Essere pagati per dormire è il sogno, più o meno inconfessabile, di tutti noi. Ma è anche una di quelle cose che, chiaramente, rientra nel chimerico, perché è impensabile che qualcuno possa guadagnare oziando.
Niente di più sbagliato.
Se non ci credete date un’occhiata al sito di DLR, l’Agenzia spaziale tedesca, dove si può compilare il modulo per candidarsi all’offerta che quest’ultima ha lanciato, nell’ambito di un progetto sviluppato in collaborazione con la NASA e l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea.
Lo studio condotto dai tre colossi aerospaziali si chiama AGBRESA (Artificial Gravity Bed Rest – Agenzia spaziale europea), e mira, come si legge sul sito della NASA, a “determinare gli effetti e l’efficacia della centrifugazione continua o intermittente di breve durata (o spinning) come contromisura agli effetti negativi della microgravità, concentrandosi sugli esiti fisiologici, neurologici e comportamentali umani durante il volo spaziale“.
Per usare parole più semplici, si cercherà di ricreare la stessa condizione di spostamento dei fluidi corporei a cui gli astronauti sono soggetti, per capire come il corpo si adatti alla leggerezza (è noto il fenomeno per cui, in assenza di gravità, il flusso sanguigno non arrivi più alle gambe, concentrandosi principalmente nella testa), e contrastare soprattutto l’atrofia muscolare.
Da qui la ricerca di volontari che accettino di sottoporsi ai test, da svolgersi presso la struttura dell’envihab (dalle parole “Ambiente” e “Habitat”), un centro di ricerca all’avanguardia gestito dall’Istituto di medicina aerospaziale presso la DLR.
Cosa è richiesto agli aspiranti candidati? Semplicemente di passare 89 giorni (60 giorni di test, più pre-test e recupero post esperimento), sdraiati a letto, senza potersi mai alzare, con un’inclinazione di 6 gradi verso il basso, al fine di simulare le condizioni degli astronauti nel miglior modo possibile.
In questi due mesi (senza considerare gli altri giorni), chiaramente, i volontari dovranno svolgere tutte le normali attività quotidiane, come mangiare, o lavarsi.
La paga per partecipare all’esperimento è effettivamente buona: si parla di circa 19 mila dollari, pari a 16 mila euro.
Lo studio, in realtà, è iniziato il 26 marzo 2019, ma si ricercano volontari – soprattutto donne – per la fase autunnale dell’esperimento. Per candidarvi potete accedere a questo link sul sito di DLR.
Non è la prima volta che le agenzie spaziali danno vita a progetti simili: già nel 2017 si era concluso lo studio , i cui risultato sono attualmente in fase di analisi, con cui si sono analizzati, grazie a 11 volontari che hanno trascorso 30 giorni a letto con un’inclinazione a testa in giù di sei gradi (e un’atmosfera nelle stanze regolata allo 0,5% di anidride carbonica) gli effetti della pressione sugli occhi degli del nervo ottico nello spazio.
Per saperne di più sul progetto, sfogliate la gallery.
Si cercano 24 volontari
I volontari, 12 donne e 12 uomini, devono avere tra i 24 ei 55 anni, essere sani e parlare tedesco. La ricerca inizierà a settembre, e impiegherà un totale di 89 giorni, compresi cinque giorni di “familiarizzazione” con l’ambiente, e 14 di riabilitazione dopo, come accade ai veri astronauti.
Dovranno fare tutto da sdraiati
Durante il periodo passato a letto, i partecipanti saranno tenuti a fare tutto mentre sono sdraiati, dal mangiare all’andare in bagno. I partecipanti avranno la possibilità di guardare la televisione, ricevere materiale di lettura e fare altre attività. I volontari saranno sdraiati con le gambe leggermente più alte delle teste, per ridurre il flusso di sangue alle estremità. Ciò imporrà il deterioramento muscolare, simile a quello sperimentato da veri astronauti nello spazio.
Saranno divisi in due gruppi
Una metà sarà in una centrifuga del laboratorio che, agendo come una camera di gravità artificiale, dato che la sua piattaforma girevole simula la gravità, spingerà il sangue verso le estremità inferiori dei partecipanti. Ciò aiuterà gli scienziati a capire se il simulatore sia stato utile per minimizzare gli effetti delo stare sdraiati in una posizione per un periodo di tempo prolungato.
La nuova centrifuga del DLR, utile anche per studiare molte malattie
La nuova centrifuga a braccio corto simula e studia gli effetti della gravità artificiale sul corpo umano. Tuttavia, non solo gli astronauti e trarranno beneficio dalla ricerca, ma anche le persone che vivono problemi “normali”. Utilizzando la centrifuga, infatti, si ricaveranno informazioni sull’osteoporosi, l’atrofia muscolare e le malattie cardiovascolari.
Lo scopo dell'esperimento
L’esperimento ha lo scopo di stimolare gli effetti della microgravità sul corpo umano. Quando si trascorre un periodo di tempo prolungato nello spazio, i muscoli si deteriorano, le ossa diventano meno dense e il sangue scorre in modo diverso in tutto il corpo. Per combattere questi effetti collaterali, viene fatto un regolare esercizio fisico, ma gli scienziati sperano che la gravità artificiale possa rivelarsi ancora più vantaggiosa.
Un team di medici, psicoterapeuti, professionisti scientifici e un nutrizionista saranno presenti
Il nutrizionista pianificherà i pasti dei partecipanti. Il cibo sarà preparato senza additivi e dolcificanti artificiali, ma allo stesso tempo sarà abbastanza bilanciato da garantire un valore nutrizionale sufficiente. Tuttavia, per soddisfare i più golosi, saranno forniti anche dessert, ma solo occasionalmente.
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