"La danza della depravazione" di Anita Berber, la ballerina che ballava a seno nudo
Ballerina, attrice e scrittrice tedesca, Anita Berber scandalizzò l'Europa di inizio Novecento ballando a seno nudo e vivendo una vita spericolata
Ballerina, attrice e scrittrice tedesca, Anita Berber scandalizzò l'Europa di inizio Novecento ballando a seno nudo e vivendo una vita spericolata
Anita Berber fu una dei personaggi più estremi e affascinanti dell’Europa di inizio Novecento. Ballerina, attrice e modella, dopo un’infanzia non proprio convenzionale divenne la stella dei teatri e dei cabaret, guadagnandosi anche la fama al cinema. Vittima dei suoi vizi, la sua luce si spense ancora prima che lei potesse giungere al trentesimo anno di età.
Oggi quasi dimenticata, incarnò a meraviglia gli eccessi del ventennio espressionista e decadente, in cui arte, politica e società stavano subendo profondi mutamenti. Si esibì spesso a seno nudo, scatenando l’ira dei benpensanti, soprattutto durante il tour per il provocatorio spettacolo Le danze della depravazione, dell’orrore e dell’estasi. Un talento enorme e visionario, offuscato dalla sua dipendenza da alcol e cocaina.
Anita Berber fu soprattutto una donna libera. Non solo di spogliarsi e danzare a seno nudo, ma anche di amare indistintamente sia uomini che donne. Tra di loro ci fu persino Marlene Dietrich, che iniziò a vestirsi da uomo e a indossare i pantaloni proprio copiando l’amante, come raccontato nella biografia di Mel Gordon.
Tuttavia, era ciò che la Berber non indossava ad attirare più critiche. Furono in pochi a capire che la sua nudità non era una celebrazione del corpo umano, bensì l’interpretazione pessimistica del clima di corruzione e depravazione che la circondava. La nudità, quindi, come liberazione della sessualità della donna, da secoli assoggettata al desiderio dell’uomo e limitata alla dicotomia santa/prostituta.
Sfogliate la gallery per leggere la storia di Anita Berber…
Anita Berber nacque a Dresda nel 1899. Suo padre era un violinista e la madre un’aspirante attrice e cantante. Soprattutto dopo il divorzio dei genitori nel 1901, fu la nonna a pensare alla sua educazione, iscrivendola a una prestigiosa scuola e facendole studiare danza. Tornò a vivere con la madre solo a 14 anni, trasferendosi con lei a Weimar e studiando in una costosa scuola femminile. L’anno dopo Anita e la madre si spostarono a Berlino, dove iniziò a seguire corsi di recitazione, facendosi notare dalla coreografa Rita Sacchetto, che la fece debuttare a teatro nel 1916.
Tra il 1916 e il 1917 Anita Berber divenne famosa per le sue esibizioni di danza durante il tour insieme alla Sacchetto Troupe, ma anche come modella per la rivista patinata Die Dame. Nel 1918 recitò nel primo di nove film muti, diventando famosa in tutta Europa.
Nel 1918, durante un after-show in un hotel di Vienna, Anita si esibì per la prima volta in una danza a seno nudo. Pochi mesi dopo sposò lo sceneggiatore Eberhard von Nathusius. La sua carriera era ormai lanciatissima e negli anni seguenti recitò in numerosi film del regista Richard Oswald.
Nel frattempo la vita personale di Anita cominciò a deragliare. I racconti della sue avventure lesbiche e sadomaso durante un tour a Vienna giunsero persino sulle pagine dei principali quotidiani tedeschi. Tornata a Berlino alla fine del 1919, occupò stabilmente una suite dell’Adlon Hotel e iniziò a spendere cifre da capogiro in pellicce, scarpe e gioielli. Ma fu un altro vizio a costarle molto di più: la Berber era ormai dipendente dalla cocaina, dal cognac e da qualsiasi tipo di narcotico riuscisse a farsi portare in maniera illecita. Ogni notte la si poteva vedere passare da un hotel all’altro, indossando solo la pelliccia di zibellino, in compagnia della sua scimmietta e con una spilla antica piena di cocaina.
Ancora popolarissima nel cabaret, la fama di Anita nel cinema iniziò a scemare, anche per colpa della sua inaffidabilità sul set. Nel 1921 suo marito chiese il divorzio e lei iniziò a frequentare una lunga serie di donne bellissime, tra cui una giovane Marlene Dietrich. Fu però Susi Wanowski, proprietaria di un bar, a conquistarla, diventando sua amante e segretaria.
Nel 1922 Anita incontrò il ballerino e poeta Sebastian Droste durante una serata di follie al casinò di Berlino. I due iniziarono a programmare freneticamente un nuovo tour, che intitolarono Le danze della depravazione, dell’orrore e dell’estasi. Droste sostituì Susi Wanowski nel cuore della Berber e i due si sposarono all’inizio del 1923, partendo subito dopo per il tour del loro spettacolo.
Il loro spettacolo venne osteggiato in Austria, allora la coppia decise di partire per un tour di cinque mesi in Italia e Yugoslavia. Tornati a Berlino nel settembre dello stesso anno, ormai pesantemente dipendenti dalla cocaina, iniziarono ad avere problemi. Un mese dopo Drost rubò le pellicce e i gioielli della moglie, li vendette e scappò a New York.
All’inizio del 1924 Anita riprese un po’ di forze e tornò a vivere con la madre a Berlino. Nell’agosto dello stesso anno vide un’esibizione del ballerino americano Henri Chatin-Hoffman e si innamorò subito di lui. I due si sposarono due settimane dopo e nel giugno del 1926 partirono per il tour della nuova produzione di Le danze della depravazione, dell’orrore e dell’estasi. Tornati a Berlino, i due si lasciarono e Anita tornò a esibirsi nel cabaret.
Il 13 luglio 1928 Anita crollò sul palcoscenico di un nightclub a Beirut. Le venne diagnostica la tubercolosi e, dopo un tour di quattro mesi, Anita poté finalmente tornare a casa. Esausta e senza soldi, una volta arrivata a Berlino venne ricoverata in ospedale. Morì il 10 novembre 1928, a soli 29 anni.
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