Wonder Woman è l’eroina più popolare di tutta la storia dei fumetti. A parte Superman e Batman, nessun altro personaggio è più longevo di lei, e forse è proprio per questo che ancora oggi continua ad appassionare anche al cinema. Come qualsiasi altro supereroe, però, anche lei aveva un’identità segreta. Quello che non molti sanno, però, è che anche la sua genesi fa parte di una storia altrettanto segreta, raccontata nel film Professor Marston & the Wonder Women, uscito nel 2017 in America, e ricordata dal sito Smithsonian.

Originariamente creata da William Moulton Marston (e disegnata da Harry G. Peter), Wonder Woman debuttò su carta nel 1941, sfidando la censura e persino le femministe, che oggi la vedono come una portabandiera del coraggio e della perseveranza che contraddistinguono le donne. Marston, il suo “papà”, era uno psicologo statunitense, laureato in Legge nel 1918 e dottore di ricerca in Psicologia nel 1921, ad Harvard.

Ben prima di dedicarsi ai fumetti, William Marston creò il primo strumento funzionale per individuare le menzogne, meglio conosciuto come macchina della verità. La sua invenzione, che fu la base del poligrafo moderno, si basava sull’adattamento di strumenti per la misurazione della pressione sanguigna. Marston osservò e analizzò i comportamenti di donne e uomini nella vita quotidiana, le interazioni tra le persone e nei diversi contesti o ambienti. Basandosi sui suoi studi di psicologia, si convinse del fatto che le donne fossero più oneste e affidabili degli uomini e che potessero lavorare più velocemente e con maggiore precisione.

Marston e la moglie Elizabeth Holloway, sua assistente nelle lezioni che teneva a Harvard, si avvicinarono “pericolosamente” a una studentessa del corso, Olive Byrne. La coppia e la giovane  cominciarono a frequentarsi e in breve tempo nacque una storia “a tre”. Quando Olive rimase incinta del primo figlio, andarono a vivere tutti insieme e ben presto allargarono la famiglia, crescendo ben quattro figli. A tutti raccontarono che Olive era una parente e che il padre dei suoi due figli era morto.

La moglie e l’amante furono la vera fonte di ispirazione per Wonder Woman, oltre al movimento delle Suffragette e alla zia di Olive, la pioniera del controllo delle nascite Margaret Sanger. L’amore, la sperimentazione e la collaborazione tra le due donne della sua vita lo contribuirono alla creazione delle avventure della celebre eroina. Persino la “divisa” di Wonder Woman pare fosse ispirata a un costume in stile greco indossato da Olive e dai massicci braccialetti di bronzo che amava portare.

Molte donne, però, non gradirono il look succinto dell’eroina e nemmeno il fatto che spesso venisse legata e incatenata dai suoi nemici. Da un lato Marston dava sfogo alle sue fantasie sessuali, in primo luogo il bondage, mentre dall’altro lo usava come modo per mostrare quanto le donne fossero ancora “sottomesse” nella società patriarcale.

“Wonder Woman rappresenta una forma di propaganda psicologica per il nuovo tipo di donna che, credo, debba governare il mondo”, disse William Marston, come ricordato da Jill Lepore, autrice del libro The Secret History of Wonder Woman. “La sola speranza per la civiltà è legata a una maggiore libertà, sviluppo e uguaglianza per le donne in ogni campo dell’attività umana”.

William Moulton Marston morì di cancro nel 1947, a soli 54 anni e dopo 6 anni dalla prima apparizione di Wonder Woman su fumetto. Elizabeth e Olive continuarono a vivere insieme fino alla morte di Olive, nel 1951, all’età di 81 anni. Elizabeth morì nel 1993, ormai centenaria. Il nome di Marston venne ricordato dalla Dc Comics solo nel 1985, in occasione di una pubblicazione celebrativa per le 50 persone più importanti nella storia della celebre casa editrice di fumetti americana.

L'autore, la moglie e una studentessa: il ménage a trois che ispirò Wonder Woman
Fonte: Web e Smithsonian Libraries
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