Si chiama Gianmarco Negri, è nato come Maria.
Oggi può festeggiare, perché proprio lui è il primo sindaco transgender eletto in Italia, a Tromello, comune di poco più di 3.000 abitanti sulla Lomellina Pavese, riva destra del Terdoppio.
La “rivoluzione”, quindi, parte da lì, a riprova del fatto che non c’è mentalità da piccolo o grande paese, che non serve necessariamente vivere nelle metropoli per avere il senso della civiltà e che i grandi cambiamenti sociali possono partire anche dalle piccole province.
Perché l’elezione di Gianmarco a sindaco è sicuramente un cambiamento, e anche di portata notevole; non importa che sia diventato il primo cittadino di un piccolo comune, importa il significato, enorme, che la sua elezione porta con sé.
Gianmarco, con la sua lista civica, “CambiaMenti per Tromello“, si è guadagnato la vittoria con il 37,54%, sbaragliando la concorrenza sia del vicesindaco uscente Antonio Pavia (23,16%) che del candidato leghista Renato Cappa, che ha raccolto il 25,79%.
Ma, al di là della questione meramente politica, è chiaro che la sua sia una vittoria fondamentale soprattutto dal punto di vista sociale: la sua elezione racconta, finalmente, di stereotipi che cadono, di persone valutate unicamente in quanto tali e senza i condizionamenti di retaggi passati, di piccoli passi verso quel senso di umanità che dovrebbe prescindere dal genere di appartenenza o dall’identità sessuale.
Ci sarà ovviamente anche chi liquiderà questa vicenda affermando che la condizione di Gianmarco non è rilevante per la sua vittoria (il che è assolutamente vero) e che quindi non dovremmo nemmeno parlarne. Tuttavia, al contrario, è estremamente importante parlarne. Perché questa elezione non è come un’altra e fingere che sia così significa aggrapparsi a un idealismo caparbio che, per quanto giusto, è del tutto fuori dal tempo. La vittoria di Gianmarco è infatti Storia.
In un paese che a lungo ha “vantato” il triste primato europeo per numero di violenze e discriminazioni subite dalle persone transgender, in cui i rigurgiti omofobi non mancano ed è ancora difficile, per i trans, avere accesso al lavoro, l’elezione di Gianmarco è infatti un segnale potente e fortissimo del fatto che, comunque, qualcuno ha voglia e volontà per cambiare, per uscire dal pantano di pregiudizi e smettere di considerare l’identità sessuale la discriminante con cui sentirsi in diritto di giudicare gli altri.
Soprattutto, questa è la vittoria che dovrebbe far aprire gli occhi a chi continua a pretendere che ogni transgender giustifichi la propria “scelta”, faticando a capire che la transessualità è una condizione complessa, non una scelta.
È la vittoria per chi ritiene i transgender “contronatura”, “indecisi”, ignorando il fatto che invece sappiano esattamente chi vogliono essere, solo che essere tollerati dagli altri è tutt’altro paio di maniche. O di chi ha sempre un “perché” di troppo da domandare, un’accusa di esibizionismo da tirare fuor all’occorrenza, uno sguardo scandalizzato da non risparmiare.
La vittoria di Gianmarco Negri è il segnale, confortante, che non tutti, di fronte a un transgender, si sentono come legittimati a conoscere i dettagli di un cambio sesso, di una terapia ormonale, o i gusti sessuali che, in fondo, non sono mai richiesti come obblighi necessari per dichiararsi ai cosiddetti cisgender, e non dovrebbero quindi esserlo per nessun altro; a chi lo ha votato evidentemente importa solo della sua persona, di come si è posto nella sua campagna elettorale, di ciò che rappresenta.
Certo che, in uno dei paesi più transfobici d’Europa, questa vittoria ha la stessa valenza del primo sindaco donna, o del primo sindaco di colore. La valenza, insomma, che ha ogni piccola rivoluzione.
In gallery conosciamo meglio Gianmarco.
È nato come Maria
Nato come Maria, Gianmarco si era raccontato nel programma Love me gender condotto da Chiara Francini, spiegando:
Da sempre mi sono sentito uomo. Ho cercato di reprimere più volte il mio essere donna, ma alla fine ho deciso di cambiare definitivamente sesso. E quattro anni fa ho mosso i primi passi per diventare uomo.
Dalla parte della comunità LGBT
A vent’anni, come racconta il Corriere, il primo amore per una ragazza.
Dopo la laurea in giurisprudenza ho detto ‘basta’, non potevo vedermi in tribunale con la gonna. Una psicoterapeuta di Vigevano mi ha aiutato a prendere la decisione, sarei diventato Gianmarco.
Ha ribaltato i pronostici
Gianmarco ha conquistato la vittoria con la sua lista civica battendo il vicesindaco uscente e il candidato leghista. Non aveva mai fatto politica prima.
Chi è
Gianmarco, avvocato penalista che deve compiere 41 anni, da molto tempo si occupa di diritti della comunità LGBT. Ha dichiarato di non aver mai avuto problemi a Tromello per la sua identità sessuale.
Gli auguri del Gay Center
A Negri vanno i nostri auguri, e speriamo che ci siano anche molti altri eletti ed elette lesbiche gay e trans da questa tornata elettorale, per una Italia più inclusiva e libera.
Ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce di ‘Gay Center’.
Maggiore inclusività
Proprio in questi giorni – continua Marrazzo – abbiamo lanciato la campagna #VOTOTRANS rivolto alle persone Trans che sono discriminate dagli elenchi uomo, donna, che spesso costringono le persone trans a fare la fila da uomo quando hanno già sembianze femminili o viceversa, comportando che molte persone trans scelgono di privarsi del diritto di voto.
"Mi do da fare"
Forse definirmi simbolo della battaglia per i diritti della comunità arcobaleno è troppo. Devo dire però che mi do molto da fare, tra impegno professionale e attivismo, cerco di fare la mia parte in modo concreto.
Aveva detto Gianmarco a Love me gender.
La campagna elettorale
Giudicatemi per il mio programma e per il mio entusiasmo.
Aveva detto in campagna elettorale.
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