Decadentismo d’avanguardia. Così si potrebbe definire il lavoro del fotografo taiwanese Yung Cheng Lin, conosciuto come “3 cm”. Le sue foto provocano ribrezzo e confusione, rappresentano una sessualità dolorosa e infelice. L’osservatore prova disagio e inquietudine di fronte al suo lavoro. Il fotografo non ritrae la sensualità femminile per come siamo abituati a vederla tutti i giorni: normalmente i media propongono donne belle e attraenti in pose sinuose e accattivanti; il sesso viene visto come un momento di piacere quindi correlato a sensazioni positive.
Le foto di Yung Cheng Lin suggeriscono altro. Dolore, rabbia, sconforto, perdita. Le donne di Cheng Lin soffrono, si contorcono, non godono. L’artista inscena in modi bizzarri alcune delle torture che ogni giorno le donne si infliggono da sole (dalla depilazione al reggiseno) per arrivare a rappresentare temi molto rilevanti come l’essere trattate in modo diverso rispetto agli uomini sul posto di lavoro o le difficoltà di essere madri.
Il fotografo vuole dire che il mondo femminile non è tutto rosa e fiori, come spesso viene rappresentato. Le donne devono superare mille ostacoli ogni giorno, dal dolore del ciclo alle aspettative della società, dall’obbligo di essere belle alla paura di uno stupro.
“Il mio principale interesse è quello di discutere le questioni morali, specialmente quelle relative alle donne. La definizione di donna imposta da questa società limitata, carica di giudizi e simile ad una gabbia, e i media giocano un ruolo determinante in questo senso. Quando le persone non seguono le ultime tendenze, sono considerate fuori moda o pecore nere. Il fenomeno è palese se si guarda alle donne. Per esempio, le donne devono depilarsi o perdere peso o restare in forma”.
L’intento di Cheng Lin è di far riflettere, con una buona dose di provocazione, sull’attuale condizione femminile. Un particolare significativo: non viene mai mostrato un volto. Questo proprio perché l’artista, con le sue foto, compone un discorso universale che abbraccia tutte le donne.
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