Circa l’80% della popolazione mondiale ogni mattina si alza al suono della sveglia per fare parte di una società orientata sul mattino. La convinzione comune è che chi dorme non pigli pesci e che il mattino abbia l’ora in bocca. E se non fosse così? Coloro che hanno un ritmo di vita totalmente diverso, i nottambuli, si stanno organizzando e hanno trovato una voce in Camilla Kring, consulente al lavoro danese e fondatrice della B-society, un gruppo di supporto per i lavoratori che non si adattato allo schema classico, chiamati lavoratori B, in contrapposizione ai lavoratori A.
Nella società agricola eravamo tutti persone A. Il motivo è che dovevamo lavorare all’aperto e quindi i nostri ritmi circadiani e orologi biologici erano sincronizzati con l’alba e il tramonto. Oggi la maggior parte di noi sono persone B eppure la società è organizzata principalmente in modo da accogliere le persone A: le scuole, gli asili e molti luoghi di lavoro consentono solo orari dalle 8-9 del mattino alle 17-18 del pomeriggio.
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La società A dei mattinieri e B dei nottambuli
La differenza tra orario biologico e orario sociale è chiamata social jetlag. La società dell’orario dalle 9 alle 17 mette le persone B nella condizione di avere una salute peggiore, visto che il loro social jetlet è maggiore. Se c’è una differenza di cinque ore dal momento in cui ti svegli quando vai al lavoro e quello dei giorni liberi, allora hai cinque ore di social jetlag . E in questa categoria rientra il 60% dei fumatori. Le ricerche mostrano anche come ogni ora di social jetlag aumenti il rischio di obesità del 33%.
La società A dei mattinieri e B dei nottambuli
Camilla Kring sottolinea le differenze tra il modello di lavoro industriale, parzialmente superato, e quello di oggi. Ci sono sempre più freelancer e lavoratori da remoto, che operano e si muovono in orari diversi.
La società A dei mattinieri e B dei nottambuli
Dobbiamo liberarci dalla società 9-18 e dalla sua mancanza di rispetto per i ritmi biologici delle persone B. La qualità della vita, la salute e la produttività migliorerebbero se offrissimo alle persone orari di lavoro corrispondenti ai loro ritmi biologici. In una società basata sulla conoscenza alzarsi presto al mattino non è la cosa più importante. Invece bisognerebbe lavorare quando si è più produttivi.
La società A dei mattinieri e B dei nottambuli
Essere presenti sul lavoro dalle 9 alle 17 non vuol dire produttività: su questo tasto insiste la B-society di Camilla Kring. E non vale solo per i lavoratori, ma anche per gli studenti.
La società A dei mattinieri e B dei nottambuli
Perché la scuola inizia alle 8?
La scuola discrimina le persone B (che si svegliano tardi). Le ricerche mostrano come tutti i teenager siano persone B. Iniziare alle 8 è come iniziare nel bel mezzo della notte biologica dei giovani, ecco perché le persone B ricevono voti più bassi delle persone A quando gli esami si svolgono presto. Solo quando gli esami si svolgeranno di primo pomeriggio ci sarà uguaglianza.
La società A dei mattinieri e B dei nottambuli
La B-Society sta lavorando per ridurre il social jetlag delle persone B. Basterebbe modificare l’apertura delle scuole e dei luoghi di lavoro in modo da adattarsi ai ritmi circadiani. Un’ipotesi supportata anche da studiosi e scienziati, come Till Roenneberg, ricercatore tedesco che ha mappato i ritmi circadiani di oltre 250mila persone scoprendo che la distribuzione dei ritmi circadiani varia da tipi estremamente precoci a tipi estremamente tardivi.
Camilla Kring
Intervistata dal New York Times, Camilla Kring ha parlato di come il lavoro flessibile, fuori dal classico turno 9-17, possa fare bene a tutti. “Le aziende potrebbero usare la conoscenza dei ritmi circadiani per avvantaggiarsi dal punto di vista della competizione”.
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