Il Coronavirus ci ha imposto giocoforza non solo di stare nelle nostre case, ma anche di trovare nuovi modi per passare il tempo e divertirci. Alcuni si sono attrezzati con flash mob, disegni da appendere ai balconi e musica diffusa dalle finestre di casa per far ballare e cantare tutto il quartiere, mentre sui social l’ironia pare essere piuttosto monotematica, e concentrarsi tutta su un unico pensiero: dopo la quarantena diventeremo tutti grassi.
Il riferimento, ça va sans dire, è ovviamente al fatto che, rimanendo a casa, tra tentazioni culinarie, palestre chiuse e difficoltà di praticare attività sportiva all’aperto, tutti potremmo mettere su dei chiletti, cosa che è frequentemente sottolineata da meme di persone obese, che non sono però affatto divertenti.
Perché l’ironia su quanto saremo grassi da post-Coronavirus non fa ridere? Perché non parliamo di niente di diverso rispetto al body shaming che avviene in situazioni “normali”, ovvero la derisione e la denigrazione di una tipologia di corpo o di una condizione patologica quale è l’obesità.
Sull’argomento si sono equamente divisi anche i social, fra quanti hanno deciso di “cavalcare l’onda” e chi, invece, ha condannato i meme e le battute di questo tenore. Un post di Fedez che immortala i “Ferragnez”, Leone compreso, in una versione decisamente oversize che voleva essere ironica ha raccolto tanti commenti entusiasti quanto critici; eccone alcuni:
Onestamente a me non fa affatto ridere, c’è gente che si sente a proprio agio nel corpo della chiara ferragni ‘grassa’. Le è stato affibbiato quel corpo come qualcosa di cui vergognarsi, come se fosse una condanna a morte i kg in più o la cellulite. Completamente in disaccordo con queste foto.
Oppure:
Siete denigranti. Vergognosi. Vergognosi. Poi tua moglie dice degli haters che la insultano? Ma non vi vergognate?? Con le foto da ‘in carne’ state indirettamente denigrando quelli in carne. State usando ciò che non vorreste essere e che per voi è difetto, per far RIDEREEEEE. Vergogna. E non rispondete. NON ESISTONO GIUSTIFICAZIONI. Fine.
E ancora:
Magari non è il caso? I corpi grassi non esistono per farvi ridere, questo è profondamente sbagliato e si sta discriminando una minoranza. Il vostro thin privilege non vi fa neanche pensare a come si potrebbero sentire le persone grasse, perché sì sono persone ed esistono esattamente come voi. Imbarazzante.
C’è poi chi, come l’influencer e dj Valentina Dallari, che nel recente passato ha sofferto di anoressia, ha voluto sottolineare proprio sotto quel post come fosse inopportuno pubblicarlo, peraltro nella giornata del 15 marzo, dedicata ai Disordini dell’Alimentazione.
In effetti, forse non è stata un’uscita propriamente riuscita, soprattutto se pensiamo che, in occasione del suo addio al nubilato, Chiara Ferragni si scagliò decisamente contro un articolo del Corriere che aveva definito le sue amiche “rotondette”, gridando al body shaming e lanciando persino un hashtag, #bodyshamingisforlosers, ovvero “il body shaming è da perdenti”.
Lasciamo pure perdere il fatto che anche la vigoressia, l’ossessione per la propria forma fisica, sia da considerarsi una patologia preoccupante, di cui nessuno sembra interessarsi, anche se si dovrebbe; è sbagliato, come lo è sempre stata, associare il sovrappeso, o l’obesità, a una pura e semplice questione di pigrizia. Ridurre tutte le persone grasse o obese a “mangione” che non muovono un muscolo e non considerare nessun’altra variabile possibile alla base della problematica è offensivo oltre che scorretto. E, anche ammettendo che alcuni di loro siano grassi e pigri insieme, questo non rende più “giustificabili” le battute, che finiscono solo per il rimarcare una differenza tra “loro” e “gli altri”, con questi ultimi che devono star ben attenti a non trasformarsi nei primi. Questo atteggiamento ha un nome: grassofobia.
"Sono arrivata a pesare 220 kg e no: gli obesi non sono tutti pigri e mangioni"
La storia di Veronica, con un passato da obesa a causa dell'ovaio policistico, e il suo messaggio: "Obesità non significa solo mangiare troppo".
Va bene cercare di alleggerire questo periodo con dell’ironia, ma non dimentichiamoci che dietro quelli che riteniamo meme, apparentemente innocui, spiritosi, spesso ci sono delle persone che, direttamente o meno, si sentono chiamate in causa e ne soffrono, perché si sentono relegati al rango di “cattivi esempi” da cui stare lontani, da demonizzare, messi al centro della scena solo per essere derisi e umiliati. Non si tratta di fare i moralizzatori a tutti i costi o di perdere il buonumore, ma solo di riflettere un secondo su quanto si sta postando, o scrivendo, e domandarsi come ci sentiremmo dall’altra parte.
Non ci sono altri modi per ridere pensando a quanto sia difficile fare la quarantena chiusi in casa?
Di questi tempi, in fondo, la sensibilità dovrebbe non essere così lontana da noi. Sfogliate la gallery per leggere altri messaggi social che parlano dell’argomento.
Il post di Carolina Capria
In questi giorni è facile leggere battute su quanto saremo grassi una volta finita questa quarantena. Ma non è un modo come un altro per allentare la tensione, per sdrammatizzare, perché è un modo che offende, che deride un gruppo preciso di persone. E no, non dovrebbe essere divertente.
Nella foto un piccolo brano tratto da “Fame” di Roxane Gay.
Il post scritto da Carolina Capria nella sua pagina Facebook L’ha scritto una femmina:
Le reazioni al post di Fedez
Dopo il post di Fedez, ci sono state diverse reazioni contrariate da quell’immagine. Prendiamo questo post della psicologa Sara Colognesi:
Negli ultimi giorni è stato un multiplicarsi di meme, battutone e condivisioni varie di natura #grassofobica. In rete le persone #grasse, ma anche professionistx sanitarx, attivistx e alleatx magrx stanno cercando di contrastare questa ondata che sta creando notevole #disagio in un momento in cui non abbiamo bisogno di ulteriori problemi.
In particolare, domenica 15 marzo (tra l’altro la giornata dedicata dai #disturbidelcomportamentoalimentare) una coppia di influencer con una piattaforma di milioni di follower ha dato il colpo di grazia, con il risultato che delle attiviste che non avevano nessuna intenzione di inserirsi in questa conversazione, sono state tirate in ballo e sono state ricoperte di offese e insulti.
Se anche tu sei una di quelle persone che ha condiviso questo tipo di contenuti, non voglio attaccarti. Ma farti ragionare sul fatto che frasi come “hahaha quando usciremo dalla quarantena saremo tutti #grassi” come se essere grassx fosse una cosa orribile, feriscono e aggiungono ulteriore stress a persone che erano grasse prima dell’#isolamentosociale e lo saranno anche dopo. E prima, durante e dopo devono comunque convivere con lo #stigma, la #marginalizzazione e la #discriminazione a loro riservati.
Se vi sentite in pericolo vicino al frigo, cercate la parola "grassofobia"
ALLA FINE DI QUESTA QUARANTENA NON POTRÒ USCIRE DI CASA, SARÒ UN* CICCION*. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
– AH, ma come me?E poi rimanete là ad ammirare il disagio che un’affermazione del genere crea.
Il panico, il goffo correre ai ripari tipo ‘ma tu sei bell* così’ come se aveste mai detto il contrario.
Oppure: ‘Ma io parlo di me eh, nel senso io grass* mi faccio schifo!’.Come se ci fosse un modo per slegare la repulsione per il grasso per quello di qualunque altra persona grassa, dopo che quest’ultima si vede continuamente rappresentata come un fallimento delle diete, una post motivazionale per smettere di essere patetic* de* network marketer che vendono frullati, un meme che fa ridere tutt* che tanto fa bene farsi una risata e chi se ne fotte se c’è chi guardandolo si sente offes* perché quel corpo che alleggerisce la pesantezza della vostra quarantena è esattamente quello che vive ogni singolo giorno.
Amic*, se proprio vi sentite in pericolo a casa vicino al frigo, usate google e cercate la parola ‘grassofobia’, poi ne riparliamo. Ma non è detto perché francamente sono piena. PIENA.
Questo il post di Fraülein Stalker, delle Belle di Faccia.
Vorrei che riflettessimo sul fatto che non è normale ridere di un corpo grasso
DURANTE LA QUARANTENA… IO SONO GIÁ GRASSO!
In questi giorni sono tanti i post in cui le persone stanno parlando degli effetti che la quarantena può avere sul proprio corpo e sul proprio peso.
Lo so, è un periodo difficile pieno di incertezza e stress, ma parlare del peso e del grasso come sinonimo di pigrizia o cattiva alimentazione contribuisce allo stigma che si ha verso le persone grasse. Persone, come me, che sono già così nella loro vita e che non si sentono a loro agio nel diventare motivo di battute senza che vi sia una responsabilità.Perché il rovescio della medaglia è che sia io, persona grassa, a non dovermi offendere e non chi non abbia un corpo come me a evitare di giudicarlo, anche senza un intento esplicitamente offensivo.
Perché capisco che, finché non riguarda una propria caratteristica fisica, sia difficile comprenderlo. Ma vorrei che durante questa quarantena riflettessimo, proprio perché ci siamo coinvolti tutti e tutte, del fatto che non sia normale ridere del grasso, qualunque sia il motivo per cui si è grassi.Di come certe immagini possano portare avanti stereotipi che hanno ripercussioni sulla salute mentale, sulla vita sociale, sull’immagine corporea di chiunque, anche di chi grasso non lo è. E di come questa ossessione per il controllo del peso e del corpo (in un periodo in cui dovremmo preoccuparci di non ammalarci e far ammalare gli altri) possa essere peggiore per chi già soffre o potrebbe soffrire di disturbi alimentari.
Il post di Fedez
In una delle foto pubblicate da Fedez nel post “incriminato” più d’uno si è chiesto se la faccia di Chiara non sia stata incollata sul corpo di una donna, del tutto ignara.
Elettra Lamborghini
Stessa cosa per Elettra Lamborghini, “imboccata” nella foto dal fidanzato AfroJack.
Prendono "in prestito" Meghan Markle
La pagina Instagram Baby George ti disprezza usa le immagini della Duchessa di Sussex prima e durante la gravidanza per evidenziare i chili accumulati durante il periodo di quarantena.
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