Michelle Obama, la bambina che voleva cambiare il mondo e oggi parla alle bambine
Dall'infanzia nel quartiere operaio alla Casa Bianca, senza mai dimenticare le proprie origini e l'importanza dell'istruzione: è la storia di Michelle Obama.
Dall'infanzia nel quartiere operaio alla Casa Bianca, senza mai dimenticare le proprie origini e l'importanza dell'istruzione: è la storia di Michelle Obama.
Chissà se quella bambina cresciuta nel South Shore di Chicago, in un quartiere abitato perlopiù da bianchi in cui i neri erano radunati in una sorta di ghetto, che giocava nella sua cameretta piena di Barbie immaginava che, un giorno, sarebbe diventata una delle persone più conosciute e influenti al mondo, e addirittura la prima First Lady nera nella storia americana.
Michelle Obama ha descritto la sua vita, dai suoi ricordi d’infanzia, passando per l’esperienza alla Princeton dominata dalla upper class bianca, fino alla conquista della Casa Bianca, in Becoming, autobiografia da record uscita nel 2018, in cui a cuore aperto ha confessato, per la prima volta, anche di aver avuto un aborto spontaneo, prima delle due figlie, Malia e Natasha.
Perché l’ex First Lady piace ancora così tanto, nonostante siano passati più di quattro anni dal suo addio alla White House e sia lei che il marito sembrano essersi ritirati a una vita lontana dai riflettori? Sicuramente perché la sua vita, per quanto speciale, appare assolutamente normale, anzi fatta di molti ostacoli e traversie, dovute alla questione razziale, affrontata per l’appunto soprattutto ai tempi dell’università, ma anche del genere.
Am I good enough?, ovvero “Sono brava abbastanza?” è una delle domande che Michelle si fa più spesso nella sua gioventù, sia quando inizia a suonare il pianoforte, che quando prova il test di ammissione a Princeton, dove i bianchi sono la stragrande maggioranza e i pregiudizi imperanti.
C’è poi il forte legame sempre dimostrato con il marito Barack, conosciuto nel 1989, quando ormai era già avviata alla professione di avvocato: non è un mistero che la loro coppia sia ancora oggi unitissima, a distanza di quasi 29 anni dalle nozze, e il loro amore, dimostrato in ogni occasione possibile anche durante il doppio mandato di lui come presidente degli USA, ha fatto sognare gli americani (e non solo).
Infine, c’è l’impegno appassionato di Michelle per gli emarginati, i deboli, partito con il lavoro presso il Public Allies di Chicago, una organizzazione non-profit che incoraggiava i giovani a lavorare in gruppi non-profit e in agenzie governative che si occupavano di questioni sociali, e che il ruolo di First Lady ha solo rafforzato ulteriormente, portandola a moltiplicare il suo interesse a livello mondiale.
Ragazzina ambiziosa e determinata che non si è lasciata intimorire dai preconcetti, spinta anche da una famiglia che l’ha cresciuta convincendola che la cultura l’avrebbe elevata moralmente e socialmente, oggi Michelle ha scelto di mettere la sua esperienza al servizio di altre giovanissime; lo fa soprattutto per insegnare alle giovani donne di domani quanto l’istruzione sia importante, come fatto, ad esempio, nel 2017, parlando con Justise, giovanissima vincitrice dell’edizione di quell’anno di MasterChef Junior.
Non c’è niente di più importante che si possa fare per se stessi se non aspirare a un’ottima istruzione. Bisogna mettercela tutta per essere le migliori, non solo in cucina, ma anche in classe. Voglio che tutti voi continuiate a prepararvi bene per il college, farete grandi cose.
Parole molto simili a quelle pronunciate nel gennaio dello stesso anno, nell’ultimo discorso da FLOTUS (First Lady of the United States), davanti a una platea di studenti:
Voglio che i nostri giovani sappiano che questo Paese vi appartiene. Studiate e poi costruite un mondo migliore, fondato sulla speranza. Non sulla paura.
Più recentemente, nel 2020, Michelle ha invece aderito alla #PromChallenge, sfida social in cui insegnanti e studenti invitavano i giovani a registrarsi al voto, pubblicando una foto del suo prom, il ballo scolastico, risalente al 1982.
Amata e ammirata anche dopo aver archiviato il ruolo di First Lady, Michelle Obama sa che la sua storia può fornire l’esempio giusto a migliaia di giovani in tutto il mondo, e usa la sua popolarità per i giusti scopi. I risultati, infatti, la ripagano.
Sfogliate la gallery per scoprire altro sulla vita di Michelle Obama.
Una Michelle Obama bambina con il fratello maggiore Craig, oggi allenatore di pallacanestro della Oregon State University.
Il mio fratellone si occupa sempre di me – ha scritto Michelle su Pinterest – Prima che Barack potesse portarmi fuori a cena, ha dovuto portare lui su un campo da basket.
In questa foto da bambina pubblicata su Instagram, Michelle scrive:
È il giorno dopo il Labor Day, quindi penso a tutti i giovani che tornano a scuola e rifletto sui miei giorni da studentessa a Chicago. Ho imparato molto a scuola: come fare le tabelline e strutturare un paragrafo, sì, ma anche come spingermi, essere un buon amico e risollevarmi dopo un fallimento.
È così facile per noi dare per scontata la nostra istruzione, soprattutto qui negli Stati Uniti. In questo momento, più di 98 milioni di ragazze adolescenti in tutto il mondo non vanno a scuola. Credo che ogni ragazza del pianeta meriti lo stesso tipo di opportunità che ho avuto io: la possibilità di realizzare il suo potenziale e di inseguire i suoi sogni. Sappiamo che quando diamo alle ragazze la possibilità di imparare, loro la colgono. E quando lo fanno, tutto il nostro mondo ne trae beneficio. Le ragazze che vanno a scuola hanno figli più sani, salari più alti, tassi di povertà più bassi, e possono persino contribuire a dare impulso all’economia di tutta la loro nazione.
Michelle ha studiato al Whitney Young Magnet High School, dove gli studenti bianchi erano pochissimi; in effetti, ha rilasciato anche dichiarazioni a proposito del white flight, ovvero la tendenza, da parte dei bianchi, a spostarsi in altre zone una volta che la loro area di residenza diventa multietnica e multiculturale.
Provo un senso di ingiustizia. Lo sai quando sei giovane, sai che le persone scappano da te.
Siamo cresciuti con amici di tutte le etnie quando ci siamo trasferiti per la prima volta. Abbiamo giocato insieme. “Non c’erano scontri tra bande, non c’erano battaglie territoriali.
Eppure, uno per uno, hanno fatto le valigie e ci hanno lasciato e hanno lasciato le comunità allo sfascio.
Anche ai tempi dell’università Michelle ha sperimentato il razzismo, e anni dopo ha dichiarato:
Se al liceo mi sentivo come se stessi rappresentando il mio quartiere, ora a Princeton rappresentavo la mia razza. Ogni volta che facevo sentire la mia voce in classe o passavo un esame, speravo che ciò potesse aiutare ad allargare il punto di vista degli altri.
Michelle conobbe Barack dopo la laurea, mentre lavorava come stagionale presso la società Sidley Austin. Il loro primo appuntamento ufficiale è stato al cinema, per vedere Fa’ la cosa giusta di Spike Lee. Il matrimonio, invece, è avvenuto nell’ottobre del 1992.
Ho sempre pensato che Barack è una brava persona, onesta e intelligente – ha detto ospite di Oprah Winfrey – Ma il mondo della politica è orribile e pericoloso e non ero sicura che il temperamento di mio marito fosse adatto.
Lui, invece, in occasione dell’uscita del suo libro A promise land, ha raccontato di aver vissuto un momento di crisi di coppia.
Michelle credeva molto nel lavoro che facevo, ma era meno ottimista su ciò che avrei potuto fare. C’era una tensione di fondo tra noi. La pressione e lo stress di dover fare tutto bene. Era scettica riguardo alla politica, e più attenta ai sacrifici per la famiglia. Ci sono stati momenti in cui ho pensato che fosse frustrata, triste o arrabbiata, ma io avevo l’Afghanistan o la crisi finanziaria di cui preoccuparmi. L’enorme successo e popolarità di mia moglie come first lady non è stato sufficiente ad alleviare le sue frustrazioni, che si sono amplificate e ingigantite, a causa del mio lavoro quotidiano, dell’esposizione della nostra famiglia a controlli e attacchi, e persino alla tendenza di amici e familiari a considerare il suo ruolo di secondaria importanza.
Mentre stava ancora frequentando legge, Michelle è stata nominata consigliere associato presso l’ufficio di Chicago del gruppo di legali, dove si occupava di questioni relative al marketing e alla proprietà intellettuale. Poi ha lavorato nell’amministrazione comunale di Chicago come assistente del sindaco, e come assistente e commissario per lo sviluppo e la formazione. Nel 1993 è diventata direttrice esecutiva presso l’ufficio di Chicago di Public Allies, dove ha lavorato per circa quattro anni creando un gruppo per la raccolta fondi, tuttora operante nonostante i dodici anni d’assenza della sua fondatrice.
Nel maggio 2006, la rivista Essence l’ha collocata tra le “25 donne più ispiratrici del mondo”. Nel settembre 2007, la rivista 02138 l’ha messa al 58º posto nella “The Harvard 100,” una lista dei più influenti ex allievi di Harvard. Suo marito risulta invece “solo” quarto.
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