Addio a Luisita "Isa" Barzizza, intramontabile musa di Totò: "Si avvicina la fine. È naturale"
Addio a Luisita "Isa" Barzizza, attrice e musa di Totò ospite: l'esordio, il successo, la famiglia e il ritorno al cinema e in televisione.
Addio a Luisita "Isa" Barzizza, attrice e musa di Totò ospite: l'esordio, il successo, la famiglia e il ritorno al cinema e in televisione.
È morta Isa Barzizza, la musa di Totò di cui vi abbiamo raccontato nell’articolo originale che segue. A dare l’annuncio della scomparsa della novantatreenne attrice, avvenuta nella giornata di domenica 28 maggio, don Paolo Pala, sacerdote di Palau, cittadina in cui Barzizza, originaria di Sanremo, si era trasferita da circa 40 anni.
Comunico che è venuta a mancare la nostra compaesana acquisita, cittadina onoraria di Palau, Isa Barzizza di anni 93 – scrive il religioso nel post, aggiungendo – Alla figlia Carlotta, al genero Gigi, ai nipoti Martino e Nicola vadano le nostre più affettuose condoglianze.
Isa è stata una protagonista dello spettacolo e del cinema, spalla leggiadra del grande Totò, figlia del musicista Pippo Barzizza.
Il funerale, si legge ancora nel post, sarà celebrato alle ore 17 del 29 maggio nella chiesa del Redentore.
Un esordio folgorante, undici film in coppia con Totò e la carriera che si interrompe a soli trent’anni in seguito alla tragica morte del marito: ci sono tanti motivi per raccontare la vita di Luisita “Isa” Barzizza.
Attrice e icona del teatro leggero del Dopoguerra, intervistata qualche anno fa dal Giornale ha raccontato i retroscena della collaborazione con il “principe della risata”.
“Totò era con le donne di un’educazione e di una correttezza esemplari”, ha spiegato l’attrice, smentendo la fama di sciupafemmine del grande artista napoletano. “Le donne gli piacevano, e non escludo che si sia concesso qualche scappatella. Ma è sempre rimasto un uomo con un gran senso della moralità. Era innamoratissimo della moglie Diana. Della quale era folle di gelosia”. E, a tal proposito, Isa Barzizza ha chiarito la storia dietro una canzone che tutti conosciamo molto bene.
Malafemmina l’aveva dedicata alla moglie Diana dopo che lei lo aveva tradito con l’avvocato di famiglia, tra l’altro un vecchio amico di Totò. Ma, in verità, il termine malafemmina non fu mai usato da Totò come un insulto, ma come specchio di un sentimento di delusione da parte di un marito ancora innamorato.
Totò fu per lei un compagno di lavoro, un maestro e un amico, ma nella sua vita altri grandi attori italiani riconobbero subito il suo grande talento. Eduardo De Filippo, con cui recitò a teatro, le disse che era brava e la convinse a continuare per la sua strada, nonostante suo padre disapprovasse.
Entravo in scena e prendevo un pasticcino da un tavolo pieno di dolci, purtroppo finti. Il grande Eduardo, a questo punto, mi veniva incontro, mettendomi una mano sulla spalla. Quel gesto ogni sera mi faceva piangere. Il pubblico pensava che facesse parte del copione, invece erano lacrime spontanee.
Sfogliate la gallery per ripercorrere la carriera di Luisita “Isa” Barzizza…
Luisita “Isa” Barzizza nasce a Sanremo il 22 novembre 1929. Suo padre, il direttore d’orchestra Pippo Barzizza, cercò di opporsi all’inclinazione artistica di sua figlia, ma fin da piccola fu subito chiaro che la sua strada sarebbe stata quella del mondo dello spettacolo, sempre al Giornale ha dichiarato:
Fare l’attrice è sempre stato il mio più grande desiderio. Fin da bambina le recite mi esaltavano. Cominciavo a scuola e continuavo nel salotto di casa. Tanto che un amico di mio padre che lavorava alla radio lanciò la proposta: Perché non facciamo recitare Isa in una vera compagnia teatrale?
Mentre studiava a Torino, Isa Barzizza iniziò a recitare a teatro in piccole parti, accanto a grandi attori come Ruggero Ruggeri ed Eduardo De Filippo. A lanciarla, una volta terminati gli studi, fu però il grande attore Erminio Macario.
Mi ero appena diplomata al liceo classico. Avevo 18 anni. In casa si presentò Macario, chiedendo a mio padre il permesso per ingaggiarmi nella sua rivista. Io ero pazza di felicità, papà era contrario. Tra me e lui cominciò un lungo tira e molla al termine del quale la spuntai io. Ma a una condizione. Papà fu irremovibile. Pretese che fino alla maggiore età [a quell’epoca si diventava maggiorenni a 21 anni] durante le tournée avrei dovuto tenere a fianco una governante che mi sorvegliasse. Divenni così la prima e unica soubrette al mondo con controllatrice al seguito.
Al compimento dei ventuno anni, finalmente libera, poté dedicarsi completamente alla carriera, e in particolare alla collaborazione con Totò, iniziata già nel 1947.
Con lui esordii nel ’47 nel film I due orfanelli. Fu l’inizio di una lunga collaborazione che ci portò a girare insieme ben 11 film.
Esistevano due Totò diametralmente opposti che convivevano nella stessa persona. Uno schivo, formale e quasi umanamente freddo; e uno dal calore travolgente. Quando era nel suo palazzo prevaleva il primo, quando era sul set esplodeva il secondo.
Nella vita di Isa Barzizza arrivò anche un grande amore, quello per il regista televisivo Carlo Alberto Chiesa. Il loro matrimonio si spezzò tragicamente nel 1960, quando lei aveva solo trentuno anni e una figlia piccola, Carlotta, come da lei raccontato in un’intervista ad Avvenire.
Quando mio marito, Carlo Alberto Chiesa, morì in un incidente stradale, la mia vita si spezzò. Avevo una bambina piccola e ho deciso di dedicarmi a lei. Mi consigliarono di aprire una casa di doppiaggio. Così ho ricominciato.
Dopo una lunga assenza dalle scene, negli Anni Settanta ritornò alla recitazione con C’eravamo tanto amati di Ettore Scola e proseguì nei decenni con altre pellicole come Una sconfinata giovinezza di Pupi Avati del 2010, con fiction per la televisione e a teatro. Lasciati i panni della bella esplosiva e ironica, si è dedicata a ruoli diversi, ma altrettanto intensi.
Alla mia età so che ogni giorno che passa mi avvicina alla fine della via, ma lo considero una cosa naturale. Io guardo sempre al futuro: se lavorerò ancora, bene, se no mi trasferirò in Sardegna dove sta la mia famiglia. Spero in una buona morte, senza soffrire, vicino a mia figlia.
Cosa ne pensi?