Mondiali di Calcio Femminile 2019: la grande avventura delle azzurre

Mondiali di Calcio Femminile 2019: la grande avventura delle azzurre
Fonte: ph. Lisa Guglielmi
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L’avventura è finita, ma i grazie rimangono.

La Nazionale femminile esce a testa alta dal mondiale francese, sconfitta ai quarti dalle campionesse europee dell’Olanda. Si infrange il sogno, non sparisce però l’ammirazione per queste ragazze e la passione che il loro gioco ha saputo far nascere in milioni di italiani.

Grazie a loro, forse, qualche stereotipo è stato abbattuto, e molte giovanissime si avvicineranno a questo sport, consapevoli che non è solo “roba da maschi”.

Il percorso delle azzurre

Dopo aver superato il turno da prime del proprio girone, le ragazze del ct Monica Bartolini hanno sofferto ma vinto contro la Cina agli ottavi di finale: un 2-0 da squadra vera, capace di stringere i denti all’occorrenza, di lottare su ogni pallone e poi di colpire, al momento giusto.

Valentina Giacinti, al primo gol al Mondiale, sblocca il risultato nel primo tempo, dopo essersi vista annullare un gol per fuorigioco, e ci pensa poi Aurora Galli, subentrata all’infortunata Girelli, a sigillare il 2-0 che ci spedisce dritte ai quarti di finale.

Il pubblico, anche quello che all’inizio seguiva pigramente l’avventura azzurra, si è pian piano affezionato a questa squadra, che dimostra di avere grinta, cuore, muscoli; decisamente superate anche le stupide polemiche razziste che hanno coinvolto il capitano, Sara Gama, che si è sentita rivolgere sui social frasi come “Non capisco perché solo una ha la mano sul cuore e non è italiana” o“Quella sarà anche nata in Italia, avrà la cittadinanza italiana, parlerà italiano ma, mi dispiace, non è italiana. Non ne possiede né le caratteristiche né i cromosomi” – poco importa ribadire che Sara, nata a Trieste 30 anni fa da madre triestina e padre congolese, è italiana sotto tutti i punti di vista: giuridico, affettivo, culturale – e in barba anche agli scettici e ai perplessi che alle doti delle azzurre credevano poco, vuoi perché il calcio delle donne si conosce poco o niente, e quindi, come spesso accade, di fronte all’ignoranza di un argomento c’è chi proprio non riesce a far bella figura e a tacere, vuoi perché all’orgoglio del maschio italico “frittatona di cipolle, familiare di birra gelata, tifo indiavolato e rutto libero” un pizzico brucia di dover tifare per il cosiddetto “sesso debole”, quello che, secondo Collovati, “fa vomitare quando parla di tattica”.

Le ragazze, comunque festeggiatissime al rientro in albergo, si preparano dunque per tornare in Italia, dove sicuramente saranno salutate dall’affetto del pubblico che le ha seguite con tanto amore nella loro splendida avventura.

Ma chi sono le ragazze che hanno lottato per il sogno mondiale, e per portare a casa la coppa? Noi abbiamo provato a conoscerle meglio in gallery, dove vi raccontiamo anche il loro percorso mondiale.