"Sciacquati la bocca": Judi Dench, 86 anni di grazia e lo sguardo rivolto al futuro
86 anni e nessuna voglia di andare in pensione; anzi, Judi Dench "tuona" contro chiunque le chieda "Non hai voglia di ritirarti?".
86 anni e nessuna voglia di andare in pensione; anzi, Judi Dench "tuona" contro chiunque le chieda "Non hai voglia di ritirarti?".
Un tempo si riteneva fosse scortese chiedere l’età di una signora; per fortuna ormai certi retaggi “cavallereschi” sono stati superati, anche perché in casi eccezionali come quello di Judi Dench appare lampante che quella anagrafica non sia che una mera questione di numeri.
Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico dal 5 giugno 1970 e Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico dal 31 dicembre 1987, l’attrice nata a York nel 1934 vanta, fra i vari record e riconoscimenti, anche quello di essere stata la star più anziana a finire in copertina: è accaduto con il numero di giugno 2020 della storica rivista Vogue, dove Judi ha fatto capire di essere tutt’altro che disposta alla pensione.
For the June 2020 issue of British Vogue, Dame Judi Dench, at 85, makes history as the oldest person ever to star on the cover of Vogue. Photographed prior to the coronavirus pandemic by Nick Knight and wearing @dolcegabbana. Read the full interview now: https://t.co/6kIIBZPR7G pic.twitter.com/3XcyLXEOzx
— British Vogue (@BritishVogue) May 4, 2020
Capelli candidi, occhi blu e una vivace blusa a fiori, il look di Judi Dench spicca sulla cover di Vogue e fa capire quanto l’attrice inglese abbia ancora molto da dire – e da dare – al cinema internazionale. Tanto da risentirsi, uscendo per un attimo da quell’aura di grazia ed eleganza che la contraddistingue, quando il redattore del giornale, Giles Hatterseley, le parla di “retirement” (pensionamento).
No, no, no e ancora no, non usare quella parola Giles. Non in questa casa. Non qui. Sciacquati la bocca!
Ha tuonato la Dench, che vanta un curriculum di tutto rispetto, con una serie impressionante di pièce teatrali portate in scena, la maggior parte delle quali di William Shakespeare, e qualcosa come 55 film all’attivo. L’abbiamo vista conquistare un Oscar nei panni di una superba regina Elisabetta I in Shakespeare in Love – e non poteva che essere il film ispirato proprio alla sua più grande passione teatrale a darle il massimo riconoscimento ambito da un attore cinematografico – e poi “comandare” Pierce Brosnan prima, e Daniel Craig poi, come M, il capo dell’MI6, l’agenzia di servizi segreti per cui lavora la spia britannica James Bond.
Versatile, spiritosa, istrionica, Judi non si è tirata indietro neppure quando ha dovuto abbandonare l’ormai iconica capigliatura canuta per passare al viola e al verde nei panni del Capitan Tubero del film Artemis Fowl, andato in onda su Disney+ a giugno per la regia di un altro eccellente “shakespeariano”, Kenneth Branagh.
Rimpianti, nella vita di Judi Dench, non sembrano essercene; neppure quando, a causa di un infortunio, dovette rinunciare al ruolo di Grizabella in Cats, poi andato a Elaine Paige che interpreta al suo posto il brano Memory, diventato poi il suo cavallo di battaglia. Le celebrazioni, per Judi, sono state talmente tante che crediamo non abbia neppure il tempo per guardarsi indietro e dirsi “Questo lo rifarei”.
Invece, la Dama pare avere ancora molta voglia di guardare avanti; con due film usciti in questo difficile 2020 – oltre ad Artemis Fowl anche Sei minuti a mezzanotte, di Andy Goddard – una copertina guadagnata a 86 anni (in un’intervista fatta prima dello scoppio della pandemia), chissà a cos’altro ambirà Judi Dench per il 2021 e gli anni a venire; perché, come abbiamo capito, chi parla di pensione deve sciacquarsi la bocca.
Sfogliate la gallery per ripercorrere la carriera di Judi Dench.
A proposito del lockdown e della pandemia di Covid Judi ha dichiarato:
Sono sicura di sentirmi come tutti gli altri, tempi come quelli che stiamo vivendo, senza precedenti, sono piuttosto difficili da comprendere. La cosa positiva è che ha reso le persone consapevoli della solitudine degli altri. Se un po’ di gentilezza verrà fuori da tutto questo, allora ne avremo avuto un vantaggio.
Non si definisce “brava”, Judi Dench, ma
Più che altro fortunata, nel posto giusto al momento giusto. Era mio fratello maggiore ad aver il pallino per la recitazione e io gli ho rubato l’idea, ma non sarei mai arrivata all’Old Vic se qualcuno non mi avesse notato prima in un altro spettacolo. Eppure non me ne sono stata mai con le mani in mano e all’epoca non sono rimasta mai seduta in camerino quando non mi trovavo in scena. Stavo lì accanto alle quinte senza sosta, affamata di curiosità e voglia d’imparare. E lo sono ancora.
È stata l’attore e regista Kenneth Branagh a volerla nei panni di Capitan Root (o Tubero) nel film di Disney+.
Credo sia la decima volta, questa, che lavoro con Kenneth Branagh – ha dichiarato a Vanity Fair – Sono stata sul palco, con lui. Sono stata sul set. Mi è capitato di dirigerlo ed è capitato che fosse lui a dirigere me. La prima volta che ci siamo incontrati è stato come trovarci. Credo sia perché, pur non essendo vicini di età, siamo vicini di nascita: entrambi, compiamo gli anni a dicembre».
Ai tempi di The Winter’s Tale, nell’ultimo pomeriggio di riprese, Ken è entrato nel mio camerino. Aveva un computer con sé. Ha cominciato: ‘Judi, mi chiedevo se…’e subito ho detto ‘Sì’. Non avevo bisogno di sentire altro. Sapevo solo che volevo continuare a lavorare con lui. Solo dopo mi ha detto che avrebbe fatto Assassinio sull’Orient Express, dove avrei interpretato la principessa Dragomiroff. Poi, mi ha telefonato per dirmi che doveva vedermi».
È venuto da me, è entrato nella mia cucina e mi ha detto che mi voleva per la parte di un leprecauno di ottocento anni. Se è sorpresa lei, si immagini quanto potessi esserlo io!
Per il ruolo di Elisabetta I nel film Shakespeare in Love, con Joseph Fiennes, Gwyneth Paltrow e Colin Firth Judi ha guadagnato il suo unico Oscar, nel 1999. Vanta comunque un palmarés incredibile, con due Premi Golden Globe (Shakespeare in Love, The Last of the Blonde Bombshells), 8 Laurence Olivier Awards per le sue interpretazioni a teatro (Macbeth, Juno and the Paycock, Pack of Lies, Antonio e Cleopatra, Absolute Hell, A Little Night Music, Il racconto d’inverno ed uno alla carriera), 4 British Academy Television Awards, due Screen Actors Guild Award (Shakespeare in Love, Chocolat), due Golden Globe (Mrs. Brown, The Last of the Blonde Bombshells), un Tony Award (Amy’s View).
Dal 1995 e fino al 2015 Judi è stata il “capo” di 007, lavorando prima con Pierce Brosnan e poi con Daniel Craig.
Il primo film della saga di James Bond a cui ha preso parte è stato GoldenEye.
Mi sono divertita tanto a interpretarla – ha raccontato anni fa, in riferimento al suo personaggio – all’inizio avevo alcuni dubbi se accettare ma mio marito, che all’epoca era ancora vivo, mi ha spinto a farlo. ‘Voglio vivere con una Bondgirl’ mi ha detto. E quindi ho detto sì ed è stato bello, sia con Pierce che con Daniel e con i molti registi che mi hanno diretto. Ogni tanto mi lamentavo che non mi mandavano da nessuna parte, dicevo ‘voi andate ovunque e io sono sempre bloccata qua’, e quando siamo stati a girare a Stowe School, sempre in Inghilterra, stavo su un caravan targato Innsbruck e mi hanno detto: ‘Ora non puoi più lamentarti’. Ho fatto ben 18 film come M, era ora che l’MI6 mi mandasse in pensione.
Judi ha sposato l’attore Michael Williams nel 1971, rimanendo vedova nel 2001. La coppia ha avuto una figlia, Finty, anche lei attrice, nata nel 1972. Ogni tanto improvvisa dei duetti via Tik Tok con il nipote, Sam, che la rendono ancora più amata e ammirata.
Ha interpretato Shakespeare a teatro in circa quaranta occasioni, nella sua carriera, facendo parte della Royal Shakespeare Company, ma non disdegna neppure Brecht, Shaw o Čechov. Il suo esordio al cinema, invece, è datato 1964, nel film Il terzo segreto, di Charles Crichton.
È comunque negli anni ottanta che diventa nota anche sul grande schermo; il primo ruolo di successo è nel film di James Ivory Camera con vista, tratto dal romanzo omonimo di E. M. Forster, nel 1986, al fianco di Maggie Smith.
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