Spesso gli artisti sono stati associati anche alla follia, perché, come si sa, genio e sregolatezza è un connubio piuttosto frequente e talvolta persino elementi indispensabili l’uno per l’altro.
Da Van Gogh in poi, più volte l’estro dell’arte, l’intuizione naturale donata dalla creatività, dal talento e da tutte quelle passioni che si agitano nell’emisfero destro si sono accompagnati irrimediabilmente ad altre sfumature, ben più drammatiche e sofferte, dell’irrazionalità che è tipica di chi vive per essere artista.
Senza volerci addentrare in questioni psicologiche o disquisire sulla veridicità o meno di certe affermazioni, la storia di Maria Rossi non può però che riportare alla memoria discorsi di questo tipo; la parabola della comica di Zelig, passata anche sul palco del Maurizio Costanzo Show o di Quelli che il calcio, si è lentamente inabissata nelle stanze di un ospedale psichiatrico dove, per 42 giorni, ha cercato con tutte le forze di riappropriarsi della sua vita, distrutta dall’alcol, dagli psicofarmaci e, forse, da un successo che, per quanto bello e agognato da molti, non sempre è facile da gestire o da sopportare.
La sua lenta discesa verso l’inferno, dove all’ingegno dell’artista si sostituisce il tormento doloroso della malattia psichica, è raccontata in un film, Stato di ebbrezza, diretto da Luca Biglione e dove a interpretare Maria è la bravissima Francesca Inaudi. Che al Corriere ha raccontato di aver pensato, subito dopo aver ricevuto il copione, a una follia:
In Italia non siamo abituati a fare film su persone viventi: mi sembrava un azzardo. Poi ho letto la sceneggiatura e mi sono convinta. C’è la tendenza a dare per scontato che il pubblico non voglia vedere certe storie, ma è vero il contrario. Per quel film mi hanno ringraziata moltissime donne. Anche l’alcolismo è più diffuso di quanto si pensi, ma c’è ancora una sorta di vergogna nel raccontarlo.
Francesca ha quindi accettato di raccontare una storia, vera, che parla di una discesa nel baratro ma anche di una dignitosissima risalita, voluta ma raggiunta dopo molta sofferenza. L’attrice, però, svela di aver voluto tenere Maria, che pure ha conosciuto, lontana dal set.
Da una parte perché il confronto con la realtà è perso in partenza e io stavo cercando di restituire la sua storia attraverso il mio punto di vista. E poi perché certi momenti del film sono forti e vederli è tosto. Volevo tutelarla, non so. So che sono stata lei per oltre un mese e si è creato un rapporto umano importante. Le voglio bene. Maria ha capito le mie ragioni, proprio dopo che si era intrufolata durante le riprese di una di quelle scene difficili. ‘Mi hai fatta piangere’, mi ha detto dopo. Lì si è resa conto che la mia era solo la volontà di non ferirla.
Stato di ebbrezza uscirà nelle sale il 24 maggio e a vederlo ci sarà anche Maria Rossi. Che, nel frattempo, si è riappropriata della sua vita, e sta preparando uno spettacolo che presenterà a maggio al Novecento di Cavriago, in provincia di Reggio Emilia.
Insomma, questa volta, per fortuna, il genio dell’arte ha vinto.
Tutta la tormentata storia di Maria, e le sue reazioni al film che parla della sua vita, sono raccolte nella nostra gallery.
Scoperta da Enzo Jannacci
Maria Rossi, dopo essere stata scoperta da Jannacci, intraprese una carriera tutta in discesa, recitando, fra le altre, nelle sitcom Tisana Bum Bum e Belli Dentro. Incise anche un album Del mio peggio… Canzoni cantate male, con la collaborazione di Jannacci, Costanzo, Leonardo Manera e Dario Vergassola.
Volto amatissimo di Zelig
Volto molto amato di Zelig per diversi anni, Maria è caduta nell’alcolismo perché, come ha raccontato in un’intervista per Pomeriggio 5.
Non riconoscevo più il limite tra quello che è il ‘bevo perché ma sì, tanto…’ e il ‘bevo perché devo’.
È stata schiava dell'alcol per dieci anni
Sei schiava dell’alcol quando cominci a nascondere le birre – ha raccontato Maria nell’intervista con Barbara D’Urso – a bere da sola… Bevevo circa 25 birre al giorno. Non c’era limite, era un alcolismo compulsivo. Io cominciavo a bere alle sei del pomeriggio, una birra dietro l’altra, ma siccome il corpo ne tiene 6 o 7 devi andare a vomitare, per poter ricominciare ancora.
Siete degli alcolisti sobri
Maria è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico di disintossicazione per 42 giorni.
All’uscita la dottoressa ci ha detto ‘Ricordatevi che siete degli alcolisti sobri’. Ma è vero, io non posso permettermi di uscire a bere con gli amici, mai più, perché se bevi un bicchiere ci ricadi.
L'esperienza nella clinica
A proposito dei giorni passati in clinica, Maria ha dichiarato che sono stati
Abbastanza tremendi i primi 15, quando entri ti trovi a contatto con persone disagiate, ma io non ero tanto diversa. Non avevo più supporti, tolti gli psicofarmaci che accompagnavano le birre che bevevo […] L’alcol non fa più parte della mia vita, bevevo non perché mi piacesse ma perché mi faceva sentire forte.
Francesca Inaudi la interpreterà al cinema
Stato di ebbrezza è il film che uscirà nelle sale italiane il 24 maggio e che racconterà proprio la storia di Maria. A darle il volto sarà Francesca Inaudi.
Intervistata dal Resto del Carlino, Maria ha spiegato che la scelta di rendere pubblico un dramma personale del genere è stata dettata dal fatto che
… Il palcoscenico deve essere anche un lettino da psicanalista. Perché non si devono raccontare delle storie? Poi, per una ‘cabarettara’ come me, il racconto dovrebbe essere sempre divertente. Guai se manca la risata. Sarebbe terribile, andrei nel panico. Ma come si può far ridere raccontando le disavventure che ho vissuto io?
È stata lontana dal set, ma...
Francesca ha voluto tenere Maria lontano dal set
E subito non ne capivo il motivo – ha raccontato la comica di Zelig – Poi me lo ha spiegato, dicendo che lo facevano per tutelarmi, per non farmi rivivere dei momenti per me drammatici.
E aveva ragione, ammette.
L’ho capito quando ho assistito alle riprese della scena in cui mio fratello mi viene a prendere in un bar di Reggio, dove mi stavo ubriacando. La produzione ha scelto una piazza a caso, un luogo a caso. E quel luogo era piazza Fontanesi, con lo stesso bar e la stessa panchina in cui anni fa era capitata quella situazione. Mi è tornata alla mente quella giornata. E non ho trattenuto le lacrime.
Cosa ne pensi?