L’avventura è finita, ma i grazie rimangono.
La Nazionale femminile esce a testa alta dal mondiale francese, sconfitta ai quarti dalle campionesse europee dell’Olanda. Si infrange il sogno, non sparisce però l’ammirazione per queste ragazze e la passione che il loro gioco ha saputo far nascere in milioni di italiani.
Grazie a loro, forse, qualche stereotipo è stato abbattuto, e molte giovanissime si avvicineranno a questo sport, consapevoli che non è solo “roba da maschi”.
Il percorso delle azzurre
Dopo aver superato il turno da prime del proprio girone, le ragazze del ct Monica Bartolini hanno sofferto ma vinto contro la Cina agli ottavi di finale: un 2-0 da squadra vera, capace di stringere i denti all’occorrenza, di lottare su ogni pallone e poi di colpire, al momento giusto.
Valentina Giacinti, al primo gol al Mondiale, sblocca il risultato nel primo tempo, dopo essersi vista annullare un gol per fuorigioco, e ci pensa poi Aurora Galli, subentrata all’infortunata Girelli, a sigillare il 2-0 che ci spedisce dritte ai quarti di finale.
Il pubblico, anche quello che all’inizio seguiva pigramente l’avventura azzurra, si è pian piano affezionato a questa squadra, che dimostra di avere grinta, cuore, muscoli; decisamente superate anche le stupide polemiche razziste che hanno coinvolto il capitano, Sara Gama, che si è sentita rivolgere sui social frasi come “Non capisco perché solo una ha la mano sul cuore e non è italiana” o“Quella sarà anche nata in Italia, avrà la cittadinanza italiana, parlerà italiano ma, mi dispiace, non è italiana. Non ne possiede né le caratteristiche né i cromosomi” – poco importa ribadire che Sara, nata a Trieste 30 anni fa da madre triestina e padre congolese, è italiana sotto tutti i punti di vista: giuridico, affettivo, culturale – e in barba anche agli scettici e ai perplessi che alle doti delle azzurre credevano poco, vuoi perché il calcio delle donne si conosce poco o niente, e quindi, come spesso accade, di fronte all’ignoranza di un argomento c’è chi proprio non riesce a far bella figura e a tacere, vuoi perché all’orgoglio del maschio italico “frittatona di cipolle, familiare di birra gelata, tifo indiavolato e rutto libero” un pizzico brucia di dover tifare per il cosiddetto “sesso debole”, quello che, secondo Collovati, “fa vomitare quando parla di tattica”.
Le ragazze, comunque festeggiatissime al rientro in albergo, si preparano dunque per tornare in Italia, dove sicuramente saranno salutate dall’affetto del pubblico che le ha seguite con tanto amore nella loro splendida avventura.
Ma chi sono le ragazze che hanno lottato per il sogno mondiale, e per portare a casa la coppa? Noi abbiamo provato a conoscerle meglio in gallery, dove vi raccontiamo anche il loro percorso mondiale.
L'avventura si interrompe
Le azzurre sono eliminate ai quarti dalla fortissima Olanda, campione d’Europa in carica. È comunque il miglior piazzamento mai ottenuto a un Mondiale femminile.
La gioia dopo la Cina
Con un 2-0 fatto di sofferenza, cuore, tenacia e grinta le azzurre si sono imposte sulle avversarie cinesi.
L'urlo di Valentina
La gioia incontenibile di Valentina Giacinti, al primo gol al Mondiale. Sua la rete che ha aperto le marcature.
La "macarena" della gioia
Ballano come sempre dopo ogni vittoria le azzurre. Perché, anche se battute dal Brasile (0-1, grazie al rigore siglato al 74′ da Marta), le ragazze si sono qualificate agli ottavi come prime del proprio girone.
La cinquina con la Giamaica
Nella seconda partita le azzurre hanno travolto la Giamaica, con una tripletta di Girelli e una doppietta di Aurora Galli.
Esordio vincente
Nella partita d’esordio contro l’Australia le ragazze del ct Bertolini hanno trionfato grazie a una doppietta di Barbara Bonansea. Passate in svantaggio per un rigore assegnato alle australiane e messo a segno da Kerr, le azzurre hanno ribaltato il risultato nei minuti di recupero.
Sara Gama (Juventus)
Mamma triestina e padre congolese, è il capitano della Juventus e della Nazionale. Ha giocato nel Paris Saint Germain.
Divenata un’icona del calcio femminile, le hanno dedicato una Barbie.
Noi siamo la generazione della svolta perché prima c’è stato un buio di più di 20 anni – ha detto a Sky – E noi stiamo portando oggi il calcio femminile nella casa di tutti quanti. Soprattutto i genitori cambiano la prospettiva, portano le bambine a giocare. Siamo quelle che stanno sdoganando questo sport. In quel senso siamo la generazione della svolta.
Portieri: Laura Giuliani (Juventus)
Milanese, 26 anni, dopo le esperienze in Germania al Colonia e al Friburgo nel 2018 è approdata alla Juve.
Chiara Marchitelli (Florentia)
Classe 1985, romana, è tornata in campo dopo la rottura del tendine d’Achille.
Rosalia Pipitone (Roma)
Anche lei 33 anni, palermitana, è definita una leader carismatica.
Difensori: Elisa Bartoli (Roma)
27enne, romana, è un esterno di sinistra. Nell’estate 2018 è stata al fianco di Daniele De Rossi nella presentazione della Roma maschile e femminile a Piazza di Spagna.
Lisa Boattin (Juventus)
Ha 23 anni e ha già giocato un Mondiale nel 2014 in Costa Rica con la Nazionale U17, di cui era capitano. Con quella squadra ha conquistato uno storico bronzo.
Laura Fusetti (Milan)
Difensore centrale di 28 anni, milanese, ha giocato una stagione straordinaria con il Milan.
Alia Guagni (Fiorentina Women)
Nata a Firenze, è il capitano della Fiorentina, cui ha scelto di dedicarsi dopo un’esperienza negli USA.
Elena Linari (Atletico Madrid)
Dopo le esperienze con Fiorentina e Brescia nell’estate 2018 è approdata all’Atletico Madrid, che insieme al Barcellona, è la squadra più forte della Liga spagnola.
Centrocampo: Valentina Bergamaschi (Milan)
La 22enne di Varese è reduce da due brutti infortuni, ed è rientrata solo a metà stagione con il Milan, dimostrandosi decisiva in più occasioni.
Barbara Bonansea (Juventus)
È una delle stelle della nostra Nazionale, la ventottenne di Pinerol che nel 2017 ha rifiutato il Lione per sposare la causa bianconera.
Bisogna guardare al calcio femminile in modo diverso – ha detto – Non siamo grosse come i maschi, non corriamo veloce come loro. Dunque se chi ci viene a vedere si aspetta partite come quelle rimane deluso. Riguardo al tempo di gioco, noi alla Juve disputiamo i 90′ alla stessa intensità e spesso vinciamo le gare nel secondo tempo. Questo perché siamo allenate meglio rispetto alle altre squadre. Mi hanno insegnato che bisogna saper fare più ruoli.
Valentina Cernoia (Juventus)
28 anni, della provincia di Brescia, è una pedina fondamentale per la Nazionale.
Aurora Galli (Juventus)
22 anni appena, è affettuosamente chiamata Iaia.
Manuela Giugliano (Milan)
Ha solo 21 anni e nel Milan gioca con la maglia numero 10, il numero dei fantasisti.
Martina Rosucci (Juventus)
La sua stagione è iniziata con la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio in un’amichevole tra Juventus e Orobica, ma è tornata in campo nel finale di stagione e ora è pronta a debuttare al Mondiale.
Del gruppo delle centrocampiste fanno parte anche Linda Tucceri Cimini del Milan, Alice Parisi della Fiorentina e Annamaria Serturini della Roma.
Attaccanti: Cristiana Girelli (Juventus)
Nata a Brescia, lì ha giocato le ultime cinque stagioni, prima di passare alla Juventus dove indossa la numero 10.
Valentina Giacinti (Milan)
Ha dichiarato che da bambina, quando le regalavano le bambole, palleggiava con le loro teste. È la miglior marcatrice del Milan e di tutta la Serie A.
Ilaria Mauro (Fiorentina's Women)
Friulana di nascita, ha giocato in Germania nel Sand e nel Turbine Potsdam prima di passare alla Viola. Nel 2018 ha segnato il gol decisivo nella Supercoppa italiana per la vittoria della Fiorentina contro la Juventus.
Daniela Sabatino (Milan)
Gioca per la squadra di cui è tifosissima.
Stefania Tarenzi (Chievo Verona)
È già stata allenata dal ct Bertolini a Brescia. In questa stagione ha giocato con gli scaligeri.
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