L'incredibile vita di Colette, morta a 81 anni senza mai essere vecchia
Scrittrice iconica del Novecento, donna libera e appassionata: la storia di Colette, che fu anche giornalista, attrice e ballerina
Scrittrice iconica del Novecento, donna libera e appassionata: la storia di Colette, che fu anche giornalista, attrice e ballerina
“In genere i biografi pensano che essere un ‘mostro’ sia cosa facile. È ancora più difficile che essere un santo”. Inizia con questa citazione, tratta dalle lettere di Colette, la sontuosa biografia (purtroppo oggi fuori catalogo), scritta da Judith Thurman e dedicata a una vera icona letteraria del secolo scorso.
Colette è stata una donna piena di contraddizioni: odiava le femministe, ma si dimostrò indipendente e forte per tutta la sua vita, tanto da divorziare due volte, vivere apertamente da lesbica e innamorarsi a cinquant’anni di un ragazzo molto più giovane.
Femminista io? Starà scherzando. Le suffragette mi fanno schifo. E se a qualche francese salta in testa di imitarle, spero che le facciano capire che comportamenti del genere in Francia non sono tollerati. Sa che cosa meritano le suffragette? La frusta e l’harem.
Scrittrice, giornalista, danzatrice, estetista, commerciante di cosmetici, sceneggiatrice, critica cinematografica, gattara: fu tante cose diverse, senza mai perdere la sua libertà. Raccontare la sua storia significa rivivere i giorni ardenti e senza freni di un’autrice che continua a esercitare un fascino eterno sui lettori.
Si impara, dunque, a vivere? Sì, se è un vivere senza felicità. La beatitudine non insegna niente. Vivere senza felicità, e non perdere per questo la propria forza, è un’occupazione, quasi una professione.
Dal debutto con la serie dedicata a Claudine, pubblicata con il nome del marito scrittore, a Per un erbario, uscito qualche anno prima della sua morte e dedicato all’amata madre, tutte le sue opere raccontano un frammento della sua esperienza, fino a formare un caleidoscopico ritratto di donna, sempre giovane e sempre vitale.
Siediti, e metti giù tutto ciò che ti viene in testa e allora sei uno scrittore. Ma un autore è uno che può giudicare il suo valore della sua roba, senza pietà, e distruggere la maggior parte di esso.
Sfogliate la gallery per ripercorrere la vita e le opere di Colette…
Sidonie-Gabrielle Colette nasce il 28 gennaio 1873 a Saint-Sauveur-en-Puisaye, in Borgogna. Suo padre è un anziano capitano in congedo, rimasto senza una gamba, mentre sua madre è alle sue seconde nozze, dopo la morte del primo e ricco marito. Cresce libera, a contatto con la natura e con la letteratura: la sua educazione moderna è riflesso del carattere indipendente della madre.
Colette si distingue nello studio, ottenendo il diploma superiore e l’abilitazione all’insegnamento. Giovanissima, si lega allo scrittore Henri Gauthier-Villars, che sposa nel 1893 e con cui si trasferisce a Parigi. Nella capitale, Henri (che pubblica sotto lo pseudonimo Willy) si dedica ai divertimenti e ai piaceri, lasciando spesso sola la moglie: depressa, Colette si rifugia nella scrittura. Nascono così le storie di Claudine, frutto delle sue avventure da bambina.
Il primo manoscritto, Claudine va a scuola, rimane nel cassetto per anni in seguito alle critiche del marito. Quando nel 1899 lui si accorge del potenziale della storia, le chiede di aggiungere qualche dettaglio piccante e poi lo pubblica a suo nome. Il successo è immediato e i volumi iniziano a moltiplicarsi: Claudine diventa un vero e proprio “marchio di fabbrica”. Le donne vogliono vestirsi alla Claudine e nei bordelli gli uomini cercano ragazze che le somiglino.
Costretta per anni a vivere all’ombra del marito, nel 1904 Colette riesce per la prima volta a far pubblicare il suo nome accanto a quello dell’uomo. Ormai indipendente e stanca di foraggiare l’ego di Willy, si allontana sempre di più da lui: un anno dopo il matrimonio finisce. Colette incontra Missy, pseudonimo della marchesa Mathilde de Morny, e nasce un amore folle che in poco tempo è sulla bocca di tutti i parigini.
Aiutata dalla compagna, Colette inizia a esibirsi a teatro come attrice e ballerina. Nel 1907 bacia Missy sul palco del Moulin Rouge, durante la messa in scena della pantomima Rêve d’Égypte: è subito scandalo. Lo spettacolo viene vietato, ma lei continua a esibirsi.
Finita la saga di Claudine, Colette scrive diversi romanzi, oggi raccolti nel libro L’ingenua libertina. Collabora con diverse riviste e giornali, occasione lavorativa che la porta a conoscere il barone Henry de Jouvenel. I due si innamorano e lei rimane incinta: si sposano nel 1912 e lei diventa ufficialmente la baronessa de Jouvenel. Poi affida la figlia Colette Renée de Jouvenel a una tata e la fa crescere in campagna.
Il matrimonio di Colette è funestato dai tradimenti, che ispirano il romanzo Chéri, uscito a puntate nel 1920 e frutto della liaison tra la quasi cinquantenne e Bertrand de Jouvenel, figlio diciassettenne del marito. Tre anni dopo, il barone chiede il divorzio e Colette è nuovamente una donna libera.
Sono anni difficili per Colette, che continua a scrivere, ma si dedica anche ad altri lavori per mantenersi. Apre un negozio di bellezza, che riscuote grande successo, e si dedica alle recensioni dei film. Continua a scrivere, ma la vita ha ancora il sopravvento sull’opera: nel 1935 si sposa con il commerciante di perle Maurice Goudeket, di origine ebraica, che durante la guerra riesce a salvare dalla persecuzione nazista, facendolo liberare da un campo di concentramento.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la fama di Colette cresce ancora di più. I suoi problemi di salute, però, le impediscono di fare tutto ciò che vuole. Immobilizzata a letto, nella sua casa parigina, riceve visitatori illustri ogni giorno. Si spegne poi il 3 agosto del 1954, dopo una lunga malattia. Nel 2018 Keira Knightley ha interpretato un film dedicato a Colette.
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