Una carriera incredibile come attrice e una vita piena di amori, piccoli e grandi, come lei stessa li ha definiti nella sua autobiografia Storia di Piera, scritta a quattro mani con Dacia Maraini. Passando dal cinema alla televisione, dal teatro di prosa all’opera lirica, Piera Degli Esposti è una delle attrici italiane più amate dal pubblico e dalla critica. Divertente, schietta e ironica, è una donna speciale che è riuscita a raccontare con un sorriso anche i capitoli più complicati della sua vita. La sua famiglia, in particolare, è un argomento di cui non ha mai avuto timore di parlare, perché ha rappresentato il primo territorio emotivo in cui imparare ad aprire il suo cuore.
“Ho cominciato presto con mia madre, che era piena d’amore e di amori e mi ha educato alla necessità della fantasia amorosa”, ha raccontato tempo fa in un’intervista a Repubblica. “Non sono mai stata senza un fidanzato, ma un marito non l’ho mai voluto”. Ha scelto anche di non avere figli “perché avevo già partorito una bambina, che sono io. E lei da sola costituiva un problema”, ma questo non le ha impedito di amare. E il padre è sempre stato il modello di uomo a cui aspirare.
Nessuno mi ha più dato la misura e la protezione che trovavo in lui. Per un lungo tratto ho cercato fidanzati più grandi di me, ma accade a un certo punto che i padri non ti vogliano più. Quando diventi grande, ti vogliono solo i figli. E allora forse inconsciamente ho cominciato a giocare con il figlio che non avevo e non ho mai voluto.
C’è stato Massimo, che aveva 18 anni di meno, poi Alberto, più giovane di 29 anni. Uomini giovanissimi, come gli amanti che sua madre aveva avuto e che avevano fatto a lungo soffrire suo padre. Non voleva essere come lei. “Mia madre voleva donare, io conquistare. Una volta una contadina emiliana mi disse per confortarmi: tua madre non fa niente di male, dà via del suo. Era proprio così, ma questo mi faceva star male. E non ho permesso al mio corpo di somigliare al suo: sono andata subito verso il teatro, i doveri, le prove”.
Questi miei amori piccoli mi hanno dato una grande allegria. Non c’era la competizione che può nascere con gli amori grandi. Mi volevano un grande bene. E siccome io mi voglio bene, con loro è stata una cosa bella.
Uno di questi “amori piccoli” è stato in realtà il più lungo, durato quattordici anni e partito per gioco durante una serata alla Biennale di Venezia, con un corteggiamento spudorato da parte di un ragazzo ventenne, quando lei di anni ne aveva cinquanta. “Mi sembrava di stare in un romanzo di cappa e spada, alle prese con un D’Artagnan un po’ gaglioffo. Facemmo l’alba nelle calli al modo romantico delle storie cavalleresche. Poi scomparve. Per poi riapparire all’improvviso a un corso di teatro che tenevo a Treviso. Tutto questo mi piaceva tanto”.
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Piera Degli Esposti
Piergianna Degli Esposti nasce a Bologna il 12 marzo 1938. La madre, una donna forte e difficile, soffre di gravi disturbi mentali ed è il padre a prendersi cura della famiglia e della casa. Così l’attrice ha raccontato nel suo libro, scritto negli Anni Ottanta e poi diventato un film omonimo, girato dal grande Marco Ferreri:
La mia casa era molto teatrale, sai, un grande teatro con le sue finestre, i suoi personaggi, i suoi spazi, si respiravano questi grandi volumi d’aria […] e dentro mia madre, mio padre, mio fratello e mia sorella. Io sono stata molto legata agli affetti familiari, sempre, moltissimo, in un modo quasi incredibile […] anche se l’ho sentita tutta frantumata questa famiglia, e io nell’immaginazione sempre a cercare di legarla, come se io fossi stata la legatora di questa cosa che si sfascia, si rompe.
Il debutto di Piera Degli Esposti
Fin da bambina, Piera vuole diventare attrice. Inizia a teatro ed esordisce a Roma alla fine degli Anni Sessanta con il Teatro dei 101, poi recita come prima attrice al Teatro Stabile d’Abruzzo in Antonio e Cleopatra. Debutta in televisione nel 1966 con lo sceneggiato Il Conte di Montecristo, ma a lanciare la sua carriera è l’interpretazione a teatro dell’Ulisse di James Joyce nel 1979. Tra i suoi primi successi al cinema, invece, ci sono Questi Fantasmi di Renato Castellani, Medea di Pier Paolo Pasolini e Sotto il Segno dello Scorpione dei fratelli Taviani.
Piera Degli Esposti e la recitazione
Quando recito, quando faccio le prove, sono come in un altro mondo. Alle pause non vado al bar con gli altri, niente, me ne sto lì attenta a tutto, felicissima, anche di aspettare, seduta sulla mia seggiola come nel banco di scuola, sì perché a scuola ci sono andata poco, forse c’è anche questo, una nostalgia, la voglia di apprendere. […] faccio disegni, scrivo, mi accudisco, vado a fare una passeggiata, penso a me come a un bimbo. […] ti farò vedere i miei copioni, sembrano dei campi di guerra, non si vede più dove è la stampa, sono tutti pieni di segni, di scritte, e li studio sempre, anche quando siamo già in scena da un mese, due, un lavoro che non faccio da sola, ma col regista»
La maturità e i premi
Dopo Sogni d’oro del 1981, diretto da Nanni Moretti, nel 1983 viene diretta da Lina Wertmuller in Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante di strada. Lavorerà con la regista anche in Il decimo clandestino (1989) e Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e di politica (1996). Nel 1986 recita nel film vincitore di un Nastro d’Argento, La Coda del Diavolo di Giorgio Treves. Vince poi due David di Donatello come Miglior attrice non protagonista nel 2003 con L’ora di Religione di Marco Bellocchio (che le fa conquistare anche il Premio Flaiano) e nel 2009 con Il Divo di Paolo Sorrentino.
Piera Degli Esposti nel film "Il divo"
Piera Degli Esposti è protagonista anche di molte fiction di successo degli ultimi anni, come Tutti pazzi per amore, Atelier Fontana e Una grande famiglia, tutti prodotti dalla RAI.
Piera Degli Esposti e quel bacio con Robert Mitchum, un mito di Hollywood
Tra i tanti successi, anche una curiosità legata a un incontro speciale con un vero divo di Hollyood, Robert Mitchum.
Un bacio lunghissimo. Eravamo a casa di Lina Wertmüller […]. Mitchum era una leggenda, un mito che avevo inseguito fin dall’adolescenza. Alla fine della cena mi chiese di seguirlo, ma io mi negai. Era meglio fermare il sogno sulla porta.
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