I 10 giorni in manicomio di Nellie Bly, che si finse pazza per raccontare l'orrore

Nellie Bly, pseudonimo di Elizabeth Jane Cochran, è stata una donna speciale per tanti motivi. Fu una vera pioniera nel campo del giornalismo e inventò il giornalismo “sotto copertura”

Nel 1887, la 23enne reporter Nellie Bly, fingendosi una rifugiata afflitta da paranoia, si fece rinchiudere nel manicomio dell’isola Blackwell, allo scopo di scoprire le condizioni di vita delle donne ricoverate. Nessuna, prima di lei, aveva mai fatto una cosa simile. Nel suo reportage, completo di illustrazioni, raccontò i soprusi e le violenze che le pazienti subivano per opera di crudeli infermiere e medici poco capaci. Una situazione drammatica che rivive oggi attraverso le sue stesse parole, nel libro Dieci giorni in manicomio.

Dieci giorni in manicomio

Dieci giorni in manicomio

Nel 1887, la reporter Nellie Bly, fingendosi una rifugiata afflitta da paranoia, si fece rinchiudere nel manicomio dell'isola Blackwell, allo scopo di scoprire le condizioni di vita delle donne ricoverate. Questo il resoconto della sua esperienza.
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Battevo i denti e tremavo, il corpo livido per il freddo che attanagliava le mie membra. All’improvviso, tre secchi di acqua gelida mi furono versati sulla testa, tanto che ne ebbi gli occhi, la bocca e le narici invase. Quando, scossa da tremiti incontrollabili, pensavo che sarei affogata, mi trascinarono fuori dalla vasca. Fu in quel momento che mi sentii realmente prossima alla follia.

Per entrare nel manicomio, Nellie Bly si preparò una sorta di “sceneggiata” con smorfie e tic. Poi si recò in una casa di accoglienza per donne lavoratrici, dove chiese di pernottare. Il suo comportamento volutamente sopra le righe turbò le altre donne, tanto che all’alba la responsabile fece chiamare la polizia. Dopo l’interrogatorio venne sottoposta a una visita medica. Un giudice la dichiarò pazza e venne dunque trasferita in manicomio in carrozza. Una volta arrivata a Blackwell, un altro dottore la dichiarò demente, facendo iniziare il suo viaggio negli inferi, dove le pazienti venivano “calmate” con il laudano e costrette a continue angherie.

Grazie al suo reportage, una commissione stanziò un milione di dollari per apportare una riforma degli istituti di igiene mentale. Il suo lavoro convinse Joseph Pulitzer, l’editore del New York World, a proporle nel 1888 una nuova missione. Fu così che Nellie Bly decise di imbarcarsi in un viaggio attorno al mondo, proprio come il personaggio Phileas Fogg nel libro di Jules Verne, che la fece entrare nella storia anche come la prima donna ad aver compiuto il giro del globo.

Chi era Nellie Bly

Nata nel 1864 come Elizabeth Jane Cochran, Nellie Bly veniva da un sobborgo di Pittsburgh, Pennsylvania. Da piccola la chiamavano Pinky, dato che amava indossare il rosa, ma crescendo scelse di farsi chiamare solo con il suo cognome. Fu la sua prima scelta di carattere. In seguito alla morte del padre, nel 1870 circa, fu costretta a lasciare la scuola per mancanza di soldi e qualche anno più tardi si trasferì in città con la madre.

Fece il suo primo debutto sui giornali nel 1880, scrivendo una lettera al Pittsburgh Dispatch per contestare una rubrica in cui si sosteneva che le donne fossero in grado solo di fare figli e pulire la casa. Si firmò come Lonely Orphan Girl (orfanella solitaria) e si guadagnò un posto al giornale.

A quel tempo era usanza che le donne scegliessero un nom de plume per scrivere sui giornali. L’editore del Pittsburgh Dispatch scelse per lei Nellie Bly, ispirandosi al titolo di una canzone popolare a quei tempi. Una volta conquistato il suo nome, si dedicò alla scrittura di articoli investigativi sulla condizione delle donne lavoratrici. Tuttavia, gli industriali iniziarono a inviare lettere di protesta e il suo editore le assegnò la rubrica sulla moda. Delusa, Nellie scelse di andare a fare la corrispondente in Messico, da cui dovette poi scappare in seguito alle sue proteste verso la tirannia delle autorità messicana. Senza soldi per mesi, riuscì a farsi ricevere da Joseph Pulitzer, editore del New York World, e accettò un incarico sotto copertura per descrivere la vita delle donne rinchiuse nel manicomio di Blackwell’s Island.

L’inchiesta

Nellie Bly si finse pazza, venne internata e fu sottoposta alle terribili condizioni in cui venivano trattate le pazienti nella struttura. Venne dimessa solo dopo 10 giorni  grazie all’intervento del suo giornale e pubblicò la sua inchiesta, intitolata proprio Dieci giorni in manicomio. Descrisse il sanatorio come come un luogo di reclusione, che definì una trappola umana per topi.

Prendi una donna perfettamente sana, rinchiudila in una stanza gelida e costringila a sedere dalle 6 del mattino alle 8 di sera, impedendole di muoversi e di parlare, alimentala con pessimo cibo, senza mai darle notizie di ciò che accade nel resto del mondo e vedrai come, ben presto, la condurrai alla follia. Due mesi sono sufficienti a provocarle un vero e proprio esaurimento fisico e mentale.

Il vitto era scadente, i bagni freddi, l’igiene scarsa e i maltrattamenti erano la regola. Quando l’inchiesta fu pubblicata sul quotidiano destò grande scalpore, tanto che vennero presi provvedimenti e aumentate le sovvenzioni per migliorare le condizioni delle pazienti.

Fu proprio Nellie Bly a lanciare per la prima volta questa forma particolare di giornalismo in incognito, volta ad entrare in ambienti altrimenti inaccessibili. Successivamente si occupò anche di sfruttamento delle operaie, di bambini non desiderati, delle condizioni di lavoro delle domestiche e della vita che si conduceva in un istituto di carità.

Il giro del mondo

Nel 1888 Pulitzer ebbe l’idea di realizzare quello che lo scrittore francese Jules Verne aveva immaginato in uno dei suoi libri più conosciuti, Il giro del mondo in 80 giorni. Chiese quindi a Nellie Bly di provarci: il 14 novembre 1889 la giornalista partì da Hoboken, nel New Jersey, per il suo viaggio di 40.000 chilometri.

Il 25 gennaio 1890 Nellie tornò a New York. Aveva compiuto la circumnavigazione della Terra in settantadue giorni, sei ore, undici minuti e quattordici secondi. All’epoca si trattò di un record assoluto. Il suo diario Around the World in Seventy-two Days fu un grande successo di pubblico, rendendola famosa in tutto il mondo.

Nel 1895 Nellie Bly si sposò con il milionario Robert Seaman e lasciò il giornalismo. Dopo aver dichiarato bancarotta nel 1914, partì  per l’Europa e divenne corrispondente di guerra. Morì a 57 anni, nel 1922, per colpa di una polmonite e venne sepolta in una modesta tomba nel Bronx, a New York.

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