Per noi occidentali, questa storia sembra uscita da un romanzo distopico. Eppure è tutto vero. Manal al-Sharif è una donna che ha cercato di cambiare le cose in Arabia Saudita. Come? Guidando l’automobile e incitando le donne a farlo. Fino a pochi anni fa questo non era possibile, fino a quando, il 23 giugno del 2018, dopo 28 anni di divieto, una legge ha consentito alle donne saudite di tornare alla guida delle proprie auto. Manal al-Sharif ha in un certo senso festeggiato, perché, benché sappia che si tratta anche di propaganda, portata avanti dal re Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd per dare credito al suo Paese sopratttutto agli occhi degli occidentali, è un passo avanti per i diritti delle donne.
Manal al-Sharif è stata perfino in carcere per aver guidato, per otto giorni. Poco dopo il divorzio, una mattina si è recata al lavoro in auto, venendo ripresa col telefonino da un’amica. Il video è stato pubblicato sul Web per mobilitare un po’ di opinione pubblica sull’argomento, ma una delle conseguenze è stata anche l’incarcerazione della donna, con la promessa firmata di non guidare più e di non parlare con la stampa. Da quel giorno, a causa della sua decisione Manal ha perso tutto: lavoro, figlio (che è stato affidato in via esclusiva al padre), Paese natale, ma non si è persa d’animo e soprattutto non ha perso il senso della dignità che è forte in lei. E ancora oggi lotta per i diritti delle donne.
Attivista
Manal al-Sharif si è spesa moltissimo affinché le donne possano guidare in Arabia Saudita, cercando di far comprendere la questione all’opinione pubblica attraverso il Web.
Alla guida
In un video, viene ripresa da un’amica alla guida, mentre spiega perché è lesivo della dignità per le donne non poter guidare.
Molestie
Il diritto alla guida non è solo indipendenza, ma è appunto difesa della propria dignità. Nel video Manal al-Sharif dice di essere stata molestata più volte quando prendeva il taxi.
Da sola
Si tratta di una questione semplice: se sei da sola in macchina, nessuno ti può molestare.
Al lavoro
Manal al-Sharif ha focalizzato l’attenzione su come una donna che va al lavoro necessità di dover guidare, tanto più se la sua famiglia è molto lontana dal posto di lavoro.
Taxi
Fino a che la guida per le donne non è stata liberalizzata in Arabia Saudita era quasi impossibile prendere un taxi di mattina, perché tutti occupati dalle donne.
Richieste spasmodiche
Chiamare un taxi nelle ore di punta in Arabia Saudita significa pregare qualcuno di poter essere portata al lavoro a casa e questo è ulteriormente lesivo della dignità delle donne.
Ritardi
Non solo, si è vittime dei ritardi di qualcun altro. Una donna come lei, attesa per dei corsi in università, era in balia delle paturnie di un tassista. Uomo naturalmente.
In carcere
Manal al-Sharif è stata in carcere per otto giorni a seguito di quel video.
Persecuzioni
Quando è uscita è stata colpita dallo stigma della società araba. La sua famiglia è stata insultata e lei ha perso il lavoro, venendo costretta a cambiare Paese.
Lontana dal figlio
Questo significa per Manal al-Sharif dover stare lontana da suo figlio, oggi in custodia del marito dal quale ha divorziato.
Festeggiamenti
Quando è passata la legge che consente alle donne di guidare, Manal al-Sharif ha festeggiato, pur ritenendo che si tratti di mera propaganda.
- Storie di Donne
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