Se vi dicessimo “Nancy Sinatra” probabilmente riconoscereste solo il cognome del ben più famoso padre Frank. Eppure, se vi facessimo ascoltare qualche nota delle sue canzoni più famose, non abbiamo dubbi che la riconoscereste all’istante.

Scommettiamo che avete ballato almeno una volta These boots are made for walkin’, canticchiato Bang Bang (you shot me down) dopo aver visto Kill Bill di Tarantino o sospirato ascoltando Something Stupid, riportata in auge dal duetto tra Nicole Kidman e Robbie Williams, che Nancy ha cantato nel 1967 assieme al padre.

Nancy Sinatra, però, non è stata solo una figura iconica della musica degli anni ’60, ma anche un’imprenditrice e un’attivista, come ha ricordato in un’intervista a Rolling Stones in cui ha ricordato come si fosse accesa in lei la passione politica

Per rabbia, direi. Ero solo arrabbiata… Negli anni ’60 si parlava molto della guerra in Vietnam, ha avuto un effetto su tutti quelli che conoscevo. Dovevi prendere posizione. Mi sembra che oggi la gente sia appassionata come in quel periodo. Il movimento Black Lives Matter è fantastico. È anche purificante: la voce della gente dev’essere ascoltata, altrimenti si va fuori di testa. Non poter esprimere i propri sentimenti è orribile, non credi?

E ancora oggi, infatti, anche superati gli 80 anni e in isolamento forzato per il covid non ha perso il suo spirito battagliero, che negli ultimi 5 anni ne ha fatto una fervida oppositrice di Trump. Opposizione che ha manifestato fin dal suo insediamento, per il quale il 45esimo presidente degli USA ha scelto proprio la più famosa canzone del padre di Nancy, My Way.
In un tweet – poi cancellato – ha infatti avvertito Trump:

Ricorda solo la prima riga della canzone. My way inizia “E ora la fine è vicina”.

In seguito, ha provato a non menzionare mai il nome del Presidente nelle conversazioni, ribadendo che se lo avesse fatto «sarebbe stato con la t minuscola», ma durante tutto il suo mandato ha continuato a battersi per la lotta cambiamento climatico, i diritti delle donne e l’assistenza sanitaria. Negli ultimi tempi, però, è tornata sull’argomento in diverse interviste, stavolta senza mezzi termini

Non potevo credere che questa grande nazione fosse affondata così in basso. Non perdonerò mai le persone che hanno votato per Trump, mai. Adesso ho un posto arrabbiato dentro di me. Spero che non mi uccida.

Convinta che Biden sarà in grado di cambiare gli Stati Uniti in meglio, ha dichiarato ancora «Non so cosa avrei fatto se Biden avesse perso. Mi è venuto in mente di trasferirmi in un altro paese».

Eppure, come la bandiera a stelle e strisce che sventola nella sua casa di Palm Springs, tutto in Nancy Sinatra è essenza statunitense, a partire dalla ingombrante eredità del padre – che però non l’ha mai oscurata e anzi l’ha aiutata ad affermarsi nel mondo della musica e a non farsi mettere i piedi in testa dall’industria musicale – fino alla sua carriera, iniziata proprio negli spettacoli del padre a fianco di vere e proprie icone della storia americana, come Dean Martin e Elvis Presley.

Nata a Jersey City, l’8 giugno 1940, Nancy è la prima figlia di Frank Sinatra e di Nancy Barbato. Cresciuta in mezzo alle star che frequentavano la casa dei genitori in California e al seguito del padre anche in tournée internazionali, si avvicina presto al mondo dello spettacolo:

Era tutto quello che conoscevo! Non è che potevo prendere e andare a fare medicina!

Sposatasi giovanissima con Tommy Sands, per sua ammissione “solo per fare sesso” perché a quei tempi si usava così, ha divorziato dopo cinque anni. Proprio questa nuova condizione da divorziata, però, ha segnato anche una svolta nella sua carriera musicale.

Il vero successo, infatti, sarebbe arrivato grazie al sodalizio con Lee Hazlewood: secondo la leggenda, l’uomo le avrebbe detto di cantare «più come un quattordicenne che scopa i camionisti», ma Nancy smentisce questa ricostruzione:

Non l’ha mai detto. Quello che ha detto è stato: “Sei stata sposata e hai divorziato – dovresti cantare così”.

Nel 1966 esce Boots, il suo primo album, che segna l’inizio della “nuova” Nancy e del suo nuovo stile. Non sono solo i capelli biondi e il make-up, a essere di rottura è anche l’abbigliamento: le minigonne non avevano ancora lanciato lo scandalo negli USA, ma Nancy le aveva viste in un negozio di Carnaby Street a Londra e aveva capito che erano arrivate per restare. Aveva allora provato a ricreare quel look con un maglione lungo e i suoi iconici stivaletti: un must che sarebbe rimasto negli anni.

Gli anni ’60 segnano l’apice della carriera di Nancy, sia nella musica che al cinema: in questi anni, infatti, non solo firma la celebre canzone della colonna sonora di James Bond You only live twice, ma fa il suo esordio sul grande schermo in diverse produzioni, sia al fianco del padre (nel film Patto a tre) che del suo ormai amico Elivis (in A tutto gas), oltre che nella commedia horror Il castello delle donne maledette.

Ed è proprio quell’atmosfera che oggi le figlie cercano di riproporre con Nancy Sinatra: Start Walkin’ 1965-1976, due cd o vinili con la raccolta dei suoi più grandi successi, che sarà seguito dai suoi album più noti in versione rimasterizzata.

Salvo alcune eccezioni – come il celebre album del 1995 One more time, per promuovere il quale si è mostrata nuda sulla copertina di Playboy a 54 anni – Nancy abbandona le scene alla fine degli anni ’70, per tanti motivi diversi: il sodalizio con Hazlewood interrotto, Kinky Love bandita dalle stazioni radio per i suoi testi suggestivi, in seguito la morte del secondo marito Hugh Lambert nel 1985. Nancy, però, dice che non le importasse poi così tanto ritirarsi a vita privata per accudire le figlie Angela Jennifer e Amanda Kate:

A quel punto, ero così coinvolta dalle mie figlie che non aveva davvero importanza.

Anche la rinconciliazione con Lee – che ha generato (L’été Indien) Indian Summer raccolta in Still Walkin’ – non riesce a cambiare le cose. Nel 2004, tre anni prima della morte di Hazlewood, pubblicarono Nancy&Lee 3, ma senza ottenere il successo degli anni sessanta:

Abbiamo sempre cercato di catturare un nuovo suono. Ma ero così passé, nessuno era interessato, ormai ero passata. Dicevamo: “È meglio essere uno che è stato e passato che uno che non è stato mai”.

A testimoniare quello che è stata Nancy non c’è solo una stella sulla Walk of Fame inaugurata nel 2006 ma, soprattutto, le sue canzoni, veri e propri cult della musica conosciuti anche da chi non saprebbe riconoscere il suo volto, e il stile imitato e replicato non anche a distanza di anni, come testimoniano le “fembots” del film Austin Powers o le parole di Lana Del Rey autodefinitasi una “gangsta Nancy Sinatra”.

È ora di riscoprire Nancy Sinatra, figlia di Frank: in realtà la conosci già
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