Quando per tutto il mondo diventò semplicemente Gilda, la protagonista dell’omonima pellicola del 1946, Rita Hayworth fece un passo indietro. Lasciò che fosse quella donna, la maliarda con i lunghi guanti neri e la chioma vermiglia, a girare il mondo e innamorarsi al posto suo.
Il suo personaggio era così esplosivo, che finì disegnato su uno dei tristemente celebri missili nucleari sganciati dagli americani nell’atollo di Bikini nello stesso anno. La bomba sexy che aveva stregato spettatori e uomini rappresentava tutto ciò che la dorata mecca del cinema incarnava: la seduzione, il pericolo e il mistero.
Per la vera Rita Hayworth, nata Margarita Carmen Cansino e di origine spagnola, la fortuna aveva a lungo stentato ad arrivare. Non era abbastanza americana e con quell’aspetto così esotico e mediterraneo non sarebbe andata lontano. Per debuttare, fu costretta a cambiare nome e a rimuovere l’attaccatura dei capelli, per far apparire la sua fronte più altra. Solo così poteva sperare di trasformarsi nella perfetta driade hollywoodiana.
Molti mariti dopo e prima di scoprire di essere malata di Alzheimer, Rita concesse una lunga intervista al New York Times. La grande seduttrice non c’era più, se n’era andata da un pezzo, ma al suo posto c’era una donna reale, anche con le sue rughe, i capelli corti e una figura meno sottile. Al giornalista che tentava di rispolverare quel lontano periodo della sua vita, invano, lei rispose con un tombale “Gilda chi?”.
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L'infanzia difficile di Rita Hayworth
Margarita Carmen Cansino, vero nome di Rita Hayworth, nacque a Brooklyn, New York, il 17 ottobre del 1918. Era la primogenita di una coppia di ballerini, lo spagnolo Eduardo Cansino e Volga Hayworth, americana di origine anglo-irlandese che si era esibita alle Ziegfeld Follies. Fin da piccola, fu vittima di violenze sessuali da parte del padre: la madre lo sapeva, ma non riuscì a fermarlo.
Rita Hayworth con il padre
Fu sempre il padre a costringerla a imparare a ballare, per seguire le sue orme, come da lei stessa raccontato:
Fin dai tre anni e mezzo […] non appena sono riuscita a stare in piedi, mi hanno fatto seguire lezioni di ballo. […] Non mi piaceva molto […] ma non ho mai avuto il coraggio di dirlo a mio padre, così ho iniziato a prendere lezioni. Prove, prove, prove, questa è stata la mia infanzia.
Rita Hayworth e il debutto a Hollywood
Nel 1927 la famiglia Cansino si trasferì a Hollywood. Il padre di Rita credeva che la danza potesse diventare un elemento centrale dei film, allora aprì il suo studio, insegnando danza a star del calibro di James Cagney e Jean Harlow. Decise anche di esibirsi in coppia con la figlia, partendo in tour: in quel periodo continuò ad abusare di lei e a vestirla con abiti troppo sensuali per la sua età. Andando contro il volere del padre, nel 1934 Rita decise però di accettare una parte come attrice nel film Cruz Diablo. Era un piccolo ruolo, ma ai piani alti si accorsero subito di lei.
Il primo marito di Rita Hayworth
Trasformata in una sirena del grande schermo e con un nuovo nome, Rita Hayworth, iniziò a ricevere sempre più copioni. E arrivò anche l’amore: a soli 18 anni sposò Edward Judson, un uomo d’affari che aveva il doppio dei suoi anni e che contribuì a lanciarla come attrice. Dopo il divorzio, nel 1942, disse che lui l’aveva minacciata di farle del male se non gli avesse dato una parte dei suoi compensi.
Le nozze con Orson Welles
Rimasta senza soldi, nonostante avesse recitato in diverse acclamate pellicole come Seduzione di Charles Vidor e Sangue e arena, si lasciò nuovamente tentare dall’amore. Nel 1943 sposò a sorpresa il collega Orson Welles, da cui un anno dopo ebbe la loro unica figlia Rebecca. Disse che lui era il grande amore della sua vita, ma nel 1947 il sogno si infranse.
Rita rinasce Gilda
A contribuire alla rottura, fu forse anche il grande successo di Rita Hayworth nei panni di Gilda, nel 1946. La sua vita pubblica e privata cambiò repentinamente, come lei stessa sintetizzò in una celebre frase:
Ogni uomo che ho conosciuto è andato a letto con Gilda… E si è svegliato con me.
Rita Hayworth, la diva degli Anni Quaranta
Era nata una diva, ma la donna che c’era dentro di lei arrancava. “Una donna sembra una cosa e all’improvviso, sotto i tuoi occhi, ne diventa un’altra, completamente diversa”, diceva in una delle frasi del film. Poche parole che riassumeranno tutta la sua esistenza.
Rita Hayworth con il principe Aly Khan
Finito il matrimonio con Welles, nel 1948 Rita Hayworth lasciò la sua carriera per sposare il principe Aly Khan, figlio del sultano Mahommed Shah, Aga Khan III. Dopo le nozze, celebrate nel 1949, Rita diventò nuovamente madre e si dedicò ai cavalli da corsa, sebbene senza grande interesse. Poi, nel 1951, suo marito venne avvistato con un’altra attrice e lei chiese il divorzio, portando via la figlia Yasmin.
Il matrimonio problematico con Dick Haymes
Tornata in patria, Rita trovò conforto tra le braccia del cantante Dick Haymes, già sposato e con una carriera in declino. Perennemente senza soldi, dopo il matrimonio finì per chiedere a lei di pagare per gli assegni di mantenimento che doveva alle sue ex. I debiti, sempre più ingenti, a un certo punto spinsero le autorità ad arrestare la coppia. Dopo due anni devastanti, Haymes la colpì pubblicamente in volto, in un nightclub di Los Angeles, e la storia finalmente si concluse.
Un altro matrimonio lampo
La carriera di sposa seriale non era ancora terminata, per Rita: nel 1958 sposò il produttore cinematografico James Hill, che la fece recitare in diversi film. Nel 1961 un nuovo divorzio: molti amici e colleghi raccontarono di continui abusi psicologici da parte di Hill.
Il lento declino
Di nuovo sola, Rita Hayworth partecipò ad alcuni spettacoli televisivi, senza grande successo. Sul finire degli Anni Sessanta manifestò i primi segnali dell’Alzheimer, che le venne però diagnosticato solo nel 1980.
La lunga malattia
Dopo alcune disavventure sul set, a causa del peggioramento della salute e dell’alcolismo, nel 1976 fu fatta scendere da un aereo a Londra in seguito a uno scoppio d’ira. Il fatto le portò grande pubblicità negativa, ma era tutta colpa della malattia. Si ritirò così a vivere con la figlia Yasmin, a New York, e morì il 14 maggio del 1987, per complicazioni della sua malattia.
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