Per fortuna anche il mondo dello sport, negli ultimi anni, ha deciso di schierarsi apertamente a favore di alcune delle più importanti battaglie per i diritti civili e, forte anche del suo ruolo di primo piano come agente socializzatore, soprattutto per i più giovani, manifesta la propria posizione in maniera sempre più diretta e chiara.
Accade nel calcio, ad esempio, ormai da qualche anno, che giocatori e arbitri scendano in campo in prossimità del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, con segni rossi sul viso per celebrare l’avvenimento, mentre sempre più spesso sui rettangoli di gioco vengono sponsorizzate iniziative a favore della ricerca scientifica contro il cancro, o per l’aiuto alle fasce più disagiate.
Insomma, lo sport è sempre più veicolatore di messaggi dal grande significato, e spesso contribuisce ad abbattere anche alcuni tabù. Come, ad esempio, quello sull’omosessualità, che per anni ha costretto atleti gay a tacere per non sentirsi emarginati e ghettizzati; solo in tempi più recenti infatti – per fortuna – gli sportivi omosessuali hanno potuto dichiaratamente fare il proprio coming out ed esprimere la vicinanza alla causa della comunità LGBT, senza temere di venire stigmatizzati dal resto del team o dall’intero mondo sportivo.
Così, dopo il bacio omosessuale di Gus Kenworthy al fidanzato, del rugbista australiano Simon Dunn e le parole di Paola Egonu che, dopo la delusione mondiale in Giappone, ha raccontato di essersi fatta consolare dalla fidanzata, dal mondo degli atleti arriva un altro piccolo ma considerevole passo per abbattere definitivamente i pregiudizi omofobici.
Altri rugbisti, stavolta italiani, si sono infatti prestati per lanciare l’importante messaggio, grazie a un calendario, Rainbow 365 – Colori vs Omofobia, che li immortala, in posa e coloratissimi, per dire no all’omofobia.
È sicuramente significativo che a partecipare alla campagna siano atleti che, nell’immaginario collettivo, sono i rappresentanti di uno sport “macho”, fatto di grande prestanza e di tanti scontri fisici; in fondo, anche questo vuol essere un modo chiaro ed evidente per sciogliere gli stereotipi, di qualunque genere essi siano. Perché a fare di un uomo un “vero uomo” non sono certo i muscoli e la virilità, e questo calendario lo dimostra bene perché ritrae sportivi appassionati che si divertono, giocano, si scontrano, si toccano, si sfidano e in tutto ciò quale sia la sessualità di ognuno di loro è del tutto irrilevante. Lo sport è di tutti, per tutti, etero e non.
Ed è ancor più forte il messaggio lanciato dallo Zebre Rugby Club e da Libera Rugby Club, le due società che hanno “prestato” i propri atleti immortalati nei 12 mesi, alla luce di quanto accaduto nel novembre del 2018 all’ex capitano della nazionale gallese Gareth Thomas – che ha fatto il suo coming out nel 2009 – che è stato aggredito proprio per la sua omosessualità.
La vendita del calendario dei rugbisti è partita il 17 dicembre sull’e-shop di Rugby Meet e sul sito di Libera, ma sarà ancora disponibile, al prezzo di 9,99 euro, allo Stadio Lanfranchi durante la gara interna del 19 gennaio.
L’iniziativa ha un doppio scopo benefico: oltre a lanciare un messaggio potente contro l’omofobia, infatti, ha lo scopo di aiutare i bambini che si trovano in ospedale. Come? Ve lo spieghiamo in gallery, dove vi invitiamo a conoscere alcuni degli atleti che si sono prestati per la realizzazione di Rainbow 365 e vi mostriamo alcune immagini del backstage.
Contro l'omofobia ma non solo
Il ricavato del calendario andrà a Magicaburla Onlus, un’associazione di Roma che si occupa di clownterapia per i bambini in ospedale.
Iniziative collaterali
Parallelamente al lancio del calendario è partita una campagna di sensibilizzazione condivisa dalle Zebre, la Federazione Italiana Rugby, Libera e dal suo sponsor di maglia, Althea-amore e sughi, tra i pochi brand italiani da sempre impegnati nelle campagne Lgbt.
Le società che hanno aderito
Promotrici dell’iniziativa sono state le Zebre Rugby Club, una franchigia della Federazione Italiana Rugby con sede a Parma che gioca i tornei internazionali del Guinness PRO14 e della Challenge Cup, e Libera Rugby Club, che, come si legge sul suo sito, è la “prima squadra inclusiva d’Italia”, la stessa che, nel 2016, ha avuto la copertina di Sportweek col famoso bacio tra rugbisti che ha fatto il giro del mondo .
Gli atleti che hanno partecipato
Tra i protagonisti delle foto ci sono Giulio Bisegni, Oliviero Fabiani, Renato Giammarioli, Giovanni Licata, Maxime Mbandà e Guglielmo Palazzani.
La copertina per un neozelandese
In copertina c’è Jimmy Tuivaiti, il neozelandese che ha esordito con la maglia azzurra nel novembre del 2018.
Contro l'omofobia
Le 13 foto del calendario lanciano un chiaro messaggio contro l’omofobia.
È disponibile online
Il calendario è disponibile sui siti delle due società, a 9,99 euro.
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