Il 5 luglio del 2021 se ne andava la più grande showgirl italiana di sempre: Raffaella Carrà, La signora della televisione italiana, icona di stile e simbolo della rivoluzione, anche sessuale e femminile, italiana, si è spenta a 78 anni, a causa di una malattia con cui lottava da qualche tempo, sempre con discrezione e riservatezza.
Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre.
Sono state le parole di Sergio Japino, ex compagno e storico collaboratore di Carrà, all’anagrafe Raffaella Maria Roberta Pelloni, il primo a dare l’annuncio della morte di una donna che ha segnato generazioni intere, divenendo un’icona culturale italiana ma anche internazionale.
Quando il suo ombelico apparve durante la sigla di Canzonissima, nel 1970, qualcosa nella televisione italiana cambiò per sempre: Raffaella Carrà entrò così nella leggenda del piccolo schermo. Nessuno osi però parlare di rivoluzione, perché “quella era fatta per la democrazia in Spagna”, come ha spiegato lei stessa, ricevendo nel 2018 il titolo di dama dal re spagnolo. Le parole pronunciate durante la premiazione svelano come dietro a quello “scandalo” ci fosse un semplice desiderio di libertà.
Il mio ombelico nudo veniva fuori da un completo studiato da un costumista della Rai. Ora non ne ricordo il nome. Ma le ragazze d’estate già giravano così, con la pancia scoperta e i pantaloni lunghi. Io non mi sono fatta problemi a farlo vedere in tv. Ero libera. Anche i colpi di testa erano il segno della libertà dalla lacca, dalle sovrastrutture, dalla rigidità. Io ero così, senza costrizioni.
Lo stesso successe con il celebre Tuca Tuca, il balletto che la televisione non sembrava pronta a trasmettere per via delle mosse considerate troppo audaci per il pubblico degli Anni Settanta. Poi, però, divenne un vero e proprio tormentone. “Tutto merito di Alberto Sordi che accettò di farlo con me in tv dopo una mia telefonata”, ha spiegato Raffaella Carrà. “L’Osservatore Romano lo aveva censurato. Invece fu un successo”.
Questa è stata la vita e la carriera di Raffella Carrà, la donna che con garbo ed eleganza ha stravolto il costume italiano.
Raffaella Carrà a 9 anni al debutto sul set
Vi dice qualcosa il nome Raffaella Maria Roberta Pelloni? In realtà, si tratta della vera identità di Raffaella Carrà, nata a Bologna il 18 giugno 1943. Suo padre, gestore di un bagno sulla riviera adriatica, era romagnolo DOC, mentre la madre di origine siciliana.
La coppia si separa però poco dopo le nozze e la piccola Raffaella trascorre quasi tutta l’infanzia a Bellaria, nel bar del papà. Ed è proprio in questi anni che scopre la televisione, imparando a memoria le canzoni.
A otto anni si trasferisce a Roma e studia ballo all’Accademia Nazionale di Danza e poi cinema al Centro sperimentale di cinematografia. Recita nella pellicola drammatica Tormento del passato: sarà solo il primo passo nel mondo dello spettacolo.
Raffaella Carrà e il cinema
Ottenuto il diploma in cinema nel 1960, partecipa a numerose pellicole, anche importanti, tra cui I compagni di Mario Monicelli e Il colonnello Von Ryan a Hollywood al fianco di Frank Sinatra, che le fa una corte spietata, come raccontato a HuffingtonPost:
Aveva due occhi color ghiaccio magnetici, fu molto cortese, ma io all’epoca non ascoltavo le sue canzoni ma i Beatles.
Si innamora invece del calciatore della Juventus Gino Stacchini e la loro storia dura otto anni.
Raffaella Carrà a "Canzonissima"
La televisione irrompe nella vita di Raffaella Carrà ed è subito colpo di fulmine. Con il suo nuovo nome, si fa notare come showgirl in Io, Agata e tu (1969-70), ma è Canzonissima con Corrado che la lancia. Il suo ombelico scoperto fa scandalo, ma la sigla d’apertura Ma che musica maestro!, da lei cantata, vende 200.000 copie: è nata una stella. Un anno dopo, nel 1971, sarà il Tuca Tuca a far scalpore.
Raffaella Carrà con Carla Fracci
Era il 1970 e l’Italia impazzì, perché tutto era proibito. Le ragazze volevano andare in giro come me. Non ero bella, ma sentivo di avere una certa personalità. Volevo vivere di idee, volevo fare la coreografa ed inventare spettacoli senza esserne protagonista. La mia carriera è stata una sorpresa continua: non ho mai chiesto di fare le cose, sono accadute.
La fama di Raffaella Carrà varca il confine
Nella metà degli Anni Settanta, Raffaella Carrà non è famosa solo in Italia, ma anche in tutto il resto dell’Europa, soprattutto in Spagna. Si concentra in particolar modo sulla carriera di cantante, incidendo A far l’amore comincia tu: nella versione inglese, la canzone raggiunge il secondo posto della classifica dei singoli più venduti in Inghilterra.
Raffaella Carrà diventa un'icona
Raffaella Carrà piace subito a tutti, ma in particola a chi come lei cerca semplicemente di vivere la vita a modo suo.
Ai gay piaccio perché odio l’ipocrisia e perché ho in me il senso della libertà, il senso più alto che domina la mia vita. Li amo con tutta me stessa. Quando facevo “Canzonissima” ricevetti una lettera da parte di un ragazzo che mi colpì molto. Mi scrisse che si riteneva fortunato perché grazie a me non si era suicidato. Da quel momento capii che dovevo esplorare quel mondo.
Raffaella Carrà torna in Italia
Nel 1978 Raffaella Carrà torna finalmente in Italia per presentare il varietà del sabato sera Ma che sera, famoso per la sigla Tanti auguri, in cui Raffaella ripete la famosa strofa “come è bello far l’amore da Trieste in giù”, un vero inno all’amore libero.
Raffaella Carrà e il matrimonio
Tante storie importanti, nella vita di Raffaella Carrà, ma nessun marito.
Sposarmi? Non ci ho mai pensato né ci penso adesso. Me lo chiedono in tanti, ma io voglio restare single perché l’amore non ha bisogno di documenti.
Raffaella Carrà negli Anni Ottanta
Gli Anni Ottanta, per Raffaella, sono quelli dell’affermazione definitiva come conduttrice, grazie al suo celebre programma del mezzogiorno Pronto, Raffaella?, in cui lavora per la prima volta con Gianni Boncompagni, a cui si lega sentimentalmente.
Raffaella Carrà e la storia con Boncompagni
Ci conoscemmo ad un provino davanti ad un tavolo con un’abat-jour, ma passò un anno prima che ci mettessimo insieme. Avevo bisogno di un uomo più grande di me che mi desse la figura maschile che nel mio immaginario era l’incubo del playboy.
Raffaella Carrà cambia rete
Nel 1987 Raffaella cede alla corte di Silvio Berlusconi e passa a Mediaset per condurre due programmi, Raffaella Carrà Show e Il principe azzurro, che si dimostrano però due flop. Due anni dopo torna alla RAI ed è nuovamente un successo, grazie a diversi programmi. Dopo alcune polemiche relative a Fantastico 12, nel 1991, decide però di andare per un periodo a lavorare in Spagna.
Il successo di Carràmba!
Tornata su Raiuno nel 1995, Raffaella Carrà conduce Carràmba! Che sorpresa, il suo programma di maggiore successo, ideato insieme al compagno Sergio Japino: la loro relazione diventa tuttavia oggetto di scherno.
Raffaella Carrà e Sergio Japino
A differenza di Gianni che era già affermato, Sergio era il principe consorte e di questo un po’ ne soffriva.
Raffaella Carrà con Bob Sinclar
Negli Anni Duemila Raffaella Carrà continua le sue esperienze in televisione, diventando anche presentatrice a Sanremo nel 2001: non fu però un grande successo. Dieci anni dopo, però, il suo nome torna in voga in tutta Europa (e non solo) grazie al remix A far l’amore comincia tu realizzato da Bob Sinclar e inserito anche nel film La grande bellezza di Paolo Sorrentino, premiato agli Oscar come Miglior film straniero.
Raffaella Carrà a The Voice
Nel 2013 partecipa per la prima volta come coach al talent The Voice of Italy, esperienza che ripeterà poi negli anni successivi. Come raccontato recentemente a Vanity Fair, parlando del suo ultimo programma A raccontare comincia tu, non ha una grande opinione dei talent…
Lo spettacolo saranno le parole e in questo momento di omologazione anche televisiva, di reality tutti uguali fatti di nulla, che portano in primo piano la superficialità, una trasmissione di parola, di scambio e di confessioni, mi sembra sia qualcosa di giusto.
Raffaella Carrà, regina in un mondo di re
Nell’ambiente non dico mi considerino una zarina, ma sicuramente una donna a suo modo potente. Ma non è vero no. E neanche che sia stata ambiziosa. Se ho avuto il passo da carabiniere e a qualcuno sono parsa aggressiva è perché, in un mondo fondamentalmente maschile, ho dovuto difendermi e farmi valere.
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