Si può, per abbattere uno stereotipo, andare a crearne un altro, terribile per altri versi?

Analizzando la figura della Manic pixie dream girl sembrerebbe proprio di sì; parliamo di un tropo di cui soprattutto la cinematografia, quella contemporanea in particolare (ma non senza eccezioni), è piena, che descrive una tipologia precisa di donna, la quale, solo apparentemente, dovrebbe porsi contro il cliché della sensualona mangiatrice di uomini o della donna in carriera spregiudicata, tanto per citarne due, ma che in realtà finisce solo con il conformarsi ancora una volta al male gaze e alla lunga carrellata di immagini femminili preconfezionate.

Manic pixie dream girl: cosa significa?

A coniare per primo il termine è stato il critico cinematografico Nathan Rabin in un articolo pubblicato, nel 2007, sulla rivista di cultura pop The A.V. Club, in cui si legge che la MPDG (l’acronimo di manic pixie dream girl) è uno

[…] spumeggiante e superficiale personaggio cinematografico che esiste solo nella febbrile immaginazione di sceneggiatori e registi, e ha lo scopo di insegnare a uomini pensierosi ad abbracciare la vita, le sue avventure e i suoi infiniti misteri.

La definizione era stata attribuita da Rabin al personaggi interpretato da Kirsten Dunst in Elizabethtown, Claire Colburn, un’assistente di volo eccentrica e innamorata della vita che fa capolino in quella di Drew (Orlando Bloom), un designer depresso e disilluso, facendogli abbandonare i propositi suicidi.

Rabin si dichiarò successivamente pentito di aver ideato il termine, ma ormai questo è andato a delineare un tropo preciso della letteratura cinematografica, quello che dà un’idea di femminilità fragile, gradevole, fintamente ribelle ma tutto sommato profondamente rassicurante; una femminilità, insomma, che si presta a uso e consumo praticamente esclusivo dell’uomo, e che ne è al servizio per il suo sviluppo.

È, in sostanza, una versione nuova, al femminile, del Magical negro, ovvero il personaggio nero la cui funzione è solo quella di assistere, aiutare e servire il protagonista bianco (avete presente la Oda Mae interpretata da Whoopi Goldberg in Ghost?).

Non è un caso se queste due figure siano incarnate da persone che, storicamente, hanno sempre subito forme di discriminazione e di subordinazione.

Manic pixie dream girl, stile e immagine

La Manic Pixie Dream Girl indossa abiti a fiori con scarpe da ginnastica, suona un ukulele, ti porta a Ikea ma solo per giocare a nascondino tra i mobili, ha i tuoi stessi gusti in fatto di cibo, di musica, è in pratica un’estensione della tua persona ma, soprattutto, non è come le altre ragazze.

Si legge su Staynerd a proposito della descrizione di questo prototipo cinematografico; con la frangetta, sulla scia di Zooey Deschanel in 500 giorni insieme, oppure con eccentrici capelli rosa simili a quelli portati da Kate Winslet in Se mi lasci ti cancello, ma MPDG è comunque una ragazza fuori dall’ordinario, sicuramente non una bomba sexy, che rappresenta la perfetta controparte del protagonista; una versione al femminile del nice guy, insomma, che, anche quando è assente il lieto fine nel film, fa comunque dire al pubblico maschile “Io non me la sarei lasciata scappare!”.

Spesso la figura della manic pixie dream girl è associata a quella di una ragazza malata – pensiamo ad Anne Hathaway in Amore e altri rimedi, in cui riesce a far tornare il sorriso a Jake Gyllenhall, risultando la più positiva e aperta alla vita dei due nonostante il morbo di Parkinson da cui è affetta – o a quella di una ragazza con patologie mentali.

In questa intervista la scrittrice Julieta Escoria cita un altro esempio famoso:

Il film Silver Linings PlaybookIl lato positivo in italiano, ndr.], ad esempio, mi ha fatta davvero arrabbiare. Mi sentivo come se avessero equiparato la malattia mentale al modello Manic Pixie Dream Girl / Boy: non è così. La malattia mentale non è carina o dolce. Sì, a volte può sembrare divertente e alcune persone con malattie mentali sono affascinanti e intelligenti, è vero, ma la malattia stessa è debilitante e spaventosa. Probabilmente è più facile farla sembrare carina e le persone spesso scelgono la via d’uscita più pigra.

In quel film, infatti, Bradley Cooper, affetto da bipolarismo dopo il tradimento della moglie, conosce una ragazza problematica, Jennifer Lawrence, e insieme si aiuteranno a ricomporre i pezzi della loro vita.

Lo stereotipo della manic pixie dream girl e i suoi effetti

Non è difficile capire perché quello delle manic pixie dream girl sia un personaggio stereotipato, e in effetti ne abbiamo parlato nei paragrafi precedenti; parliamo di una raffigurazione femminile comunque orientata al male gaze, funzionale a quella maschile aura, con un compito preciso: “scatenare un uragano di passioni ed emozioni nella vita del malcapitato che si ritroverà ad amarle nonostante la loro pazza vita e la loro stranezza, che altro non è se non proprio la culla del  loro fascino“, per citare un articolo di Alice Oliveri su The Vision.

Parliamo della ragazza naive che, proprio grazie al suo modo fiabesco di vivere le cose, è in grado di portare allo spannung del plot, ma solo come comprimaria, come appendice del protagonista maschile, mai come sua interprete principale. Il problema, nemmeno a dirlo, si pone nel momento in cui si presume che questo modello relazionale possa essere adeguato e riproposto nella vita reale.

Rispetto al personaggio cinematografico, che sotto quel punto di vista è monodimensionale, le persone sono fatte di sfaccettature diverse e, soprattutto, nessuna donna vive in funzione del proprio uomo (si spera, almeno). Con la conseguenza che alcuni uomini possono trasformarsi in incel, dando sfogo alle peggiori frustrazioni scaturite proprio dall’incapacità (o meglio, impossibilità, ma questo loro non lo capiscono) di trovare una donna del genere.

Le manic pixie dream girls più famose

Ne abbiamo già citate alcune, ma il mondo del cinema è davvero pieno di manic pixie dream girl; ne abbiamo raccolte alcune in gallery.

Manic pixie dream girl: le personagge dei film tanto amate che ci hanno fregato
Fonte: Elizabethtown
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