Hatshepsut, il faraone femmina, che la Storia (e il figlio) cercarono di cancellare
La storia di Hatshepsut, che regnò più a lungo di ogni altra regina di tutte le dinastie dell'Egitto: è considerata la prima grande donna della storia
La storia di Hatshepsut, che regnò più a lungo di ogni altra regina di tutte le dinastie dell'Egitto: è considerata la prima grande donna della storia
Nel 2007 il mondo dell’archeologia annunciò la più grande scoperta dai tempi del ritrovamento della tomba di Tutankhamon, risalente ormai al 1922. Si trattava dell’identificazione della mummia femminile ritrovata nel 1903 vicino a Luxor e sottoposta a più di un secolo di studi e ricerche. Quel corpo apparteneva alla regina Hatshepsut, la seconda donna faraone della storia d’Egitto, considerata dagli studiosi la prima grande figura femminile della storia.
“Era una donna molto forte e capace di giocare sporco per salvaguardare i propri interessi, dimostrando di essere allo stesso livello degli uomini. Apparentemente usava il suo potere per governare le terre dalla foce fino alla fine del fiume Nilo solo per mangiare bene e in abbondanza”, spiegò Meredith F. Small, antropologa dell’Università di Cornell, in un’intervista al Corriere. Dalle analisi emerse anche un profilo più dettagliato della donna: era sovrappeso, aveva perso i capelli per colpa dell’alopecia e molto probabilmente soffriva di diabete.
Dagli studi si scoprì che indossava gli abiti e gli ornamenti tipici dei faraoni maschi, compresi barba finta e copricapo. Un dettaglio che non sorprende, conoscendo la sua storia di regnante. Dopo aver sposato uno dei suoi fratellastri, Thutmose II, inizialmente aveva regnato insieme al figliastro Thutmose III, salvo poi autoproclamarsi faraone e restare al potere per oltre vent’anni, durante uno dei periodi più fecondi e pacifici per l’Antico Egitto.
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Nata nel periodo compreso tra il 1513 e il 1507 a.C., Hatshepsut era l’unica figlia del Re Thutomose I, che morì quando lei era ancora adolescente. Hatshepsut aveva diritto al trono, visto che i suoi fratelli erano morti e suo padre l’aveva scelta come erede, ma il potere passò invece al fratellastro Thutmose II. Decise quindi di sposarlo, diventando la sposa reale e regina dell’Egitto. Tuttavia, dopo tre anni anche il consorte morì, lasciando il trono vacante a causa dell’età del figlio maschio destinato al trono, Thutmose III, che aveva solo tre anni ed era figlio di una concubina. Hatshepsut si autoproclamò quindi Regina e Faraone dell’Egitto.
Diversamente da padre Thutmose I e dal successore Thutmose III, Hatshepsut si dimostrò fin da subito una sovrana illuminata, che cercava la pace prima di ogni altra cosa. Si dedicò alla politica estera, per riallacciare i rapporti con i paesi confinanti e che più volte avevano minacciato di invadere l’Egitto. Fu inoltre promotrice di una serie di grandissime opere edili, ancora oggi visibili.
Hatshepsut destinò fondi alla costruzione di monumenti, invece che alla guerra. Abbellì il colossale complesso templare di Karnak, aggiungendo anche due obelischi gemelli, ed edificò la Cappella Rossa di Karnak, rivestita di pietra intagliata e decorata con scene raffiguranti eventi significativi della vita della sovrana.
Il capolavoro, però, fu il suo monumento funebre. Si trova ancora oggi sulla riva occidentale del Nilo, all’ingresso della Valle dei Re, e venne scelto come tomba anche da tutti i successivi faraoni del Nuovo Regno. Il punto focale del complesso era un colonnato che anticipava l’armonia architettonica del Partenone di Atene. Hatshepsut aveva iniziato a costruire la tomba quando era ancora solo la sposa di Thutmose II. Dopo aver sistemato la tomba del padre, la preparò per una doppia sepoltura, ovvero per lei e il Thutmose I.
L’ultimo periodo del suo regno fu adombrato dalle azioni guerrafondaie del figliastro Thutmose III, che le succedette dopo tanti anni di attesa e che è considerato il Napoleone dell’Antico Egitto. Hatshepsut morì il 16 gennaio del 1458 a.C, forse a causa di un tumore alle ossa, che potrebbe essere stato causato da pomate cancerogene.
Morta Hatshepsut, dopo circa ventidue anni di regno, Thutmose III divenne finalmente faraone d’Egitto. La matrigna venne inizialmente inumata accanto al padre, come da lei progettato mentre era in vita. Nel corso del suo regno, però, Thutmose III decise di dividerli e molti oggetti del corredo funebre di Hatshepsut andarono persi, così come la sua mummia.
Verso la fine del regno di Thutmose III e durante quello del figlio Amenofi II iniziò la graduale cancellazione di Hatshepsut da alcuni monumenti e dalle cronache faraoniche. Se la sua sagoma rimaneva riconoscibile nei geroglifici, il suo nome sembrava non esistere più. Vennero distrutte anche molte sue sculture e poi sepolte in un pozzo. A Karnak si tentò addirittura di nascondere con un muro un suo obelisco.
Non è chiaro il motivo per cui Thutmose III e poi il figlio si accanirono verso il ricordo di Hatshepsut. Secondo alcuni studiosi, come Joyce Tyldesley (che ha raccontato la vita di Hatshepsut per la BBC), Thutmose III potrebbe aver cercato semplicemente di sminuire quanto fatto dalla matrigna, perché non concepiva l’idea che avesse assunto il ruolo di faraone, pur essendo una donna.
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