"Per favore, vai e torna": Margie Stewart, essere la pin-up per soldati in guerra
La storia di Margie Stewart, la modella scelta durante la Seconda guerra mondiale per diventare l'unico volto ufficiale per i poster destinati ai soldati
La storia di Margie Stewart, la modella scelta durante la Seconda guerra mondiale per diventare l'unico volto ufficiale per i poster destinati ai soldati
“Soldati, siete stati la luce della mia vita”: così scriveva qualche anno fa Margie Stewart nella sua ultima lettera pubblica come ex volto ufficiale dell’Esercito degli Stati Uniti d’America. Fino alla morte, nel 2012, aveva continuato a ricordare e raccontare quella sua esperienza da pin-up al servizio del suo Paese, durante la Seconda guerra mondiale.
Spero che vi siano piaciuti i 94 milioni di poster che sono usciti ovunque voi foste, dal primo “Per favore, vai e torna” di un totale di dodici poster, alle lettere in cui vi chiedevo di risparmiare i vostri soldi e acquistare titoli di guerra.
Come ricorda l’articolo apparso sul New York Times subito dopo la sua scomparsa, fino alla fine aveva risposto alle tante lettere che ancora riceveva. E, non fosse stato per i suoi oltre novant’anni, sarebbe partita ancora per andare a trovare i militari impegnati all’estero.
Nata in Indiana nel 1919, Margie Stewart si era trovata a lavorare come pin-up quasi per caso. Dopo aver frequentato per un anno l’università, l’elezione a più bella tra le matricole le fece vincere un viaggio a Chicago e lì avvenne l’incontro che cambiò la sua vita.
Notata da un pubblicitario che stava cercando due donne per scattare un servizio fotografico su una barca a remi sul lago Michigan, accettò di buon grado e in un attimo si ritrovò a lavorare prima come modella in un grande magazzino in città e poi in un negozio a Los Angeles.
Mentre si trovava in California, anche Hollywood si accorse di lei e la casa di produzione RKO la mise sotto contratto contratto per un film nel 1942. Nel giro di tre anni apparve in circa venti film, spesso non accreditati, ma il vero “ruolo” della sua vita le fu proposto dallo stesso pubblicitario che l’aveva vista qualche anno prima a Chicago.
L’uomo, un maggiore dell’esercito in pensione, propose al War Department di realizzare una serie di poster per rallegrare le truppe che si trovavano all’estero per combattere. La richiesta fu accettata prontamente e Margie Stewart, scelta come volto della campagna, nel 1943 iniziò a viaggiare in tutto il paese per vendere titoli di guerra, insieme a star come Fred Astaire e Judy Garland.
Due anni dopo Margie venne spedita in Europa per incontrare i soldati e fu tra i primi americani a entrare nella Germania sconfitta in abiti civili. Nel luglio dello stesso anno sposò un capitano dell’esercito, gettando nella disperazione tanti dei suoi ammiratori. Un giornale arrivò persino a uscire con il titolo “Margie, come hai osato farlo?”.
Rimasta vedova nel 2003, Margie Stewart morì in California nel 2012, in seguito a una polmonite. Fino all’ultimo aveva fatto tutto il possibile per aiutare ancora i militari impegnati in missione.
Contribuisco in piccola parte all’USO [l’associazione benefica statunitense che si prende cura dei militari e delle loro famiglie, NdR] e a tutte le associazioni di beneficenza che inviano cibo, provviste e medicinali agli ospedali e aiutano le famiglie di coloro che prestano servizio. Non è come dare me stessa, ma è meglio di niente.
Diversamente da altre pin-up del tempo, per i poster destinati alle truppe Margie Stewart posò sempre completamente vestita e non in costume o abiti succinti.
L’immagine casta di Margie era in contrasto con le immagini più audaci di Betty Grable o Ann Sheridan, altre due pin-up amate dai soldati impegnati nella Seconda guerra mondiale.
L’aspetto salutare, da brava ragazza di campagna, pare fosse apprezzato anche dalle mogli e fidanzate dei soldati, che non la vedevano come una rivale.
In altri servizi fotografici di Margie Stewart, non mancarono però le classiche pose in costume da pin-up.
Durante il suo tour in Europa nel 1945, Margie incontrò i soldati: in alcuni casi, la sua presenza scatenò addirittura il caos. Si narra infatti che a Londra riuscì persino a bloccare il traffico vicino a Hyde Park.
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