"Caro papà", la lettera della figlia di Totò, che porta il nome di colei che si uccise per lui
Come si vive da figlia di uno dei più grandi del cinema italiano e non solo: la storia di Liliana De Curtis, che aveva come padre il grande Totò
Come si vive da figlia di uno dei più grandi del cinema italiano e non solo: la storia di Liliana De Curtis, che aveva come padre il grande Totò
“Caro Papà, te ne sei andato molti anni fa eppure sei più vivo che mai, non soltanto nel mio cuore, ma anche in quello del tuo pubblico, vecchio e nuovo”. Inizia così la lettera scritta tempo fa da Liliana De Curtis a suo padre, Antonio De Curtis, per tutti semplicemente Totò. Un uomo che ha fatto la storia del cinema italiano e che ancora oggi è considerato alla stregua di un semidio. Molto sappiamo dei suoi film, mentre meno conosciamo del suo lato più intimo, di cui sua figlia ci fa lasciato intravedere uno spiraglio.
Caro papà, tu sei stato veramente un uomo generoso, una persona perbene nel senso più ampio e nobile del termine. Il pubblico lo intuisce, al di là dei tuoi personaggi cinematografici e ti ringrazia con ondate ininterrotte d’amore. Sono certa che dal luogo tanto lontano di cui ti trovi sai già quello che sta succedendo. Ti sento, infatti, vicinissimo a me, vigile e tenero, come quando da bambina mi tenevi per mano chiamandomi Lilianuccia.
Liliana De Curtis si è rivolta a lui nel 2017, in occasione della presentazione di una moneta d’oro coniata in onore di Totò. Un grande omaggio, tra i tanti, che la figlia vede come un riconoscimento postumo non solo per la sua bravura, ma anche per i momenti più difficili, di cui lei è stata testimone.
Sembra quasi che il destino voglia ricompensarti con un autentico trionfo di tutti i dispiaceri che avesti in vita, quando vulnerabile come tutti i veri artisti, soffrivi nel non sentirti giustamente apprezzato. Sei contento? Come vedi, il patrimonio umano e artistico che hai lasciato su questa terra alimenta tante persone. A me da addirittura la forza di andare avanti tra le mille difficoltà della vita. […]
Quante volte ti chiedo consiglio, come se fossi accanto a me! Tu non puoi rispondermi, ma sempre a modo tuo, mi mandi un cenno del tuo amore, dalla tua inimitabile dolcezza che non smetterò di rimpiangere. Ciao Papà e grazie di tutto.
Dietro il nome della figlia di Totò si nasconde una grande tragedia: così si chiamava infatti una delle compagne dell’attore partenopeo, Liliana Castagnola, morta suicida nel 1930, evento che scosse terribilmente il principe De Curtis.
Liliana Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi nasce il 10 maggio 1933 da Antonio De Curtis, per tutti Totò, e da Diana Bandini Lucchesini Rogliani. All’epoca lui aveva già 35 anni, mentre lei solo diciotto e fino a due anni prima aveva vissuto in convento. Il loro amore è scosso da venti di tempesta, anche a causa delle attenzioni che l’attore dedicava alle sue compagne di set.
Si potrebbe dire che parte della sofferenza e della gioia vissuta da Totò sia già racchiusa nel nome della figlia Liliana. Si trattava infatti di un omaggio dell’attore a una sua precedente compagna, la ballerina e attrice Liliana Castagnola, morta suicida nel 1930 proprio per amore dell’attore. Sconvolto, Totò aveva deciso di chiamare la sua prima figlia proprio come la donna che per lui aveva deciso di togliersi la vita. Così scrisse nel suo ultimo biglietto:
Antonio,
potrai dare a mia sorella Gina tutta la roba che lascio in questa pensione. Meglio che se la goda lei, anziché chi mai mi ha voluto bene. Perché non sei voluto venire a salutarmi per l’ultima volta? Scortese, omaccio! Mi hai fatto felice o infelice? Non so. In questo momento mi trema la mano… Ah, se mi fossi vicino! Mi salveresti, è vero? Antonio, sono calma come non mai. Grazie del sorriso che hai saputo dare alla mia vita grigia e disgraziata. Non guarderò più nessuno. Te l’ho giurato e mantengo. Stasera, rientrando, un gattaccio nero mi è passato dinnanzi. E, ora, mentre scrivo, un altro gatto nero, giù per la strada, miagola in continuazione. Che stupida coincidenza, è vero?… Addio. Lilia tua
La storia tra Totò e la madre di Liliana De Curtis non durò molto: dopo le nozze, nel 1935, per dieci anni la coppia continuò a vivere ufficialmente sotto lo stesso per il bene della figlia, sebbene di fatto non stessero più insieme. In un’intervista a viacialdini, Liliana ha raccontato qualcosa di più del lato casalingo del padre, molto diverso da quello artistico.
Voleva, assolutamente, che le due parti fossero distinte. In casa era solo il padre, ed era molto rigido, ma contemporaneamente molto buono e protettivo. Ricordo che mi diceva sempre di non sedermi mai sulle gambe di nessuno.
Contro il volere del padre, che ostacolò anche la sua carriera nel cinema, nel 1951 Liliana sposò il produttore Gianni Buffardi. Dall’unione, che non durò molto, nacquero Antonio Salvatore e Diana. Qualche anno dopo, nel 1964, andò a vivere con il nuovo compagno Sergio Anticoli in Sudafrica e diventò madre per la terza volta, dopo la nascita di Elena.
Per tutta la sua vita, Liliana De Curtis ha ricordato il padre attraverso spettacoli teatrali, documentari e libri, come la biografia Totò mio padre.
Era un uomo veramente straordinario, un fenomeno che andava oltre la sua arte. Un precursore dei tempi, basta guardare la politica attuale per accorgersene. Papà poi era molto buono, molto generoso. Andava di notte, per non farsi vedere, nei bassi di Napoli a lasciare soldi sotto le porte delle case.
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