Da domenica 28 ottobre il Brasile ha un nuovo presidente: Jair Bolsonaro. Candidato di estrema destra ha ottenuto il 56% dei voti, battendo con quasi undici milioni di voti di differenza il rivale Fernando Haddad, rappresentante del Partito dei Lavoratori.
Bolsonaro è un ex militare di 63 anni che ha incentrato la sua campagna elettorale sulla sicurezza del Paese e sulla lotta alla corruzione. Durante questi mesi non ha avuto paura di esprimere le sue posizioni, altamente provocatorie, riguardo a diversi temi che interessano da tempo l’attualità. Uno tra tutti l’omofobia, ma anche la migrazione, l’aborto e il porto d’armi.
Secondo il pensiero di Jair Bolsonaro in Brasile non può esistere alcuna minoranza, le quali si devono, a suo dire, inchinare alle maggioranze.
La legge deve esistere per difendere la maggioranza. Le minoranze devono adattarsi o semplicemente scomparire.
E il neopresidente parla purtroppo di minoranze di ogni genere: le donne che non possono avere lo stesso stipendio degli uomini, i gay che non possono baciarsi per strada o i rifugiati a cui non è più concesso un solo centimetro di terra brasiliana.
Ovviamente non serve neanche dire che tutte queste sue dichiarazioni sessiste e omofobe in primis, ma anche tutte le provocazioni a riguardo delle minoranze, hanno scatenato dei movimenti cittadini per combattere il “Trump Brasiliano”, come è stato definito, anche se difficilmente si potrebbero udire le stesse parole uscire con tale violenza dalla bocca del Presidente Statunitense. Uno tra tutti il movimento femminista “Ele Nau” (Non lui). Migliaia di donne unite con un unico scopo, sensibilizzare l’opinione pubblica prima delle elezioni, hanno sfilato per le più grandi città brasiliane.
Nonostante questi movimento di opposizione, lo stato del Brasile ha votato per la sua elezione.
E, insediatosi ufficialmente il 1° gennaio 2019, pare che anche nel suo governo (che conterà 22 ministri, fra cui sette militari, otto tecnocrati e sette politici) ci siano molti membri che seguono in pieno la sua linea di pensiero: come la neo Ministro della Famiglia, Damares Regina Alves, unica donna assieme a Tereza Cristina, assegnata al ministero dell’Agricoltura.
Damares Regina Alves è considerata un’importante esponente della lobby evangelica che al Congresso conta circa 80 eletti. In linea con la filosofia di Bolsonaro, Alves è antiabortista, e seguace di un modello di famiglia secondo cui “le donne sono nate per fare le madri”. Per lei, le donne devono “rimanere prevalentemente a casa”. Figlia di un pastore protestante e di una casalinga, nata nel Nordeste, la zona più povera del Brasile, Damares Regina Alves è stata stuprata a soli sei anni da un missionario ospite della sua famiglia, in maniera tanto violenta da essere resa sterile, ed è cresciuta con un senso di colpa da peccatrice, tentando il suicidio più volte.
Oggi è un pastore della denominazione pentecostale Chiesa Internazionale del Vangelo Quadrangolare, e ha fondato un’organizzazione per la difesa dei bambini abbandonati.
Prima ancora dell’insediamento formale, Alves ha già fatto parlare di sé per via della presentazione di una legge per condannare al carcere le donne che abortiscono. In Brasile l’interruzione di gravidanza è già ora permessa solo in caso di rischio per la vita della madre, di gravidanza da stupro o di acefalia del feto. Nella stessa proposta si prevede l’assegnazione di un sussidio per mantenere il figlio nato da stupro fino ai 18 anni.
In gallery abbiamo riportato alcune delle dichiarazioni più estremiste di Bolsonaro, ma anche di Alves, una donna decisamente controcorrente.
Il continuo dibattito con la deputata Maria do Rosario
Da anni Maria do Rosario membro della Camera dei Deputati dal 2003, combatte contro il pensiero di Jair Bolsonaro. Durante una trasmissione televisiva i due si sono incontrati e queste sono state le parole di Jair per la deputata, la quale accusava il neopresidente di essere uno stupratore.
Adesso sarei uno stupratore. Non ti stuprerei mai, perché non te lo meriti; puttana!
Rede TV, 11 novembre 2003.
Jair e le frasi sessiste verso la figlia femmina
Sono andato con i miei tre figli. Oh, c’era anche l’altro, erano quattro. Ne ho anche un quinto. Ho avuto quattro maschi e col quinto ho avuto un momento di debolezza ed è uscita una femmina.
Discorso all’Hebraica Club, Rio de Janeiro, 3 aprile 2017. (Nella foto con tre dei suoi cinque figli).
Jair con i figli Eduardo e Carlos
Non potrei mai amare un figlio omosessuale. Adesso non mi metterò a dire qualcosa di ipocrita: preferirei vedere mio figlio morire in un incidente d’auto che vederlo con un ragazzo coi baffi. Per me, sarebbe morto. […] Se tuo figlio comincia a comportarsi come un frocetto, picchialo con la cintura, e comincerà a cambiare il suo atteggiamento.
Dal programma TV Partecipacao Popular, 17 ottobre 2010.
L'omofobia spaventosa di Bolsonaro
Non voglio litigare o discriminare nessuno, ma se vedessi due uomini baciarsi per strada, li picchierei.
Quotidiano Folha de S. Paulo, 19 maggio 2012
Cosa pensa Jair di Lula da Silva? Ex presidente del Brasile e capo del Partito dei Lavoratori?
Noi siamo la maggioranza. Costruiremo una nuova nazione. Hanno perso nel 2006 e perderanno ancora la prossima settimana. la sola differenza è che ora la pulizia sarà molto più ampia. O se ne vanno, o finiranno in prigione. Questi emarginati rossi saranno banditi dalla nostra terra natale. E tu, Lula da Silva, marcirai in prigione! E aspetta che ti raggiunga anche (Ferdinando) Haddad. Visto che vi amate tanto, marcirete insieme in prigione! […] Noi amiamo le nostre famiglie e non vogliamo il socialismo! Il Brasile sopra tutti e Dio sopra tutto! Andiamo a vincere!
Dal video live durante un evento di campagna elettorale a S. Paulo, 21 ottobre 2018.
L'attacco al Congresso Nazionale del Brasile
Jair non ha mai nascosto il desiderio di elimare il Congresso Nazionale, qualora fosse diventato presidente del Brasile. Durante una trasmissione televisiva annunciava:
Farei un colpo di Stato il giorno stesso! Il Congresso non funziona! E sono sicuro che almeno il 90% della popolazione festeggerebbe, applaudirebbe, perché non funziona. Il Congresso oggi non è buono a niente, fratello, vota solo quello che vuole il presidente.
Programma TV Camara Aberta, 23 maggio 1999.
Jair e la terza moglie Michelle
Quando l’intervistatore del programma TV Sem Saìda ha chiesto a Jair se avesse mai picchiato una donna, lui risponde:
Sì. Ero un ragazzo, a Eldorado, una ragazza mi stava provocando.
L’intervistatore continua:
L’ha sbattuta al muro, qualche colpetto?
No, beh… (ride) Sono sposato. A mia moglie non piacerebbe questa risposta.
Il movimento femminista contro Bolsonaro
Jair si è più volte espresso contro la parità dei sessi, recentemente aveva dichiarato:
Non assumerei una donna con lo stesso stipendio di un uomo. Ma ci sono molte donne che sono competenti.
Programma TV Super Pop, 15 febbraio 2016.
Jair paragonato a Hitler
Alla domanda del giornalista riguardo il suo noto apprezzamento verso Hitler, Bolsonaro risponde:
No (non mi piace). Deve capire una cosa: la guerra è guerra. E lui era un grande stratega.
Programma TV Sem Saìda, 26 marzo 2012.
La violenza in Brasile voluta da Bolsonaro
La violenza è da sempre uno dei temi che invade i dibattiti sul Brasile, definendo per ovvi motivi un Paese poco sicuro. A questo proposito Jair non ha paura a mostrare le sue idee pro violenza.
La violenza si combatte con la violenza.
Darei carta bianca alla polizia per uccidere.
Programma TV De Noite with Danilo Gentilini, 20 marzo 2017.
Bolsonaro ha anche dichiarato che una volta raggiunto il potere, avrebbe permesso a ogni cittadino di possedere un’arma da fuoco in casa.
La sua Ministra della Famiglia la pensa come lui
Sono solo due le donne che faranno parte del governo Bolsonaro in Brasile. L’esecutivo del leader di estrema destra Jair Bolsonaro, che si è insediato il 1 gennaio 2019, conterà 22 ministri, fra cui sette militari, otto tecnocrati e sette politici.
Alves, dichiaratamente antibortista, ha una concezione delle donne piuttosto rigida, per usare un eufemismo, ed è arrivata persino a proporre un disegno di legge per condannare le donne che interrompono volontariamente una gravidanza nei casi diversi rispetto a quelli già previsti dalla legge brasiliana (stupro, rischio di vita della madre, acefalia del feto).
Prima ancora dell’insediamento formale, Alves ha già fatto parlare di sé per via della presentazione di una legge per condannare al carcere le donne che abortiscono. In Brasile l’interruzione di gravidanza è già ora permessa solo in caso di rischio per la vita della madre, di gravidanza da stupro o di acefalia del feto. Nella stessa proposta si prevede l’assegnazione di un sussidio per mantenere il figlio nato da stupro fino ai 18 anni.
Cosa ne pensi?