
Un coltello nello sterno: la violenza sulle donne vista ai raggi x

A livello mondiale, ogni anno, un miliardo e 200 milioni di donne subiscono violenza.
Cinquantamila vengono uccise da componenti della propria famiglia, pari a 6 donne su 10. Sono i dati Ansa pubblica nel 2019, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.
Circa 3 bambini su 4 (il 75%) sono stati vittime nel 2018 di almeno una forma di violenza. Il 90% di questi maltrattamenti resta sconosciuto.
In Italia le donne che hanno subito violenza almeno una volta nella vita rappresentano, in numeri, la somma delle intere popolazioni di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo messe insieme.
Sono oltre 6 milioni le donne vittime di violenza in Italia.
In 8 casi su 10 (contro i 6 su 10 a livello globale) queste donne muoiono per mano di un partner, ex partner o familiare.
Il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) stupro (652 mila) o tentato stupro (746 mila).
Usare violenza, però, non significa solo alzare le mani, ma anche isolare la donna a livello sociale.
Dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’Eliminazione della Violenza contro le Donne firmata a Vienna nel 1993 è considerato violenza di genere
Ogni atto legato alla differenza di sesso che provochi o possa provocare un danno fisico, sessuale, psicologico o una sofferenza della donna, compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o l’arbitraria privazione della libertà sia nella vita pubblica che nella vita privata.
Ci sono gli attacchi verbali come la derisione, la molestia verbale, l’insulto, la denigrazione, con cui si tenta di convincere la donna di “non valere nulla”, ma anche minacce ripetute di abbandono, divorzio, il danneggiamento di oggetti della donna o la violenza ai danni dei suoi animali.
Questa è la testimonianza scioccante che una donna ha lasciato a Reama.
È un reato e una gravissima forma di violenza. Il matrimonio non concede infatti al coniuge il diritto di avere un rapporto sessuale anche di fronte al rifiuto.
Alcune donne decidono, prima o dopo la denuncia, di fuggire con i figli, che spesso sono testimoni incolpevoli della violenza che si consuma tra le mura di casa.
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