Basta con le storie di principesse: per fortuna oggi le donne non sognano più solo la favola, ma anche una carriera che fino a poco tempo fa era negata. Come Amna Al Haddad, campionessa di sollevamento pesi nata il 21 ottobre 1989 negli Emirati Arabi. Grazie alla sua tenacia, nel 2012 ha trasformato la sua passione per lo sport in una vera e propria missione, diventando la prima donna araba a competere ai Reebok Crossfit Asia Regionals di Seoul, in Corea del Sud. L’anno dopo è diventata la prima sollevatrice di pesi professionista a indossare il velo.

Giornalista, non pensava nemmeno di diventare un’atleta, come ha raccontato in un’intervista a Vogue, ma lo sport le ha salvato la vita.

Da adolescente ho sofferto di una forte depressione. Poi, un giorno, ho deciso di andare a fare una camminata per prendermi cura della mia salute fisica e mentale. Quella decisione mi ha fatto prendere un percorso diverso.

Nel 2017 ha collaborato con Nike per creare la linea Nike Pro Hijab. Già, perché indossa il velo quando combatte, anche se nella vita di tutti i giorni non lo porta. Amna Al Haddad vorrebbe che la gente si concentrasse più sui suoi risultati che su quello che indossa.

Credo che si ponga troppa attenzione sul fatto che io sia un’atleta con l’hijab. Ci stiamo dimenticando che, al di là di quello che indossa, un’atleta è sempre un’atleta. Le donne che fanno sport in hijab sfidano molte barriere culturali e preconcetti, ma un individuo conta di più dei vestiti che porta.

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La rivoluzione con e senza il velo di Amna Al Haddad, che ispira tutte le donne
Fonte: Instagram @amna.s.alhaddad
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