Per la sua scelta di accompagnare un uomo a morire, che gli è costata un processo, Marco Cappato riceve ancora minacce di morte e insulti. La sua battaglia per legalizzare l’eutanasia, però, è ancora lunga: come ha raccontato tempo fa in una lunga intervista al Corriere, in tanti lo esortano ad andare avanti.
Negli ultimi due anni, da quando ho pubblicizzato la mia disobbedienza civile, ogni giorno ho ricevuto almeno una mail da persone che mi chiedono come possono morire con dignità.
La stessa cosa che gli chiedeva Fabiano Antoniani detto Dj Fabo, rimasto tetraplegico e non vedente in seguito a incidente stradale. Sapendo benissimo di rischiare una denuncia, il 27 febbraio 2017 Marco Cappato lo accompagnò da Milano a Zurigo, in Svizzera, per essere assistito alla morte volontaria nella clinica Dignitas, dove si pratica il suicidio assistito. Parlando di quel giorno, Marco Cappato ha ricordato come Fabiano sia stato ironico fino alla fine.
Era programmato che sarebbe morto dopo una mezz’oretta, e si stava mangiando uno yogurt. Mi ha detto: “Ehi Marco, questo yogurt svizzero è proprio buono, se non muoio me lo porto a Milano”.
E le ultime parole di Dj Fabo, scritte su Twitter prima di morire all’età di quarant’anni, sono state proprio per la persona che l’aveva accompagnato alla fine della sua dolorosa vita.
Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l’aiuto dello Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e la ringrazierò fino alla morte.
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La storia di Marco Cappato
Nato a Milano il 25 maggio 1971, dopo la maturità classica a Monza nel 1989, si laurea a pieni voti in economia all’Università Bocconi nel 1994. Già vicino al Partito Radicale dai primi Anni Novanta, segue da vicino Marco Pannella e si appassiona alla politica, diventando presto uno dei più attivi del partito e impegnandosi in campagne antiproibizioniste.
Marco Cappato
Durante una manifestazione anti-censura tenuta nel 1996 a Bruxelles, Marco Cappato viene arrestato dalla polizia belga insieme ad altri attivisti radicali europei e tenuto nel carcere di Bruxelles per alcune ore. Nel corso degli anni viene eletto deputato europeo radicale, consigliere comunale e metropolitano a Milano e presidente di Radicali Italiani, ma soprattutto compie diverse “disobbedienze civili”. Tante le sue battaglie, che lo portano vicino anche a chi chiede l’eutanasia legale.
Marco Cappato con Mina Welby
Oggi Marco Cappato è tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni (fondata dall’omonimo economista e politico, malato di sclerosi laterale amiotrofica) e promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca e della campagna Eutanasia legale. Tra i primi casi seguiti da vicino, c’è stato anche quello di Piergiorgio Welby, a fianco di sua moglie Mina Welby.
La prima persona che ho aiutato a morire è stato Piero Welby, nel 2006. Lui voleva l’eutanasia, noi l’abbiamo convinto a percorrere la via del diritto. […] A casa di Welby erano pronti due medici del Belgio con una pozione eutanasica. E avremmo seguito le leggi del Belgio a casa Welby se Mario Riccio non fosse riuscito a trovargli la vena per la sedazione profonda. Le sue vene erano tutte sfilacciate. Ce lo aveva chiesto Piero, che era deciso. E non solo.
Marco Cappato con Valeria, compagna di Dj Fabo, e Mina Welby
Per aver aiutato Piergiorgio Welby a morire, Cappato è finito a processo con Mina Welby, la sua vedova. E lo stesso è successo anche dopo il suicidio assistito di Dj Fabo. Ma nel dicembre 2019 la Corte d’Assise di Milano lo ha assolto perché “il fatto non sussiste”.
Marco Cappato con Dj Fabo
Parlando dell’ironia che ha contraddistinto DJ Fabo fino alla fine, Marco Cappato ha detto:
Credo derivi da una consapevolezza e da una determinazione piena. Per me è diventata un criterio per decidere se aiutare le persone.
E l’ironia è anche un segnale della sicurezza che non hanno tutte le persone che vogliono morire.
Quando mi cercano persone particolarmente afflitte che vogliono morire perché sono sole e disperate, io consiglio di rivolgersi a uno psichiatra. Non mi do da fare per una morte dignitosa. Ecco a cosa servirebbe la legalizzazione dell’eutanasia.
Marco Cappato e il suo libro
Nel suo libro Credere Disobbedire Combattere, Marco Cappato ha parlato della sua esperienza con Dj Fabo e non solo. Intervistato recentemente dal Giornale di Como, ha parlato di come tutti i cittadini dovrebbero agire.
Credo sia necessario provocare emozioni positive: amore, solidarietà, non violenza. Sono cambiati i modi e le forme, c’è la tecnologia, ma la natura umana è sempre la stessa: le persone non sono irrimediabilmente buone o cattive, dipende in che tipo di dialogo vengono coinvolti.
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