Piera Degli Esposti: "Ho amato uomini giovani: i figli che non ho mai avuto"

Piera Degli Esposti: "Ho amato uomini giovani: i figli che non ho mai avuto"
Fonte: Facebook / Piera Degli Esposti
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Una carriera incredibile come attrice e una vita piena di amori, piccoli e grandi, come lei stessa li ha definiti nella sua autobiografia Storia di Piera, scritta a quattro mani con Dacia Maraini. Passando dal cinema alla televisione, dal teatro di prosa all’opera lirica, Piera Degli Esposti è una delle attrici italiane più amate dal pubblico e dalla critica. Divertente, schietta e ironica, è una donna speciale che è riuscita a raccontare con un sorriso anche i capitoli più complicati della sua vita. La sua famiglia, in particolare, è un argomento di cui non ha mai avuto timore di parlare, perché ha rappresentato il primo territorio emotivo in cui imparare ad aprire il suo cuore.

“Ho cominciato presto con mia madre, che era piena d’amore e di amori e mi ha educato alla necessità della fantasia amorosa”, ha raccontato tempo fa in un’intervista a Repubblica. “Non sono mai stata senza un fidanzato, ma un marito non l’ho mai voluto”. Ha scelto anche di non avere figli “perché avevo già partorito una bambina, che sono io. E lei da sola costituiva un problema”, ma questo non le ha impedito di amare. E il padre è sempre stato il modello di uomo a cui aspirare.

Nessuno mi ha più dato la misura e la protezione che trovavo in lui. Per un lungo tratto ho cercato fidanzati più grandi di me, ma accade a un certo punto che i padri non ti vogliano più. Quando diventi grande, ti vogliono solo i figli. E allora forse inconsciamente ho cominciato a giocare con il figlio che non avevo e non ho mai voluto.

C’è stato Massimo, che aveva 18 anni di meno, poi Alberto, più giovane di 29 anni. Uomini giovanissimi, come gli amanti che sua madre aveva avuto e che avevano fatto a lungo soffrire suo padre. Non voleva essere come lei. “Mia madre voleva donare, io conquistare. Una volta una contadina emiliana mi disse per confortarmi: tua madre non fa niente di male, dà via del suo. Era proprio così, ma questo mi faceva star male. E non ho permesso al mio corpo di somigliare al suo: sono andata subito verso il teatro, i doveri, le prove”.

Questi miei amori piccoli mi hanno dato una grande allegria. Non c’era la competizione che può nascere con gli amori grandi. Mi volevano un grande bene. E siccome io mi voglio bene, con loro è stata una cosa bella.

Uno di questi “amori piccoli” è stato in realtà il più lungo, durato quattordici anni e partito per gioco durante una serata alla Biennale di Venezia, con un corteggiamento spudorato da parte di un ragazzo ventenne, quando lei di anni ne aveva cinquanta. “Mi sembrava di stare in un romanzo di cappa e spada, alle prese con un D’Artagnan un po’ gaglioffo. Facemmo l’alba nelle calli al modo romantico delle storie cavalleresche. Poi scomparve. Per poi riapparire all’improvviso a un corso di teatro che tenevo a Treviso. Tutto questo mi piaceva tanto”.

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