La maratona olimpica del 1904 verrà ricordata nella storia come la più straziante delle gare. Ha lasciato un gran numero di partecipanti a un passo dalla morte, disidratati, dimagriti e doloranti.
La maratona prese parte a Saint Louis, città del Missouiri, stato del mid-west degli Stati Uniti d’America. Per qualche strano motivo si svolse il pomeriggio, obbligando i partecipanti a correre con temperature superiori ai 30 gradi.
Le Olimpiadi di quell’anno furono composte solo da un terzo dei giochi che si svolgono ai giorni d’oggi. La maggior parte di essi erano vietati alle donne e gli atleti partecipanti furono solo 62 (un numero piccolissimo rispetto agli 11544 atleti partecipanti alle Olimpiadi di Rio 2016); questo fu legato principalmente alle difficoltà di viaggio, dovute alle tensioni tra la Russia e il Giappone e all’imminente guerra. Nonostante ciò, parteciparono anche alcuni atleti stranieri, i più quotati furono due corridori sudafricani che però non raggiunsero il podio.
Le alte temperature, il difficile percorso e l’assenza di acqua durante il tragitto (c’era un unico pozzo lungo tutta la gara) costrinsero gli atleti ad abbandonare o a trovare uno stratagemma per raggiungere il traguardo.
Per esempio, si scoprì solo verso la fine della gara che il californiano Frederik Lorz, già considerato dalla cronaca il vincitore della maratona, aveva barato facendosi trasportare per alcuni chilometri da una macchina.
Il vero vincitore della maratona olimpica del 1904 fu Thomas Hicks, americano di origini britanniche, che arrivò al traguardo solo grazie all’aiuto di droghe da prestazione, al tempo permesse.
Il cronista Charles Lucas, dopo averlo visto arrivare al traguardo stremato, parlò di lui così:
Negli ultimi due chilometri di gara Hicks correva meccanicamente, come un macchinario ben oliato. I suoi occhi erano tristi e spenti, il color cenere del suo viso e della sua pelle si era incupito, le sue braccia apparivano come pesi ben legati; riusciva a malapena a sollevare le gambe e le sue ginocchia erano quasi rigide.
Una storia ai limiti della fantascienza, ma che di inventato non ha assolutamente nulla. Sfogliate la gallery per altre curiosità e per vedere le immagini raccolte da Bordepanda.
Macchine, cavalli e corridori nello stesso percorso
La gara si svolgeva su strade sterrate, macchine e cavalli anticipavano i corridori. Questo creava enormi nuvole di polvere che diventarono presto un problema per i partecipanti.
Diverse nazionalità, diverse problematiche
Il cronista olimpionico Charles Lucas ha fatto notare che molti corridori stranieri non erano abituati all’acqua del pozzo, questo creò loro diversi disturbi intestinali.
William Garcia, il corridore californiano trovato in fin di vita in mezzo alla strada
William Garcia è stato ritrovato disteso sulla strada in mezzo alla pista. Le nubi di polvere sollevate dalle macchine e dai cavalli dei funzionari hanno causato un’emorragia interna a Garcia che gli è quasi costata la vita.
Il postino cubano che si classificò quarto
Nominato come il più impreparato della gara, Andarin Carvajal, è arrivato quarto nonostante le diverse difficoltà. Una su tutte durante il percorso Andarin si fermò a mangiare delle mele a causa della fame che si prolungava da oltre 40 ore. Solo dopo si scoprì che le mele erano marce e furono quelle a causare forti dolori allo stomaco del postino.
Len Tau e Yamasani furono i primi sudafricani a partecipare alle Olimpiadi
Le aspettative sui due corridori africani erano alte, nonostante ciò Len Tau finì la gara nono e Yamasani aggredito da cani randagi si classificò dodicesimo.
Fred Lorz il finto vincitore
Fred Lorz era uno dei papabili vinctori, ma al nono miglio circa collassò per disidratazione. Fu aiutato da una macchina, che si ruppe durante il tragitto. Lorz percorse le ultime 5 miglia da solo e fu considerato il vincitore della maratona, tuttavia al momento della premiazione qualcuno svelò l’aiuto che gli era stata dato. Lorz perse il primo posto e fu bandito dalla competizione per il resto della sua vita.
Thomas Hicks il vinctore dopato
Thomas Hicks americano di origini britanniche si trovava al decimo miglio di gara quando iniziò a mostrare i primi segni di esaurimento. Due allenatori del suo team lo accompagnarono fino al traguardo, Hicks avrebbe voluto solo sdraiarsi e bere acqua. I due uomini gli offrirono invece solo una spugna imbevuta per bagnare le labbra e quando Hicks si trovò sull’orlo del collasso gli diedero una piccola dose di solfato di strictina, veleno per i topi.
Una dose sbagliata e troppo alta avrebbe potuto ucciderlo, ma al tempo era usato come stimolante e le droghe da prestazione non erano vietate.
La seconda dose di strictina
Quando i suoi allenatori vennero a sapere della squalifica di Lorz, decisero di dare a Hicks un’altra dose di stimolante, questa volta accompagnato dall’albume dell’uovo e da un goccio di brandy.
Le allucinazioni e il traguardo irraggiungibile
Verso la fine Hicks iniziò ad avere le allucinazioni, credendo che il traguardo si trovasse ancora a venti miglia di distanza. Mangiò un altro albume e gli fu dato dell’altro brandy; all’entrata dello stadio, dove fu proclamato vincitore, fu trasportato dai suoi allenatori, Hicks non si reggeva in piedi.
"Mai nella vita ho partecipato a una corsa così difficile"
Solo con l’aiuto di quattro dottori e lo scorrere di un’intera ora, Thomas Hicks si sentì abbastanza bene per poter lasciare lo stadio. Nell’intervista post gara, Hicks disse:
Mai nella vita ho partecipato a una corsa così difficile. Le colline terrificanti fanno a pezzi un uomo.
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