglitz furono i moderni disegni a carboncino e gli acquerelli, a cui per anni Georgia O’Keeffe si era dedicata.
Stieglitz riconobbe subito l’elemento potente, sensuale e inatteso nei suoi disegni. E, allo stesso tempo, fece diventare Georgia l’oggetto del desiderio del suo obiettivo: soprattutto nei primi anni della relazione, la ritrasse in molti scatti senza veli, che fecero scalpore.
A New York, Georgia O’Keeffe cominciò a dipingere su tela con colori a olio, grazie anche al supporto economico del compagno. Ispirata dalla corrente del Precisionismo, si focalizzò sui ritratti di foglie, fiori e rocce e ottenne immediato successo di critica e commerciale.
I critici individuarono un simbolismo erotico e freudiano nei quadri a tema botanico di O’Keeffe, che fu lei stessa a smentire più volte.
Voi fate tutte quelle associazioni, leggete troppo nei miei fiori, scrivete su di loro e dite cosa vedo io. Volete che io veda ciò che voi volete vedere nel mio fiore, mentre io non lo vedo.
Quando prendi in mano un fiore e lo osservi veramente, diventa il tuo mondo, per un momento. Io voglio dare quel mondo a qualcun altro.
Dopo il matrimonio con Stieglitz e la successiva crisi personale, che la portò alla depressione e al ricovero in ospedale, Georgia O’Keeffe passò sempre più tempo da sola nel New Mexico, dedicandosi alla pittura. Vi si trasferì in modo permanente nel 1949, dopo la morte del marito, e il suo ranch divenne il centro del suo mondo pittorico.
Negli anni Settanta, da decenni al culmine del successo, fu costretta a ridurre drasticamente le ore di lavoro per via di un grave problema agli occhi. Morì nel 1986, a 98 anni, dopo aver ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo per la sua intensa attività artistica.
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