Ilaria Naef è una di quelle persone che non puoi non ammirare; e non solo perché siano state in grado di superare la disabilità per costruire una vita assolutamente normale, ma anche perché hanno il coraggio di fare cose per cui la gran parte di noi tremerebbe al solo pensiero. Tipo lanciarsi a velocità incredibili su piste e discese, compiendo capriole e salti mortali.
Beh, per Ilaria è questa la sua normalità: tanto che la venticinquenne di Varazze, provincia di Savona, è la prima atleta italiana di WCMX, ovvero il Wheelchair Motocross, il motocross per sedia a rotelle.
La intervistiamo fra un impegno sportivo e un’ospitata televisiva (è stata anche nel salotto di Mara Venier a Domenica In, e tempo fa allo Show dei record, tanto per citarne due), cosa che non sorprende, perché la sua storia, e il suo esempio di grande vitalità e forza sono chiaramente da prendere ad esempio e da raccontare.
Ilaria è nata prematura, con una paralisi cerebrale che fin dalla nascita le ha impedito l’uso delle gambe; chiaro, quindi, che per lei sia inimmaginabile pensare la sua vita diversa da così com’è, tanto che, quando le chiediamo se sia mai posta la domanda “E se fosse andata in un altro modo?” lei ci risponde, molto sinceramente, così:
L’ho pensato, e mi ritengo fortunata ad essere come sono, perché proprio la mia disabilità mi ha dato l’opportunità di vivere alcune delle esperienze più belle che io abbia mai fatto e di conoscere tante delle persone a me più care.
La sua spontaneità e l’approccio sempre positivo che ha verso la sua disabilità, che lei naturalmente non considera come tale, avendola vissuta fin da quando è venuta al mondo, le rendono difficile anche comprendere perché i disabili siano sempre visti come “diversi”, e le difficoltà che le altre persone mostrano tuttora nell’accettarli.
Per me la disabilità è una cosa normale, e penso che lo dovrebbe essere per tutti. Penso che ci sia tanta ignoranza e tanta paura di ciò che non si conosce, ed è proprio per questo che cerco di far conoscere la mia storia: per cambiare la percezione della disabilità.
Tra un salto mortale e l’altro, sulle piste da sci così come sulla strada, documentate sul suo account Instagram, Ilaria ha in serbo molti obiettivi per il prossimo futuro, ma non tutti sono “rivelabili” immediatamente. Scaramanzia, desiderio di mantenere il mistero? Di sicuro, dopo i campionati open di Amburgo dell’estate 2018 e le ultime evoluzioni sulle piste di Prato Nevoso, la sua mente sta già volando verso molti altri progetti.
“Ho alcune idee che non posso ancora svelarvi“, ci dice, prima di lasciarsi andare e raccontare quello che è il suo sogno più grande:
Sogno di vedere uno skatepark pieno di ragazzini in carrozzina, perché significherebbe che la carrozzina non viene più vista come un ostacolo o una sfortuna, ma come uno strumento di divertimento e di libertà.
In gallery conosciamo meglio la campionessa di WCMX.
Nata prematura
Sono nata prematura, a 6 mesi e mezzo di gravidanza – ci racconta – Questo ha causato una paralisi cerebrale che non mi permette di muovere bene le gambe. Fin da piccola ho sempre usato un deambulatore o le stampelle per muovermi, ma tutto era molto faticoso.
La svolta
A circa 15 anni, anche grazie alla scoperta del WCMX fatta su Internet, ho deciso che la carrozzina sarebbe stata la scelta migliore per me e che mi avrebbe reso molto più libera e così è stato.
Oggi sono la prima atleta di WCMX in Italia e non vedo la mia disabilità come un limite, ma come un’opportunità.
Ha cominciato a praticare sport a 15 anni
Ho cominciato a praticare sport a livello agonistico a 15 anni con la pesistica paralimpica, uno sport che mi appassiona molto e che pratico tuttora. Fin da piccola però ho sempre avuto la passione per lo skate, che tenevo nascosta perché pensavo fosse impossibile per me diventare una skater.
Ho visto dei video e ho capito che avrei fatto WCMX anch'io
Un giorno, guardando dei video su YouTube, ho visto un ragazzo che usava la sua carrozzina allo skatepark, e ho deciso che un giorno l’avrei fatto anche io. Ho potuto iniziare a praticare WCMX solo un po’ di anni dopo, quando mi sono trasferita in Germania per un periodo Erasmus.
Evoluzioni mozzafiato
In un’altra intervista Ilaria ha detto di sé:
Sono una ragazza molto testarda, lo sono sempre stata, e probabilmente questa è una delle fortune che mi ha portato ad essere dove sono oggi. Se ho un’idea è difficile che la cambi solo perché qualcuno mi dice che sbaglio; molte persone hanno sempre cercato di farmi cambiare idea su ciò che potessi o dovessi fare, ma io non accetto che mi dicano qualcosa senza darmi delle motivazioni che ritengo valide e che potrebbero farmi cambiare opinione.
Spericolata e testarda
Sono anche molto spericolata e odio essere trattenuta – ha aggiunto nella stessa intervista. Per esempio, da piccola, quando non avevo la carrozzina, mi sentivo prigioniera perché non ero libera di fare ciò che volevo come gli altri bambini.
Laureata
Nell’estate del 2018 Ilaria si è laureata in Traduzione e interpretariato.
“Non sono mai stata una secchiona, ma quello che studio mi piace e quindi mi riesce abbastanza bene. Durante gli studi universitari ho avuto l’occasione di fare due volte l’Erasmus in Germania, a Bochum; queste sono state esperienze bellissime che mi hanno fatto crescere molto sia dal punto di vista personale che da quello sportivo“.
Tanti progetti per il futuro
Sogno uno skatepark con tanti ragazzi in carrozzina, perché anche questo è uno strumento di divertimento
- Le interviste di RDD
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