Per tutti è ormai Ivano, perché, anche se il suo luogo di nascita non è l’Italia, dove è arrivato solo nel 1998, a 10 anni, e il soprannome con cui lo si conosce, lo “zar” indica chiaramente quale sia il suo paese di origine, lui si sente davvero italiano a tutti gli effetti, e lotta per la maglia della nostra nazionale di pallavolo da vero leone (infortuni permettendo, come successo recentemente).
Alle Olimpiadi di Rio 2016 alcune delle sue battute hanno abbondantemente superato la velocità record dei 100 km orari, la sua stazza è quella di un vero Adone greco, eppure Ivan Zaytsev ha lo sguardo pulito e buono del ragazzo che per conquistarsi i suoi traguardi ha sudato e combattuto, che non si è mai adagiato sugli allori, a dispetto di due genitori famosissimi nel mondo dello sport, e che, smessa la divisa del giocatore di volley, indossa quella che più gli piace, del marito (di Ashling) e del papà di Sasha, Sienna e Nausicaa.
33 anni, una carriera ancora tutta in ascesa e tanti obiettivi ancora da raggiungere: uno dei più importanti sicuramente l’oro Olimpico, sfuggito di un soffio nella finale persa contro il Brasile padrone di casa nel 2016 e sfumato anche a Tokyo 2020, dove gli azzurri sono usciti ai quarti. Un infortunio al ginocchio lo ha inoltre costretto a saltare gli Europei, che si svolti subito dopo le Olimpiadi, vittoriosi per la nostra Nazionale, rimandando così, ancora una volta, la conquista del primo oro con la maglia dell’Italia.
Nel frattempo, cerca di essere un padre il più presente possibile per i suoi figli, di cui parla spesso sui suoi account social, anche se neppure lui sembra essere immune dai giudizi degli haters: qualche tempo fa, ad esempio, è stato preso di mira dai no vax per aver postato la foto della sua bambina dopo il vaccino al meningococco.
“Caro Zaytsev, pensa a giocare a pallavolo; migliaia di bambini sono morti a causa dei vaccini o sopravvivono gravemente danneggiati”, oppure “Zingaro, spero che Salvini ti rimandi al tuo Paese”, “Ti auguro che la bimba sia così sorridente anche domani e sempre. A volte il sorriso si spegne lentamente”, alcune delle orribili frasi comparse sotto la fotografia, prontamente rimosse dal campione, che evidentemente sa esserlo anche di fronte all’ignoranza e alla cattiveria delle persone.
Ivan – o Ivano, come vi pare – si è sempre raccontato anche attraverso i suoi tanti tatuaggi, quegli stessi di cui lui dice:
Tutto quello che c’è da sapere è inciso con l’inchiostro nella mia pelle. Questo sono io.
Lo zar ha raccontato dei loro significati, come vi spieghiamo in gallery, dove vi riveliamo alcune delle cose più curiose da sapere su di lui.
La passione per la pallavolo presa dal padre
Da piccolo ho ricevuto un’educazione sportiva molto forte, a tratti opprimente.
Ha detto lo zar, figlio del pallavolista sovietico campione olimpico Vjačeslav Zajcev e della nuotatrice Irina Pozdnjakova.
Sapere che in famiglia hai avuto una mamma che ha fatto un record olimpico, un record mondiale a 13 anni, e riconoscere la figura di mio padre come una presenza importante, creava in me una sorta di sfida con lui nel cercare di raggiungerlo e al contempo mi creava una ribellione interna sempre più forte.
Con il padre, però, anche un rapporto complicato
Proprio in virtù di questa sorta di competizione, il rapporto con il padre è stato “impegnativo”, e lo ha temprato nel corpo e nello spirito. Il primo gesto di ribellione di Ivan è stato quello di farsi crescere i capelli fino alle spalle, e da quel momento ogni suo look è stato evocativo di un determinato stato d’animo.
Ha iniziato a tatuarsi molto presto
Il primo tatuaggio Ivan lo ha fatto a 19 anni, gli altri hanno scandito determinati momento della sua vita. Fra i tanti disegni che colorano il suo corpo, anche uno dedicato ad Ashling, sua moglie dal maggio 2013 e manager, italiana con origini irlandesi.
Girovago della pallavolo
Ivan da piccolo ha seguito la famiglia spostandosi per via dell’attività sportiva del padre in diverse parti d’Europa Ha iniziato a praticare la pallavolo a 7 anni a San Pietroburgo, trasferendosi poi per un anno a Belgorod, mentre nel 1998, a 10 anni, approda in Italia.
Medaglia d'argento a Rio 2016
È stata cocente la delusione per la medaglia d’oro sfumata in extremis alle Olimpiadi di Rio 2016, nella finale persa contro i padroni di casa brasiliani. Nel palmarès di Ivan figurano anche due argenti europei e uno mondiale, e cinque bronzi conquistati sempre nelle principali manifestazioni mondiali di pallavolo.
Grintoso
Oggi Ivan si sente maturo e desideroso finalmente di aggiungere una medaglia d’oro alla sua bacheca dei trofei.
La sua gioia più grande
Oltre il campo da gioco, ovviamente le gioie più grandi di Ivan sono i suoi bambini, Sasha, nato nel 2014, Sienna, venuta al mondo a gennaio 2018, e Nausicaa, nata il 3 ottobre 2019.
I commenti orribili alla foto di Sienna
Ivan ha preso con serenità anche gli orribili commenti comparsi sul suo profilo social dopo la pubblicazione di una foto della piccola Sienna appena vaccinata.
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