Da ormai due settimane gli occhi di tutti i media internazionali sono puntati sulle strade francesi, dove i cosiddetti “gilet gialli”, emergendo dal nulla, stanno esprimendo il proprio dissenso sull’aumento delle tasse sul gasolio decretato dal governo di Parigi. La loro rivolta ha avuto come cassa di risonanza fortissima i social, dove moltissimi video si sono propagati a macchia d’olio, attraverso le condivisioni, portando all’attenzione la protesta, civile ma decisa, di queste persone, uomini e donne, che non accettando una maggiorazione delle tasse alla fine si sono uniti contro il presidente transalpino, Emmanuel Macron.
Già, uomini e donne, perché anche quest’ultime stanno facendo la loro parte nella protesta dei gilet jaunes: donne giovani o più mature, mamme di bambini o pensionate, ragazze che si sono appena affacciate al mondo del lavoro o donne che hanno vissuto i moti rivoluzionari del ’68 e oggi accettano di tornare in piazza per far sentire la propria voce. Tutte le generazioni femminile francesi hanno preso parte alla lotta, come tante moderne Marianne pronte a emulare la Libertà che guida il popolo nel celeberrimo quadro di Delacroix.
Anzi, proprio da una donna la protesta è partita, sviluppandosi in tutto il paese: Jacline Moraud, 51enne bretone, ha infatti pubblicato un video sul proprio account Facebook criticando aspramente la decisione del governo di alzare le accise, raccogliendo moltissimi consensi e condivisioni, e dando così il là al diffondersi del dissenso.
A poco sono servite le giustificazioni di Macron per motivare l’aumento del carburante, e la tesi secondo cui la maggiorazione di 7,6 centesimi di euro al litro di diesel farebbe parte di un piano per riallineare le tasse sui carburanti e sul petrolio, oltre che per diminuire l’inquinamento dovuto agli scarichi dei veicoli. I gilet gialli si sono scagliati immediatamente sia contro questo provvedimento, che contro quello, già promesso, di un ulteriore aumento di 6,5 centesimi previsto per il gennaio 2019.
Di certo, le prime conseguenze delle proteste iniziate il 17 novembre sono cominciate ad arrivare, dato che il 4 dicembre il primo ministro francese, Edouard Philippe, ha annunciato una serie di misure per normalizzare la situazione, prospettando in particolare l’introduzione di una moratoria di 6 mesi sull’aumento delle accise sul carburante.
Chissà se questo sarà sufficiente a placare, almeno momentaneamente, gli animi infuocati dei gilet jaunes; quel che è certo è che, fra di loro, ci sono donne che hanno scelto di partecipare attivamente alla sommossa e non di esserne spettatrici passive; donne che si sono reinventate attiviste e combattenti, seppur pacifiche, per fortuna (anche se, ahimé, nei giorni di protesta gli scontri con le forze di polizia e gli incidenti non sono mancati). Donne che hanno preso in mano la situazione e alzato la voce, per se stesse, per le proprie famiglie, per i propri figli, o semplicemente per un Paese che non ha accettato di piegare la testa.
Abbiamo parlato di alcune di loro nella nostra gallery.
Jacline, da lei è partito tutto
Proprio questa signora bretone di 51 anni ha dato il via alle proteste: Jacline Mouraud ha condiviso un video sulla sua pagina Facebook, il 18 ottobre, denunciando l’aumento della benzina.
Ho due cosette da dire a Emmanuel Macron e al suo governo – ha scritto in un post – quando smetterete di accanirvi contro noi automobilisti? Voi potenti che siete nelle grandi città avete l’autista, la fate facile, tanto siamo sempre noi poveri st****i a pagare.
Lei si definisce cantautrice, ma per vivere pratica l’ipnoterapia, ma ha confessato nel video che per arrivare a 1.000 euro al mese fa anche la sorvegliante anti-incendio. Un lavoro che la obbliga a utilizzare spesso il suo vecchio Suv diesel, per il quale spende metà stipendio tra rifornimento e altri problemi.
Pur avendo fatto partite la protesta, Jacline si è totalmente dissociata dagli episodi di violenza, rivelando di aver ricevuto minacce di morte proprio dai manifestanti che lei stessa ha contribuito a riunire, a causa della sua futura partecipazione a un incontro organizzato dal premier Edouard Philippe per tentare di uscire dalla crisi.
Il futuro del movimento sarà determinato dalle intenzioni del governo nei confronti del popolo. Sono loro che devono smorzare la situazione.
Ha detto la donna, molto risoluta.
Chloé Tessier
Chloé Tessier ha ventotto anni, è un’insegnante di equitazione attualmente disoccupata, ed è diventata un punto di riferimento per i protestanti a Caen, cittadina della Normandia. Per lei le tensioni all’interno del movimento non indicano una frattura, ma l’espressione di tanta rabbia.
Siamo tutti d’accordo sulla sostanza, ma non sulla forma. Alcune persone si sentono così umiliate dallo Stato che non le ascolta, che hanno bisogno di un capro espiatorio.
Anche lei ha ricevuto minacce di morte, ma non ha paura.
Sono pronta a incontrare chiunque e non rinuncio alla mia battaglia.
Marie, che ha conosciuto le lotte del '68
Lo faccio per i miei figli, per i miei nipoti, perché non è giusto lavorare per pagare sempre. Io ho lavorato tutta una vita, ora sono in pensione, ma tutto questo influisce anche sulla mia pensione.
Così Marie ha spiegato i motivi per cui ha scelto di scendere per le strade francesi e di unirsi alla protesta.
Saphie Natalie, che lavora di notte per 1300 euro al mese
Lavoro di notte per 1300 euro al mese, e le tasse influiscono moltissimo sulla mia vita. Stiamo facendo tutto questo per provare a migliorare un po’ le cose.
Marie, protesta con la figlia e la nipotina
Marie ha portato con sé nella protesta anche la figlia Aline e la nipote Ana.
Aline dice:
Tutte le famiglie, i figli, i nipoti, i nonni, gli animali, siamo tutti qui per protestare contro l’aumento delle tasse.
Sabrina è presente da quasi tre settimane
Sabrina è una madre divorziata, fa la badante e guadagna 1500 euro al mese. Da quasi tre settimane è presente al presidio di Rouen, e non si lascia scoraggiare neppure dagli interventi della polizia.
Con lei, Christelle
Anche Christelle Bouchard è con Sabrina al presidio di Rouen. Lei di figli ne ha tre, fa l’aiutante a domicilio, e ai microfoni di France TV ha spiegato:
Ho difficoltà a dormire, ma sono motivata ad andare a dimostrare ogni sera dopo il lavoro, nonostante la fatica
Sonia Lemaître, dà loro il cambio al mattino
L’assistente materna Sonia si alza a metà della notte e resta fino al primo pomeriggio.
Tutte queste donne si sono dette pronte a “passare il Natale in giallo”.
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