Quello di Gloria Guida è un nome che potrebbe non dire molto ai Millennial. Ma i cinefili delle giovani generazioni – e di quelle vecchie – sanno benissimo chi fosse quell’attrice incredibile, simbolo di un’epoca e di un cinema italiano che oggi non c’è più.
Guida fu una degli esponenti più importanti del cinema comico-erotico degli anni ’70 e ’80 e delle sue diramazioni, da film come La minorenne ad altri come La casa stregata. Ma tra le pellicole interpretate da Guida ce n’è una che è importantissima: si intitola Avere vent’anni.
Perché è così importante Avere vent’anni? Si tratta di un film in cui Gloria Guida insieme con Lilli Carati – un’altra attrice simbolo di quell’epoca e di quel cinema – raccontano la storia non proprio spensierata di due hippie ventenni. La storia non è spensierata perché le ventenni che la portano sullo schermo sono continuamente oggetto di misoginia e retaggi maschilisti. Loro però sono toste, anche se alla fine non lo sono abbastanza: nel finale originale sono vittime di una cruenta mattanza da parte di uomini che non sopportano due donne libere, belle, consapevoli del proprio corpo e della sessualità.
In pratica, Gloria Guida e Lilli Carati sono riuscite a portare sul grande schermo, in tempi non sospetti, un fenomeno cui oggi diamo il nome di femminicidio e di cui leggiamo quotidianamente sulle cronache dei giornali. Ma nel 1978, lo spettatore italiano non gradì, per cui la pellicola fu oggetto di grosse censure e rimaneggiamenti. Solo nel 2004, i cinefili hanno potuto vedere, finalmente, il film con i tagli originali del regista, e Guida e Carati sono diventate delle eroine femministe.
Carati è scomparsa nel 2014 a causa di un tumore e a seguito di una vita difficile e turbolenta. Gloria Guida ha invece lasciato le scene all’inizio degli anni ’80, senza disdegnare numerose apparizioni televisive. Una delle ragioni per cui è nota è anche la sua storia d’amore, longeva in modo straordinario, con un’altra celebrità: l’attore e cantante Johnny Dorelli, con cui è sposata dal 1991, anche se i due si conobbero molto prima, nel 1979.
Gloria Guida è stata protagonista di 27 film, il primo girato nel 1974, a soli 19 anni, La ragazzina di Mario Imperoli, mentre al 1982 risale la sua ultima apparizione al cinema con Sesso e volentieri di Dino Risi. Oltre ad Avere vent’anni (nel quale canta anche la colonna sonora sui titoli di testa e di coda), tra i suoi film più celebri troviamo, oltre ai citati La minorenne e La casa stregata, La liceale e Fico d’India.
Oggi comunica molto con i fan attraverso Twitter, ma soprattutto conduce in Rai, dal 2018, una serie di documentari dal titolo Le ragazze, in cui si racconta la storia italiana del Secolo Breve attraverso gli occhi delle donne, narratrici ma anche protagoniste.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire cosa accadde in Avere vent’anni e perché vale la pena vederlo o rivederlo soprattutto oggi.
La trama
Lia e Tina, interpretate rispettivamente da Guida e Carati, sono due giovani di provincia che si conoscono durante una giornata al mare e decidono di andare insieme a Roma in autostop. Nella Capitale, vanno a sistemarsi in una comune, che però viene sgombrata dalla polizia. Durante la loro permanenza nella comune, cercano di mantenersi venendo enciclopedie e incontrano personaggi grotteschi e parodiati. C’è anche una scena con un’intervista, in cui Lia racconta la storia della sua vita fatta di sfruttamento. Le due ragazze, su indicazione di un informatore corrotto, ricevono il foglio di via per i loro «paesi nella Bassa». Nel loro viaggio di ritorno, vengono molestate in una trattoria, inseguite in un bosco, violentate e uccise.
I due personaggi
I personaggi di Lia e Tina sono profondamente diversi: più malinconica Lia, più rassegnata, più combattiva Tina, che ripete sempre di essere «giovane, bella e incazzata». Se il sesso e la rabbia sono le molle che muovono Tina, Lia sembra come essere trasportata dalla corrente, guidata da sentimenti positivi e da solidarietà femminile. Lia e Tina però si vogliono bene, sono due anime elette che si sono incontrate e cercano di difendersi l’un con l’altra.
Le scene censurate
Dopo l’uscita nel 1978, il film fu rimontato e vennero tagliate molte scene: l’inizio sulla spiaggia – quando le due ragazze si conoscono – la scena di amore saffico tra le due all’interno della comune e il finale in cui le giovani vengono stuprate e uccise – sostituito con un lieto fine che rendeva il tutto senza senso. All’inizio del film compare infatti una citazione di Aden Arabia, romanzo di Paul Nizan, che annuncia in un certo senso il finale tragico pensato dal regista:
Avevo vent’anni… Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita.
Senza quel terribile finale, questa citazione non avrebbe molto senso.
Il finale terribile
Dopo l’intervento della polizia nella comune, le ragazze sono espulse con foglio di via da Roma. Cercano di tornare al loro paese in autostop e si fermano in una trattoria a mangiare. È l’inizio della fine per loro: si sottraggono alle molestie degli uomini presenti (indispettiti da due donne libere che ballano e decidono per loro stesse), ma vengono inseguite, stuprate e uccise. Tina viene impalata con un tronco d’albero, mentre Lia, morente viene finita con un masso dopo aver visto quello che hanno fatto all’amica. All’uscita del film, nel 1978, gli spettatori non gradirono: Carati e Guida erano due attrici troppo amate e quindi anche il finale fu oggetto di un taglio e di una sostituzione con un lieto fine.
L’uscita in dvd
Nel 2004, per la gioia dei cinefili, il film uscì in dvd: due dischi all’interno della confezione, uno contiene il film censurato, l’altro quello con i tagli del regista e quindi è un’edizione integrale.
Il giudizio del regista
Gloria Guida e Lilli Carati – ha dichiarato il regista Fernando di Leo nel libro Calibro 9 a lui dedicato – erano molto amate da un certo pubblico, e il fatto che io le abbia fatte ammazzare, stuprare in quella maniera feroce, non so… probabilmente quando il “romoletto” è andato al bar e la “romoletta” gli ha chiesto: «Com’è Avere vent’anni?», lui le ha risposto: «Nun ci anna’». Mentre di solito se il film piace si dice: «Vattel’a vede». Aver fatto morire quelle due, a livello inconscio avrà influito a che un film destinato ai giovani, i giovani non siano andati a vederlo. Non è stato un insuccesso, perché i soldi li ha riportati a casa, ma non è stato quel successo che credevo, ho fatto male i conti.
I livelli di visione
Il film era stato pensato da Fernando Di Leo per essere girato molti anni prima, quando il movimento hippie era ancora al suo apice: alla fine degli anni ’70 la storia risultò lievemente anacronistica. Per alcuni questa fu l’ennesima commedia comico-erotica, in cui la storia fu solo un pretesto per mostrare un po’ di corpi femminili nudi, ma non si trattava assolutamente di una commedia. Oggi i cinefili la pensano in modo differente: i film d’exploitation sono tornati di moda e questo fa parte integrante del genere. Era previsto un prequel ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, sempre con protagoniste Carati e Guida.
Il giudizio contemporaneo
I cinefili, abbiano detto, hanno atteso con ansia l’uscita della versione con i tagli del regista in dvd. C’è chi ritiene ancora oggi che questa pellicola non sia una pietra miliare del cinema ma c’è anche chi ritiene che sia da vedere assolutamente, perché è
Un’opera – si legge su Nocturno – più complessa e meno didascalica di quanto la confezione faccia presupporre, che pubblico e critica hanno snobbato, decretando la fine di un regista che (forse) avrebbe avuto ancora molto da dire.
Quello che è certo è che, con la scena del femminicidio, Avere vent’anni ha puntato i riflettori su un fenomeno che quotidianamente leggiamo nelle cronache italiane ed estere.
Cosa ci può offrire questo film oggi
Avere vent’anni ci offre una riflessione: molte cose sono cambiate dal 1978 a oggi ma misoginia e retaggi maschilisti sono ancora vivi. Guardando il film, si potrebbe pensare che certe scelte nei dialoghi sarebbero oggi differenti – alcuni scambi risultano decisamente omofobi per esempio. Tuttavia, quello che fa paura nella pellicola è il maschilismo strisciante che permea l’intera storia. Guida e Carati sono al tempo stesso oggetto del desiderio – o semplicemente oggetti tout court – e creature da ridurre al silenzio. I due personaggi evidenziano l’egoismo degli uomini e come il mondo in cui vivono sia nelle mani di questi. Perché vedere Avere vent’anni quindi? Per capire più a fondo le forme in cui il maschilismo si presenta ancora oggi.
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